Capitolo 24

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Izuku guardò Shoto per qualche lungo secondo senza riuscire a capire. Aprì la bocca per parlare, per dire qualcosa. Improvvisamente, la realizzazione di quella singola parola lo colpì come un fulmine. Il fratello non era andato via di casa, non era sparito, non era stato venduto né nessuna delle stupide ipotesi che avevano fatto i loro amici.

Sgranò gli occhi e fissò il fratellastro. Lui rispose con un sorriso amaro. <Esatto, idiota. È morto.>

Izuku sentì il mondo cadergli addosso senza nemmeno sapere perché. Era stato convinto per mesi interi, per anni, che quel maledetto Enji Todoroki avesse tre figli e invece ne aveva quattro. Quattro, di cui uno era morto. E lui non ne aveva saputo niente fino a quel momento.

<M-Ma...> balbettò. <M-Ma come? Cosa gli è successo? Cosa c'entra con l'astio verso vostro padre?>

Shoto voltò lo sguardo e salì nel camion per prendere una scatola e spingerla verso Izuku. Batté qualche volta il piede a terra, come per capire cosa lui ci avesse trovato di divertente. <Questa roba non è niente di che> commentò con le sopracciglia corrugate afferrando una scatola più piccola per Izuku. Il ragazzino però non ci stava.

<No, aspetta> lo fermò. <Non puoi semplicemente dirmi una cosa del genere e poi fare finta di niente!>

<Ma ormai è andato, cosa cazzo te ne frega...> replicò lui afferrando la scatola più grande. Cercava di fare il disinvolto, ma si vedeva che era tutt'altro che tranquillo. I suoi occhi gli sfuggivano, le spalle erano tese. Izuku gli si piazzò davanti per impedirgli di andarsene.

<Me ne frega che non ce la faccio più a vivere senza sapere cosa è successo in quella maledetta casa!> esclamò arrabbiato. <Non sopportate vostro padre - cazzo, lo chiamate "Tiranno"! - probabilmente perché avete un diamine di fratello morto di cui io non conoscevo nemmeno l'esistenza! Ho il diritto di sapere con chi va a letto mia madre ogni sera!>

Chiuse di scatto le labbra. L'aveva urlato.

Prese un respiro profondo, guardandosi attorno come per verificare che nessuno l'avesse sentito. Si augurò che la sua voce non fosse arrivata fin dentro la palestra. Tornò a guardare Shoto, sperando di non averlo fatto arrabbiare con il proprio sfogo.

Il ragazzo però sembrava sorprendentemente calmo. Forse un po' indeciso, un pizzico sconvolto, ma non sembrava avercela con Izuku. Si grattò la fronte pensieroso, poi disse: <E va bene. Vuoi sapere? Io te lo dico. Vaffanculo il patto con Nat e Fu. Vuoi sapere chi è il mostro con cui tua madre va a letto? Io te lo racconto. Tieni> aggiunse prendendo la scatola più piccola e porgendogliela. <Intanto facciamo questo lavoro di merda.> Iniziarono a camminare tornando verso la palestra. Izuku si chiese se in realtà non fosse meglio per lui sedersi.

Shoto iniziò: <Il bambino nella foto si chiama Touya, e sì, era mio fratello. Quello più grande. È nato prima di Fuyumi. Ora avrebbe... quanto? Ventisei anni?> Emise una risata infelice. <Nemmeno ha raggiunto i quindici.>

Izuku sentì subito un groppo in gola. In un moto di panico divenne spaventosamente consapevole che quasi sicuramente si sarebbe pentito di avergli chiesto di raccontargli.

<Devi sapere> continuò Shoto <che Enji Todoroki è uno che ha fatto di tutto per raggiungere il successo. Non gli bastavano i bigliettoni che già aveva mio nonno, lui ne voleva di più. Voleva far conoscere il suo nome, imprimerlo nella storia del cinema. Si è sposato giovanissimo con mia madre, una stella emergente della recitazione. Voleva girare il film del secolo e gli serviva lei, da quel che ho capito. Hanno girato diversi film, tutti degli incredibili successi, miliardi di dollari di incassi, e ha di fatto impresso davvero il suo nome tra quelli dei più grandi registi di sempre. A soli venticinque anni, pensa te che talento.>

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