Capitolo 22

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La prima cosa che Izuku percepì quando si svegliò fu che c'era un braccio caldo che gli stringeva la vita. Aprì lentamente gli occhi, e percepì un tuffo al cuore quando vide di fronte a sé il volto addormentato di Katsuki. Gli mancò quasi il respiro.

Il suo viso era rilassato, vulnerabile, proprio come quello di un bambino. I capelli biondi giacevano scompigliati sul cuscino e una ciocca gli copriva parte della fronte. Izuku decise all'istante che quello era il risveglio più dolce che avesse mai avuto.

Capì immediatamente di essere ancora nudo. La sera prima si erano addormentati senza rivestirsi o indossare almeno delle mutande. Sentì un velo di imbarazzo stringergli lo stomaco, ma molto meno di quanto avrebbe immaginato. Il ricordo della sera prima lo fece sorridere.

Katsuki credeva che fosse bellissimo. Ed era sembrato sincero quando l'aveva detto, sembrava che lo credesse davvero. Izuku non si era mai reputato particolarmente brutto, sapeva di avere un viso molto aggraziato, ma non si era nemmeno mai considerato bello. Una via di mezzo, forse. Una persona normale.

Si sollevò sui gomiti per guardarlo da più in alto. Gli cadde l'occhio sulla sveglia, che segnava le nove e mezzo del mattino. Non era particolarmente tardi, ma nemmeno presto considerato che al suo ragazzo di domenica piaceva svegliarsi alle sei per andare a correre. Aveva smesso ormai di chiedersi come facesse. Lui non ne sarebbe stato in grado, non tanto per capacità, quanto piuttosto per pigrizia. Avrebbe passato ore intere a letto in dormiveglia. Purtroppo, però, nell'ultimo periodo Natsuo e Fuyumi avevano preso la cattiva abitudine di svegliarlo prima, nel weekend, sostenendo che le giornate erano tutte da vivere e che non poteva passarle sotto le coperte. Lo faceva soprattutto Natsuo, perché spesso capitava che la sorella passare la notte dal suo ragazzo, di sabato.

Scosse la testa, decidendo di pensare a Katsuki e non ai suoi due fratellastri. Erano meravigliosi e li adorava, ma quello era il momento di dedicarsi al proprio ragazzo.

Si abbassò e gli diede un bacio sulla guancia. Lo vide contrarre le palpebre, ma non aprì gli occhi. Izuku ridacchiò.

Ricordandosi il nomignolo che aveva inventato la sera prima - se ci ripensava, come gli era venuta in mente la lezione di giapponese fatta anni prima proprio dopo aver toccato il suo ragazzo? - decise di sussurrare: <Kacchan... È ora di svegliarsi...>

Katsuki emise un debole verso e lo acchiappò per la vita. <Mhh, torna a dormire...>

Izuku rise. <E tu poi mi dici che la domenica mattina ti alzi alle sei per correre?> chiese avvicinando il viso al suo. <Mi sa proprio che dovrei indagare...>

Katsuki sorrise debolmente. Aprì piano gli occhi, cercando di abituarsi alla luce della stanza. Si erano dimenticati di chiudere le tapparelle, la sera prima. <Sta' zitto. È perché sei caldo.>

<Oh, certo.> Izuku si chinò divertito su di lui e lo baciò. Sentì l'odore dell'alito mattutino - a cui pareva che il suo ragazzo non fosse immune - e ridacchiò.

<Ehi...> Katsuki si portò una mano sul viso per stropicciarsi gli occhi. <Cosa ridi?>

<Niente, niente.> Izuku chiuse la bocca di scatto, ammirandolo mentre finiva di svegliarsi.

Quando il suo ragazzo sembrò abbastanza sveglio, si voltò verso di lui. Lo guardò qualche istante, facendolo sentire un po' in soggezione. <I tuoi occhi sono più verdi di mattina> se ne uscì senza il minimo preavviso. <Mi piacciono.>

A Izuku salì il cuore in gola, sia addolcito che sorpreso da quel complimento. Sospettava che a Katsuki piacessero i suoi occhi tanto quando a lui piacevano quelli dell'altro, ma non gliel'aveva mai detto con una tale disinvoltura. E sincerità, soprattutto. Izuku si sentì stranamente orgoglioso di se stesso.

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