Capitolo 31

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Due settimane dopo...

Izuku salì nella macchina della madre vestito di un caldo e morbido smoking bianco. Quando l'avevano preso, una settimana prima, Inko era stata irremovibile. Quell'abito gli stava divinamente. Evidenziava il colore smeraldo dei suoi occhi e dei suoi capelli, e al contempo fasciava alla perfezione il suo busto magro e le gambe. Izuku non aveva potuto darle torto, quindi l'avevano preso.

Quella sera si sarebbe svolto il Ballo d'Inverno. Ancora stentava a credere di essere tra le persone che si erano impegnate interi pomeriggi a preparalo. Tutto quanto era venuto alla perfezione, ogni particolare era stato ben sistemato. Non vedeva l'ora di ammirare il risultato finale.

Prima di accendere la macchina, Inko si girò verso di lui e gli sorrise con dolcezza. Gli accarezzò piano una guancia. <Piccolo mio, sei bellissimo.>

Izuku arrossì.

Come ormai avevano l'abitudine di fare, Natsuo e Fuyumi l'avevano aiutato a prepararsi sistemandogli capelli e viso. I suoi riccioli erano morbidi e definiti, e i suoi occhi circondati da un'impercettibile linea nera, le guance rosate e lisce. Ormai il ragazzo aveva smesso di opporsi, perché doveva ammettere che quei due sapevano il fatto loro. Modestamente, e si vergognò un po' a pensarci, lo rendevano un gran figo. Katsuki adorava quando gli si presentava davanti in quel modo, e si assicurava sempre a fine della serata di fargli capire di preciso quanto. A Izuku non dispiaceva affatto.

<Grazie mamma.>

<Scommetto che il tuo ragazzo cadrà ai tuoi piedi, quando ti vedrà> disse lei con aria cospiratrice mentre accendeva la macchina.

Il ragazzino fece una smorfia imbarazzata e si girò verso il finestrino. Lo metteva estremamente a disagio quando sua madre se ne usciva con frasi di quel tipo, perché Katsuki cadeva davvero ai suoi piedi, ginocchia a terra. Solo, non nel modo in cui credeva lei.

<Dai, mamma!>

Inko sghignazzò e fece manovra per uscire dal cancello di villa Todoroki. Avevano deciso che l'avrebbe portato lei al ballo.

Shoto era andato a prendere Momo a casa sua con la macchina, ovviamente. In un primo momento Izuku aveva pensato di andare con Katsuki, ma quando sua madre si era offerta di portarlo, né lui né il suo ragazzo avevano protestato. Capivano entrambi quando significasse per Inko condividere un momento simile con il proprio figlio, e quanto significasse per lui che lei ci tenesse tanto.

Ormai il rapporto con sua mamma era tornato alla normalità di anni prima. Passavano molto tempo insieme, si raccontavano le giornate ed erano pure andati a fare shopping qualche volta. Izuku era al settimo cielo. Aveva passato anni a credere che difficilmente sarebbero tornati ad avere una certa sintonia, e invece era accaduto. E tutto ciò che era servito, era stato parlargliene.

Il ragazzo aveva capito solo in quei tre mesi quanto fosse importante parlare. Il rapporto con sua madre si era sistemato parlando, così come quello con suo padre, e addirittura con Katsuki era importante chiarire cosa gli piacesse, cosa no, e come si sentisse. Se solo l'avesse capito prima, forse si sarebbe risparmiato tutti quegli anni di sofferenza.

Guardando fuori dal finestrino, si lasciò sfuggire un debole sorriso e scosse la testa.

Era vero, aveva sofferto tanto, eppure tutto quello che era accaduto gli aveva permesso di ottenere quello che aveva ora. Una madre, un padre, un ragazzo, degli amici. Nel bene o nel male, era comunque riuscito a trovare la sua felicità.

Si destò dai propri pensieri quando Inko fermò la macchina. Erano arrivati davanti a scuola.

La struttura era agghindata a festa. Non riuscì a fare a meno di chiedersi quale fosse stata la sfortunata coppia che aveva dovuto passare il pomeriggio a sistemarla in quel modo.

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