Capitolo 27

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Quando Shoto finì di raccontare la storia della propria infanzia, nella camera di Katsuki calò il silenzio. Izuku sospettava che i loro amici non si fossero minimamente aspettati la gravità quello che aveva vissuto il loro "Bastardo", e li capiva bene. Era stato nella loro stessa situazione appena ventiquattr'ore prima.

Aveva visto i messaggi sul gruppo solo a mensa, dopo che gli avevano già detto a voce che quella sera sarebbero andati tutti quanti dal suo ragazzo per "parlare dei cazzi di Shoto". Aveva capito subito che il fratellastro aveva intenzione di aprirsi anche con gli altri. Izuku era stato un po' agitato per tutto il resto dei laboratori pomeridiani, ma era anche riuscito a far scivolare via buona parte dello stress nuotando nella piscina della scuola.

Erano andati a casa di Katsuki come una specie di banda di deficienti, tutto il loro gruppo originale più Izuku: Eijirou, Shoto, Denki, Katsuki, Momo e Mina. Shoto aveva preferito lasciare fuori Uraraka e Hitoshi, e Izuku non aveva potuto offendersi. Si trattava di un argomento molto personale, e al fratellastro non piaceva parlare di cose personali con chi conosceva da poco. Aveva impiegato ben cinque anni ad aprirsi solo con i propri amici.

In quel momento, per loro non fu molto difficile capirne la ragione. Una storia del genere era inimmaginabile, privata, dolorosa. L'unica che non sembrò sorpresa, ma solo dispiaciuta, fu Momo. Probabilmente Shoto gliel'aveva già raccontato.

La prima persona a parlare, quando il ragazzo ebbe finito il proprio racconto, fu Mina. <Shoto...> disse con una mano sulla bocca, gli occhi velati di lacrime. <Non avrei mai pensato che... Mi dispiace tanto...> Si avvicinò a lui e lo abbracciò. Il ragazzo la lasciò fare, le mise addirittura una mano sulla schiena per ricambiare. Izuku dovette asciugarsi una lacrima che gli era scivolata silenziosamente lungo la guancia.

Aveva già ascoltato quella storia orribile il giorno prima, ma aveva comunque fatto male. La sofferenza che i suoi amati fratellastri dovevano aver patito era così ingiusta, tanto da fargli dolere il cuore. Katsuki lo circondò con un braccio per consolarlo, e lui gli appoggiò la testa sulla spalla.

<Tuo padre è stato proprio uno stronzo> mormorò Eijirou, lo sguardo buio. <Non pensavo fosse così.>

<È cambiato da quando ha conosciuto la madre di Izuku. Ha cercato di diventare migliore> disse Shoto sciogliendosi dall'abbraccio con Mina. <Però mi fa comunque incazzare. Non può comportarsi come se non fosse successo nulla.>

Ci fu qualche altro secondo di silenzio, in cui gli amici cercarono probabilmente di assimilare quelle parole.

<Amore> esordì piano Momo dopo un po', <io credo che però dovresti dargli una seconda opportunità.> Tutti quanti si girarono confusi verso di lei, che esitò prima di continuare, soprattutto dopo aver incrociato lo sguardo del proprio ragazzo. <Tuo padre ha avuto un comportamento inaccettabile, su questo non ci piove. Se non lo volessi perdonare mai, ne avresti tutto il diritto.> Fece una pausa, studiando l'espressione di Shoto. Izuku si chiese dove volesse andare a parare. <Credo che però> continuò Momo <fai del male più a te stesso che a lui, comportandoti così. A casa vivi nel risentimento, quando dice qualcosa che ti dà fastidio rimani arrabbiato tutto il giorno. Non penso che tuo fratello vorrebbe che vivessi nel rancore. Non dico che devi perdonarlo o comportarti come se non fosse successo nulla> precisò prima di venir fraintesa, mettendo le mani avanti. <Però credo dovresti adottare l'approccio dei tuoi fratelli. Vi vedo, quando ceno con voi. Loro in qualche modo ci sono passati sopra, o almeno ci provano anche solo in parte. Sono tesi, ma apprezzano che sia cambiato. Tu...> Fece una piccola smorfia. <Be', tu no.>

Ci fu un nuovo silenzio. Nessuno replicò alle sue parole o provò a darle torto, nonostante fossero dure e sicuramente difficili da accettare per qualcuno nella situazione di Shoto. Izuku stesso capì che Momo aveva ragione. Enji Todoroki anni prima aveva commesso uno sbaglio che era costato la vita al suo primogenito e aveva avuto un comportamento inaccettabile nei confronti dei propri figli, ma Inko gli aveva fatto aprire gli occhi. Forse non meritava un perdono completo, se Shoto non se la sentiva di concederglielo, ma che il rancore verso di lui rimanesse così forte e radicato non avrebbe fatto altro che compromettere più chi lo provava che chi ne era la causa. Alla fine, era Shoto a rimetterci di più, ostinandosi a odiarlo apertamente.

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