Capitolo 5

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Katsuki era piuttosto certo che quella fosse stata una pessima idea.

Il ragazzo, Izuku, gli era sembrato un tipo a posto.

Fece una smorfia. Magari non gli era sembrato a posto da subito - all'inizio l'aveva scambiato per un intruso di merda e ricordava di aver pensato che sembrasse abbastanza insulso e quasi patetico - ma alla fine gli era sembrato okay. Un po' troppo spaventato, tanto che quando ancora credeva che non fosse Izuku Midoriya aveva temuto si pisciasse addosso, ma okay.

L'aveva però sinceramente colpito la determinazione che aveva mostrato all'improvviso. Lo aveva colpito quando Izuku aveva capito che quella faccenda era solo uno stupido scherzo del fratellastro e lo aveva obbligato a fermarsi, guardandolo dritto negli occhi con quella luce vagamente diversa e spiegandogli come poteva provargli che era chi affermava di essere. Per Katsuki sarebbe stato facile trascinarlo semplicemente giù dalle scale e lavarsene le mani, ma quello sguardo determinato lo aveva convinto a fermarsi - e ovviamente lo aveva convinto anche la possibilità di essere schernito a propria volta. Katsuki Bakugou non si fotteva.

Quando erano scesi e aveva visto i propri amici trattarlo come un cucciolotto smarrito, si era innervosito. Anche a lui inizialmente aveva ricordato molto un animaletto spaventato, lo doveva ammettere, ma gli aveva dato fastidio che gli altri lo considerassero un vero e proprio bambino e addirittura lo trattassero come tale. Sotto sotto, era convinto che non lo fosse.

Doveva ammettere che quando Izuku aveva deciso di bere, Katsuki ne era stato entusiasta. Si era sentito un po' come uno di quei maestri di vita soddisfatti di vedere uno dei propri allievi affrontare le avversità, e cazzate varie.

Nonostante questo, però, sapeva che avrebbe dovuto fermarlo quando aveva chiesto la seconda bottiglia. Aveva avuto il buonsenso di togliergli la terza dalle mani prima che la aprisse, perché se c'era una cosa chiara, era che Izuku l'alcool non lo reggeva minimamente.

La Colossus non era una birra fatta per chi non aveva mai toccato alcolici in vita propria. Era abbastanza gestibile per qualcuno come Katsuki, che ormai era abituato a bere qualcosa di più forte, ma sicuramente non per Izuku. Era chiaro che quel ragazzo durante la sua vita a malapena ne avesse visti, di alcolici. Katsuki non era stupido. Lo incuriosiva la determinazione che si celava dietro la facciata da ragazzino sfigato, ma non si sarebbe mai spinto a dire che in vita sua avesse mai fatto qualcosa di realmente trasgressivo. Non fino a quel momento, per lo meno.

Izuku era diventato brillo dopo aver bevuto appena metà della prima bottiglia, il che era normale per un principiante. La sua corporatura piuttosto mingherlina di certo non lo aveva aiutato. Però non era stato poi nemmeno tanto male, all'inizio. L'essere brillo l'aveva aiutato a lasciarsi andare. Aveva iniziato a parlare di più e a essere meno timoroso di fare conversazione.

Poi aveva chiesto un secondo giro. Si vedeva che la sua capacità di ragionare era già stata messa a dura prova dalla prima bottiglia - e, a dimostrarlo, le sue pupille erano già parecchio dilatate - ma Katsuki non l'aveva fermato. La seconda, però, lo aveva definitivamente steso. Era esilarante, da un certo punto di vista. Solo due bottiglie ed era già ubriaco. Da un altro, invece...

Izuku si tirò in piedi a fatica, e Katsuki stese di riflesso una mano per evitare che cadesse. Fortunatamente, riuscì a reggersi sulle sue gambe senza il bisogno di aiuto.

<Voglio nuotare> dichiarò Izuku.

Katsuki alzò di scatto le sopracciglia, poco convinto. <Non credo che ti convegna.>

<Lascialo fare> disse Shoto dalla sua posizione stravaccata. Aveva la testa appoggiata sulle gambe di Momo e, oltre che ubriaco per i tre bicchieri di Sambuca di troppo che aveva bevuto, sembrava anche mezzo drogato. Probabilmente aveva fumato una canna o due, ma Katsuki non se n'era accorto dato che insieme agli altri era stato troppo occupato a chiacchierare con Izuku. <Ogni tanto lo vedo che nuota come un pesciolino in questa piscina di merda. Se la caverà.>

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