Capitolo 19

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Tre settimane dopo...

<No, ma io faccio schifo!> protestò Izuku aggrappandosi alle braccia di Katsuki, che lo stava spingendo a forza verso la pista da bowling.

<Vedrai, ti piacerà...> lo rassicurò il ragazzo con un'espressione di finto incoraggiamento. Izuku avrebbe voluto tirargli un pugno, ma sapeva che non ne sarebbe mai stato in grado. Gli piaceva troppo il suo bel viso.

<No, sei un bugiardo!> replicò, sentendo in sottofondo le risate dei loro amici. <Probabilmente non sarò nemmeno in grado di tirare su una di quelle stupide palle!>

Katsuki lo guardò ferito e si portò una mano al petto. <Hai appena detto che le mie palle sono stupide?>

Izuku avrebbe voluto uccidersi. O uccidere lui.

Erano passate poco più di tre settimane da quando si erano messi insieme, e quello era stato sicuramente il periodo più idilliaco della sua intera vita. Non solo aveva una bella casa, dei fratelli, degli amici e l'assenza di bulli, ma anche un ragazzo! Un ragazzo a cui sembrava piacere parecchio, tra l'altro.

Non sapeva cosa Katsuki vedesse in lui di preciso, tranne che aveva il suo paio di palle, come aveva sempre detto - e nell'ultimo periodo si divertiva molto a scherzare sul fatto che le volesse finalmente vedere, quelle palle, scatenando reazioni imbarazzate di Izuku.

Sembrava davvero... adorarlo. Era il termine giusto. Quando si trovavano nella stessa stanza, gli andava vicino e gli metteva una mano sulla vita; ogni volta che ne aveva l'occasione lo baciava e gli diceva "quando cazzo" gli piacesse; insisteva tutti i giorni per riportarlo a casa con la propria macchina - iniziativa che Shoto aveva accolto di buon grado, dato che in quel modo aveva il SUV tutto per sé.

Faceva di tutto per renderlo felice, e spesso Izuku non sapeva come ricambiare. Nessuno l'aveva mai trattato in quel modo, non sapeva bene come reagire. Non aveva nulla da dargli.

Katsuki era così incredibilmente perfetto. Non l'aveva nemmeno mai fatto sentire obbligato ad avere un contatto più intimo con lui, nonostante si vedesse che lo desiderava.

Izuku aveva deciso che sarebbe stato proprio quello il modo per ripagarlo. Già da qualche giorno gli girava in testa l'idea di andare un po' oltre rispetto ai soliti baci. Anche perché, sia chiaro, la cosa sarebbe stata molto gradita anche a lui. Il ben di Dio che aveva come ragazzo gli faceva fare molti pensieri sconci e lo portava a trattenersi sotto la doccia per più tempo del solito.

Aveva preferito aspettare, per quelle tre settimane, perché non voleva dare l'idea di essere un ragazzo "facile" o smanioso di contatti sessuali - e, a dirla tutta, non si era nemmeno sentito molto pronto, le prime due settimane - ma aveva deciso che nel giro di pochi giorni si sarebbero almeno toccati per la prima volta. Non se la sentiva ancora di fare sesso, era un passo un po' troppo importante, ma aveva deciso che era arrivato il momento di provare almeno qualcosa.

Ovviamente, quella buona volontà quasi evaporava quando Katsuki decideva di fare l'antipatico e lo metteva in imbarazzo.

Izuku lo guardò male. <Non è nemmeno una vera battuta!> esclamò.

Katsuki scrollò le spalle. <Almeno ti ho fatto arrossire.>

L'altro ragazzo dovette a malincuore premere le labbra per non sorridere. A quanto pareva, Katsuki adorava quando arrossiva, quindi faceva di tutto per metterlo in imbarazzo. Izuku non sapeva se la cosa gli facesse piacere o meno.

Quando lo sentì ricominciare a spingere, piagnucolò. <No, dai...>

<Dai, Mido!> intervenne Denki, seduto sulla panca poco distante dalla loro corsia. <Non ti prenderemo troppo in giro, promesso!>

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