Capitolo 4

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Izuku rimase gelato sul posto.

Il ragazzo di fronte a lui era enorme. Non era massiccio come Natsuo - dubitava che qualcuno potesse anche lontanamente assomigliargli in corporatura - ma era comunque abbastanza grande da poter affermare che fosse il doppio di lui. Izuku gli arrivava al massimo al pomo d'Adamo.

Le gambe forti erano coperte da dei jeans neri, con una cintura di Gucci inserita nei passanti. La camicia rosso fuoco vi era infilata dentro e metteva in risalto la vita asciutta. Il busto poi si allargava progressivamente fino alle spalle, ma ciò che faceva realmente scena erano i grossi bicipiti, che dovevano essere frutto di lunghi allentamenti con i pesi.

Ad aver davvero catturato l'attenzione di Izuku, però, erano stati i suoi occhi. Erano di un colore molto particolare, di un rosso intenso, e incutevano un certo timore. Si trovavano appena sopra gli zigomi affilati ed erano incorniciati da folte ciglia bionde.

Il ragazzo era spaventosamente bello, non c'era nulla da aggiungere. Era quel classico tipo di persona che faceva sentire Izuku incredibilmente gay.

Peccato solo che lo stesse guardando accigliato, e che quindi lui in quel momento si sentisse più spaventato che affascinato.

<Quindi?> chiese il ragazzo avanzando di un passo e facendo incespicare Izuku all'indietro. <Chi sei? E cosa ci fai qua sopra? Alla gente è proibito salire nelle camere, soprattutto gente che non è del gruppo.> Sollevò le sopracciglia, come se lo avesse attraversato un pensiero improvviso. La sua espressione divenne minacciosa e afferrò Izuku per un braccio, facendogli salire il cuore in gola in un attimo. <Cazzo, sei un infiltrato? Un ladro? Lo schiavetto bastardo di qualche testata giornalistica che vuole far finire nella merda i Todoroki? Ma certo...> Scosse la testa e strinse di più la presa sul braccio di Izuku, facendogli male. Il ragazzino lo guardò sconvolto, senza riuscire a parlare. Stava cercando di elaborare quello che l'altro stava dicendo. <Sapevano di questa festa di merda e ti hanno mandato a fare qualche foto pensando che saresti passato inosservato tra la gente, eh? "Todoroki Shoto organizza un festino in casa sua mentre il padre è alla Prima del suo nuovo film," mi immagino già il titolo. Cazzo, che schifo.> Lo tirò a sé con uno strattone e lo condusse verso le scale. <Adesso vedi in che merda ti ritrovi, coglione.>

<N-No, aspetta...> provò a dire Izuku. <Io non...>

<Stai zitto.>

Izuku era genuinamente sconvolto. Non riusciva a credere che quel ragazzo l'avesse scambiato per un infiltrato.

A pensarci bene, però, come poteva dargli torto? Non l'aveva mai visto in vita sua - quindi chiaramente non l'aveva mai visto a una festa di Shoto, - l'aveva beccato in un piano a cui la gente non avrebbe dovuto avere accesso e aveva capito che era spaventato, proprio come qualcuno che era appena stato colto sul fatto. Non poteva sapere che Izuku era spaventato la maggior parte delle volte che si trovava davanti un colosso di un metro e novanta. Pensava di essersi abituato a furia di stare con Natsuo, ma probabilmente doveva ancora lavorarci.

Rimaneva il fatto che il biondino lo voleva chiaramente portare da Shoto e presentarglielo come lo stagista invadente di qualche testata giornalistica, e Izuku non poteva permetterselo. Non avrebbe retto il suo sguardo divertito. E soprattutto, non avrebbe retto la possibilità che Shoto non dicesse che lui viveva lì.

E se avesse mentito dicendo che non lo aveva mai visto in vita sua? Lo avrebbero picchiato? Denunciato alla polizia? Tutti gli scenari terrificanti che gli vennero in mente gli diedero la forza inaspettata di ribellarsi.

Non avevano nemmeno raggiunto il pianerottolo a metà tra il primo e il secondo piano che Izuku afferrò la mano che gli stava stritolando il braccio e cercò di piantare i piedi a terra.

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