capitolo 25.3

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"lui è ancora vivo" sussurra Joshua talmente piano che spero di aver sentito male le sue parole

"c-cosa ?" dico sconvolta sbarrando gli occhi mentre sento mozzarmi il respiro. Guardo Jace aspettando che dica qualcosa ma incrociando il mio sguardo abbassa la testa colpevole

Colpevole di avermi nascosto la verità. Colpevole di avermi privato di essere felice.

Inizio a respirare affannosamente non avendo più la mente lucida, mi accascio a terra con gli occhi spalancati mettendomi una mano sul cuore per cercare di calmarmi. Mi gira la testa e la vista è sempre più offuscata. Sento il cuore battere in modo esagerato

"i-io n-no-n re-s-pi-ro-o" dico con fatica cercando di respirare

"sta avendo un attacco di panico" riferisce allarmato Joshua venendo al mio fianco e stringendomi la mano

"Gigi, guardami" mi prende il viso costringendomi a guardarlo
"calmati, respira piano" tenta ma non fa altro che peggiorare la situazione

Mi scanso infastidita dal suo tocco e sentendo un forte dolore alla testa un fischio assordante si fa spazio nelle mie orecchie che tappo con le mani.

"Gigi lo so che sei arrabbiata con me ma se non ti calmi ti verrà un infarto" ritenta Jace spaesato è confuso su cosa fare

Una fitta al petto mi fa contorcere gemendo mentre sento delle urla farsi sempre più lontane prima di cadere in un silenzio buio

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Una fitta alla testa mi fa mormorare parole incomprensibili mentre strizzo gli occhi cercando di aprirli, ma una luce troppo forte me lo impedisce. Sento solo i bip di uno strano marchingegno che mi provoca fastidio alle orecchie. Vorrei solo un po' di quiete

Mi sforzo e finalmente riesco ad aprire gli occhi cercando di mettere a fuoco la stanza nel quale mi trovo. Non è la mia cameretta bensì una stanza bianca con un leggero odore di ammoniaca. Mio padre è seduto sulla sedia di fianco al letto, ha gli occhi chiusi e sembra stanco. Dalla finestra riesco a intravedere i raggi del sole, segno che è iniziata un'altra giornata.

Sono in ospedale e piano piano rimembro tutto quello che è successo la sera precedente. Asher mi ha lasciato definitivamente e questa volta, se dovesse tornare, non ho intenzione di concedergli nessun'altra possibilità. Ricordo anche quello che è successo dopo con Jace e Joshua.

Non posso credere che mi abbiano nascosto una cosa così importante, loro hanno contribuito alla mia autodistruzione. Ho passato un anno di inferno per colpa loro. Se solo mi avessero detto la verità non avrei sofferto così tanto. Hanno deciso consapevolmente di farmi del male e non mi importa per quale motivo l'abbiano fatto. Jace, sangue del mio sangue, il mio fratello gemello mi ha accompagnata al cimitero consapevole di quale fosse la verità.

Sento il cuore battermi più veloce della norma così come i bip della macchina a cui sono collegata. Il respiro nuovamente affannoso e un dolore lancinante alla testa. Mio padre mi prende la mano urlando aiuto e velocemente entrano i medici mettendomi la maschera per l'ossigeno.

Lentamente mi calmo e mio padre tira un sospiro di sollievo. Si avvicina e mi lascia un caldo bacio sulla fronte. I medici guardano la strana macchina a cui sono collegata.

"Jelena-" dice un medico che viene immediatamente fermato da mio padre

"Gigi, chiamatela Gigi" dice mio padre volendo evitare anche una crisi nervosa da parte mia

"Gigi, questo è un monitor multiparametrico e ci permette di controllare i tuoi parametri. abbiamo riscontrato un'aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, pallore, sudorazione fredda, difficoltà respiratorie con respirazione veloce e superficiale, costrizione delle vie respiratorie e gonfiore. Hai subito un grave shock e per questo motivo potrai riscontrare difficoltà di concentrazione anche in attività quale la lettura o la visione di un film, problemi di stomaco, senso di nausea, stanchezza e disperazione. Non so cosa abbia prevenuto lo shock ma so che sarà difficile accettare i fatti attuali, tu pensa solo e rimetterti; in questo momento la tua debolezza è sia fisica che mentale. Non escludere la possibilità di incontrare uno psicologo" mi spiega il medico facendo un sorriso di conforto prima di uscire dalla stanza

Sospiro e provo ad alzare il busto per mettermi più comoda ma al primo movimento una fitta alla testa non mi permette di muovermi.

"Jelena piano, fatti aiutare" dice mio padre sostenendomi con il suo corpo affinché possa stare più dritta

"tuo fratello vorrebbe entrare..." dice aspettando il mio consenso ma scuoto immediatamente la testa convinta

"assolutamente no" esclamo mentre sento i nervi a fior di pelle

"va bene, tu riposati sei ancora troppo debole. Domani ti porto a casa" mi stampa un bacio sulla tempia cercando di non far trasparire nessuna emozione. È la prima volta che lo vedo vulnerabile

Prima che si allontani afferro la sua mano stringendola dolcemente con la mia e posso giurare di vedere i suoi occhi lucidi

"papà.." sussurro

"Jelena..-" non finisce nemmeno la frase che delle lacrime bagnano il suo volto stanco
"mi hai fatto preoccupare, quando sono uscito e ti ho vista priva di sensi...il mondo mi è caduto addosso. Tu e Jace siete l'unica cosa che mi rimane. Non ve lo dico e soprattutto non ve lo dimostro mai, ma per voi darei la mia vita, vi voglio bene"

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