capitolo 29.2

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Jelena pov's

"sono vostra nonna" dice con emozione

Sposto immediatamente lo sguardo su mio padre che mi guarda dispiaciuto abbassando la testa. Mi giro verso la direzione di mio fratello che spalanca gli occhi incredulo. Marcus ci ha sempre detto che i nostri familiari non hanno mai accettato la gravidanza di mia madre, in particolare i nostri nonni materni. Ma adesso sono qui e sento che la versione di mio padre sia molto lontana dalla verità

"perché siete qui ?" domando facendo un passo nella loro direzione

"vogliamo raccontarvi la verità" risponde Cristopher o forse dovrei dire mio nonno

"non è il momento-" prova a dire Marcus ma viene interrotto da Jace
"TU DEVI STARE ZITTO" urla puntandogli un dito contro avanzando verso di lui

Cerco di fermalo mettendomi davanti a lui, prendo il suo viso tra le mani costringendolo a guardarmi. So cosa sta provando
"Jace calmati ti prego" cerco di tranquillizzarlo ma si allontana da me iniziando a camminare nervosamente

"parlate" dice mio fratello a Cristopher e Penelope

"durante la gravidanza di vostra madre, il medico che la seguiva, ci ha detto che la sua era una gravidanza a rischio. c'era la possibilità che voi due" ci indica
"non sareste mai venuti al mondo. ma anche Healey, la mia bambina, era a rischio. Marcus ha cercato in tutti i modi di dissuaderla a interrompere la gravidanza ma vostra madre vi amava ancor prima di mettervi al mondo. era speranzosa che tutti e tre sareste riusciti a sopravvivere. Il parto di vostra madre è stato un vero inferno per lei ma anche per voi. mia figlia non ce l'ha fatta, ma voi si. questa era l'unica cosa positiva, questa era la cosa che lei voleva. ma lui" punta un dito contro nostro padre
"lui non vi ha voluti, voleva abbandonarvi perché vi reputava i carnefici, vi chiamava demoni. quando io e vostra nonna abbiamo deciso che sareste venuti a casa con noi, vostro padre non era d'accordo. voleva che vi adottaste un'altra famiglia così che non ci sarebbe mai più stato un legame tra voi. ma capendo che noi due non ci saremmo mai arresi, ha deciso di tenervi e ha anche deciso che i vostri nonni non vi avrebbero mai più incontrati"

Sono pietrificata

Non posso credere che questa sia la verità, non posso accettare tanta crudeltà da mio padre.

Con gli occhi lucidi provo a incrociare lo sguardo di Jace, ma in qualche secondo lo ritrovo inferocito sopra il corpo di nostro padre. Porto le mani alla bocca e chiudo gli occhi non volendo assistere a questa scena.
Nate e Joshua cercano di fermare mio fratello, riuscendoci mentre Marcus resta a terra dolorante.

"FAI SCHIFO" urla Jace come un pazzo cercando di divincolarsi

"non sei mai stato mio padre e mai lo sarai" dice carico d'odio
"Gigi fai le valige, ce ne andiamo" viene verso di me prendendomi la mano per intrecciarla con la sua
"e non cercarci mai più. dimenticati di avere due figli" aggiunge con un tono da brividi

Lo odia, lo ripudia e lo capisco. Non credo che metabolizzerò mai tutto questo. Mio padre, il mio unico genitore, mi reputava un demonio, mi reputava l'assassina di mia madre stessa. Lui voleva abbandonarmi e sparire per sempre dalla mia vita. Marcus non è mai stato un genitore modello, nel corso degli anni si può dire che ci ha abbandonati svariate volte, ma mai avrei pensato una cosa del genere. Mai avrei pensato che ci avrebbe allontanati dagli unici parenti che volevano starci accanto.

Non riuscendo più a trattenermi, faccio scorrere lacrime amare sulle guance rosee e maledico mia madre per avermi messo al mondo e per averci lasciati da soli con questo mostro

Jace vedendomi in questo stato cambia espressione e addolcisce il volto per poi abbracciarmi. E io ricambio questo abbraccio come non ho mai fatto fino ad ora. Piango sul suo petto e lui sulla mia spalla per interi minuti. Abbiamo bisogno l'uno dell'altra per cercare di non sprofondare nel dolore

Lui si allontana dal mio corpo per prendermi il viso tra le mani "ti porto via da qua, te lo prometto" annuisco tirando su con il naso e Jace mi stampa un bacio sulla fronte

_______________

Ho appena finito di preparare le valige con tutte le mie cose e non riesco a fare a meno di guardarmi in torno, non credo che ritornerò più nella mia cameretta. Questa casa ormai non mi appartiene. Non so dove andremo io e Jace, non so nemmeno come faremo a mantenerci ma ce la caveremo. I nostri nonni si sono offerti di ospitarci ma perora è meglio far calmare le acque.

Qualcuno bussa alla porta e spero non sia Marcus

"avanti" dico titubante ma mi tranquillizzo quando vedo Asher sulla soglia della porta. Mi guarda senza dire niente, scruta ogni mio movimento

"come stai ?" domanda venendo nella mia direzione

"come dovrei stare secondo te ? non so nemmeno dove passeremo la notte" dico cercando di non piangere mettendomi le mani in faccia

Asher mi avvolge tra le sue possenti braccia avvicinandomi a se "verrete da me e ci resterete per tutto il tempo di cui avete bisogno"

"no Asher non potrei mai accettare" rifiuto la sua offerta anche se sono felice si sia proposto

"non te lo stavo chiedendo" ribatte serio

"io-" provo a dire

"avvisa tuo fratello e andiamo via da qua" dice infastidito facendo una smorfia schifata

Esce dalla mia stanza sbattendo la porta senza aggiungere nient'altro.

Bipolare del cazzo

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Sto sistemando i miei vestiti dentro l'armadio poco spazioso di Asher quando la porta della camera viene spalancata proprio da quest'ultimo a petto nudo con solo un asciugamano in vita. Mi guarda e deglutisco cercando di non guardarlo a mia volta. Sento i suoi passi sempre più vicini fin quando sento il suo profumo proprio dietro di me ma quando sto per girarmi, lui afferra dei vestiti e se ne va lasciandomi di nuovo sola

Dalla nostra ultima conversazione a casa mia non abbiamo più parlato, o meglio lui ha cercato in tutti i modi di evitarmi. Non capisco cosa ho fatto per innescare in lui tale comportamento. Dopo tutto quello che è successo non reggerei una discussione con Asher.

Volevo che mi stesse vicino e mi capisse. E non fraintendetemi, non voglio la sua compassione, ma almeno la sua presenza. So che Asher ha un carattere difficile ma potrebbe sforzarsi di starmi vicino

Senza rendermene conto ho iniziato a piangere ma cerco di asciugare le lacrime con la manica della felpa. Non voglio farmi vedere così debole. Ma in questo momento mi sento più sola che mai. Faccio un bel respiro chiudendo gli occhi

Supererò anche questa

"non piangere" la sua voce roca mi arriva dritta alla orecchie e mi fa riaprire gli occhi senza però voltarmi nella sua direzione

"hai finalmente deciso di parlami" ribatto sarcastica e un po' velenosa guardandolo negli occhi. Ha la mascella contratta e mi guarda in modo duro

"è colpa mia ?" indica le lacrime sul mio volto

Non gli rispondo iniziando a mordicchiarmi il labbro inferiore. Riprendo a sistemare le mie cose dandogli le spalle ma smetto appena mi cinge i fianchi attaccando la mia schiena al suo corpo. Inizia a baciarmi il collo e chiudo gli occhi per la piacevole sensazione

"mi dispiace" mi sussurra all'orecchio

"mi spieghi cosa ti è preso ?" domando cercando di mantenere un tono di voce dolce. Sospira e si allontana di qualche passo consentendomi così di girarmi per essere faccia a faccia

"sto cercando di essere migliore per te"
"sto cercando di contenermi e lo sto facendo per te. vorrei uccidere tuo padre con le mie stesse mani ma non posso perché nonostante se lo meriti, tu non mi perdoneresti mai. non sopporto l'idea di vederti stare male e essere impotente"

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