Everything is collapsing 19

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Jelena POV

Forse sono sbagliata io. Non è un caso che tutte le persone intorno a me soffrono e si allontanano. Forse dovrei restare da sola, fare un favore a tutti.

Molte volte mi sono chiesta perché stia con Asher, perché sono stata con Blake, e perché non ho mai provato con nessuno le stesse cose che provavo con Ashton.

Con Blake mi sono data una risposta. L'ho usato. È una cosa brutta da dire, ma è realmente così. Le mie intenzioni non erano maligne, non ho mai agito con cattiveria. Volevo solo colmare il vuoto lasciato da Ashton, ma purtroppo stare con Blake mi ha causato altro dolore.

Invece con Asher sto bene. Dopo tanto tempo nella nuvola nera che mi accompagna da più di un anno, sembra essere tornato il sole. Ma se devo essere sincera, non provo le stesse cose che provavo con Ashton. Però sento che lui può essere davvero la persona giusta per me, anche se litighiamo spesso e non possiamo avere una relazione normale. Voglio stare con lui e farò di tutto affinché Asher se ne renda conto.

Mi alzo dal letto e sussulto appena i miei piedi entrano a contatto con la superficie del pavimento gelido. Mi dirigo verso l'armadio del mio fidanzato alla ricerca di qualcosa di più comodo. Una volta trovato e indossato, decido di scendere al piano di sotto e parlare con lui. Ammetto di essere stata troppo aggressiva nei suoi confronti. Ma Ashton è una vena scoperta e molto dolorosa.

Scendo le scale e subito lo noto sdraiato sul divano, con l'intenzione di dormire, ma dai suoi continui cambi di posizione deduco che sia molto scomodo.

"Se vuoi, puoi dormire con me. Noto che non sei comodissimo," dico, scendendo l'ultimo gradino per poi avvicinarmi al suo corpo ancora coricato, che mi dà le spalle.

"Grazie che mi dai la possibilità di usufruire delle mie cose. Gentilissima," sputa, sarcastico, prendendosi gioco di me.

"Non c'è di che. Fossi in te accetterei. Quando dormi male, sei leggermente velenoso," rispondo, ripagandolo con la sua stessa moneta. Quando si gira, degnandomi di uno sguardo, gli faccio un bel sorriso finto che ricambia con un dito medio.

"È tardi, Gigi, e non ho la minima voglia di litigare con te."

"Nemmeno io voglio litigare," lo interrompo, mettendo in chiaro le cose prima che si scateni l'inferno.

"Credo che tu abbia una gran voglia di litigare con me," dice, mettendosi seduto, per poi poggiare i suoi occhi su di me, notando solo ora il mio abbigliamento.

"Da cosa lo deduci? Sono venuta qui con tutte le buone intenzioni per cercare di chiarire," rispondo, agitandomi sul posto a causa del suo sguardo insistente sul mio corpo, ricoperto solo dalla sua felpa che continuo a tirare giù per non far vedere il mio intimo nero.

"Non coprirti. Ti ho già vista svariate volte. Non hai motivo di vergognarti di me," dice, avvicinandosi, ma ad ogni suo passo io ne faccio uno indietro. Non so perché mi allontano. Non ho paura, è solo che non mi piace il mio fisico e non voglio mostrarglielo per paura che, prima o poi, noterà tutti i difetti.

"Non sviamo il discorso. Io e te abbiamo molte cose di cui parlare," dico, interrompendo questo momento imbarazzante e allontanandolo dal mio corpo.

"Di cosa vuoi parlare?" domanda brusco, sbuffando.

"Asher, mi hai detto tu di venire, dovresti dirmelo tu di cosa dovremmo discutere," gli faccio notare, ma strabuzza gli occhi appena sente quello che gli ho appena detto.

"No, Gigi, sei tu che decidi di cosa si deve o di cosa non si deve parlare. Se io mi apro con te è perché mi sto fidando, e se tu non fai la stessa cosa, significa che non provi quello che provo io," dice a macchinetta, traendo conclusioni sbagliate.

"Non è assolutamente così. Con te mi sono aperta su cose importantissime, e se non voglio parlare di Ashton è perché è un capitolo della mia vita troppo doloroso. Io di te mi fido, ma devi avere pazienza e rispettare i miei tempi, come io ho fatto con te. Non mi sono mai permessa di farti domande personali, anche se di te fondamentale non so niente—"

"Chi sceglieresti tra me e Ashton?" mi interrompe, ponendomi questa domanda che ho sempre cercato di evitare, da cui sono scappata senza mai darmi una risposta.

La verità a cuor mio la so, ma è difficile da spiegare al proprio fidanzato. Come fai a guardarlo negli occhi e dirgli che sei innamorata di una persona che non c'è più? Che quando sei con lui pensi a quella persona e vorresti che fosse al suo posto? Che vorresti tornare indietro nel tempo per donargli la tua vita, perché ogni cellula del tuo corpo è ancora innamorata di lui?

"Asher... ti ho già detto che non voglio parlare di lui," balbetto, trattenendo le lacrime. Odio prenderlo in giro, perché fondamentalmente sto facendo questo con lui, ma c'è qualcosa dentro di me che non riesce a lasciarlo. Ma la verità è che, se Ashton fosse qui, non avrei esitato a rispondergli. Se Ashton fosse qui, non avrei mai guardato Asher.

"Tu non mi amerai mai, o almeno non lo farai mai come hai fatto e stai facendo con Ashton," parla senza guardarmi e con un tono basso e ferito. Io voglio tutto tranne che farlo stare male, e saper di aver procurato dolore a qualcuno mi fa contorcere lo stomaco. Soprattutto se è una persona a cui tengo molto. Forse non l'ho dimostrato, ma io ad Asher voglio un bene dell'anima.

"Si, è vero, lo ammetto. Nessuno mi è entrato nel cuore come ha fatto Ashton, ma lui non c'è più. È morto per colpa mia. Quindi sì, Asher, io non mi dimenticherò mai di lui. Sarà sempre nei miei cazzo di pensieri qualunque cosa io faccia," gli sbatto in faccia questa verità mentre le lacrime hanno avuto la meglio e sono riuscite per l'ennesima volta a rigare le mie guance.

Mi guarda negli occhi e io faccio la stessa cosa, ma i nostri sguardi sono diversi. Il mio chiede perdono per avergli nascosto i miei sentimenti per un'altra persona, mentre nel suo vedo solo collera e odio.

Si avvicina a me, applaudendo e scaraventando contro il muro un vaso di ceramica che si rompe in mille pezzi, mentre il suo respiro diventa più affannoso e il suo sguardo più carico di odio.

"Sei stata brava, lo ammetto. Mi hai fatto credere di essere importante quando non hai fatto altro che pensare a un'altra persona. Recitazione eccellente, mi complimento veramente. Mi hai fatto dubitare di me stesso, mi hai fatto sentire in colpa quando la persona sbagliata sei tu. Non ti auguro il male, ma nemmeno di stare bene con una persona come io stavo bene con te," urla, lanciando tutti gli oggetti davanti alla sua visuale, per poi arrivare al mio viso e guardarmi con puro disprezzo.

"Ashe— fammi spieg—" dico tra un singhiozzo e l'altro, cercando di avvicinarmi a lui, ma appena la mia mano entra a contatto con la sua spalla, si dimena.

"NON MI TOCCARE!" urla ancora più forte, tirando in pugno al muro, mentre le vene del suo collo si fanno più evidenti.

"Ti prego, calmati, mi fai paura," dico allontanandomi. So che non mi toccherebbe mai, ma la situazione non è per niente tranquilla.

"Cosa ho sbagliato?" sussurra, sedendosi sul divano e alzando lo sguardo verso di me.

"Non hai sbagliato niente," rispondo, tirando su con il naso.

"Allora perché non provi niente per me?" domanda, alzando di nuovo il tono.

"Non ho mai detto di non provare niente per te, sennò non sarei nemmeno qui," ammetto sinceramente, cercando di avvicinarmi, ma lui mi blocca alzando la mano e facendomi capire che in questo momento non mi vuole vicino.

"Però non provi le stesse cose che provi per Ashton," dice, riflettendo e aspettando una mia risposta. Senza esitare, mi avvicino a lui, per poi abbassarmi alla sua altezza affinché mi guardi negli occhi.

"L'ho visto morire. Le sue ultime parole sono state 'ti amo, Gigi' e non ho nemmeno avuto il tempo di ricambiare i miei sentimenti, perché lui era già volato via da me. Mi sento in dovere di non poter provare con nessuno l'amore che mi ha fatto provare Ashton. Il problema non sei tu, ma sono io e la paura di tradirlo, nonostante io non sia nemmeno riuscita a salvarlo. Ma non pensare che per me non vali niente. Sei stato la prima persona a farmi sentire bene dopo molto tempo e te ne sarò per sempre grata."

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