Fourteen.

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«Charlie, amore, svegliati».

«Cosa è successo?». Sussurra aprendo del tutto gli occhi dopo essersi abituata alla luce, così da guardare sua madre.

«Hai avuto un brutto attacco di panico, dopo hai perso i sensi. Siamo in ospedale, ti hanno fatto le analisi per sicurezza». Le stringe la mano sollevata per il suo risveglio. La castana si guarda intorno iniziando a ricordare tutto, stava già male da qualche giorno in maniera più pesante ma oggi si è svegliata ancora peggio, durante il tardo pomeriggio ha avuto un attacco di panico molto forte e dopo ha appunto perso i sensi per un po' di tempo.

«Charlie, devi riprendere ad andare dalla psicologa. Non dovevi smettere, la psichiatra te lo aveva detto». Charlie purtroppo ha voluto staccare le sedute con la sua psicoterapeuta perché voleva risparmiare anche se tutti le avevano detto di non farlo, lei testarda per com'è ha deciso comunque di smettere per un po' e di fare visita alla psichiatra ogni tanto per quanto riguarda i farmaci.

«Costa, voi avete bisogno anche del mio aiuto».

«Preferisco fare qualche ora in più che vedere mia figlia soffrire, chiaro? Chiama la psicologa e torna a fare terapia». Afferma seria e Charlie dopo qualche secondo annuisce debolmente, sentendosi tremendamente in colpa.

«Oh bene, sei sveglia. Potete andare, le analisi sono buone per fortuna». Sorride il medico entrando nella stanza e porgendo la cartella delle analisi alla madre di Charlie.

«Però Charlie devi riposare per qualche giorno, hai avuto un brutto attacco». La dottoressa guarda la castana.

«Non posso con il lavoro». La guarda preoccupata.

«Non preoccuparti, ti farò un certificato medico e starai in malattia per qualche giorno, è importante che tu ti riposi anche soli due giorni. Va bene?». Charlie annuisce e mentre si alza e si sistema la dottoressa le fa il certificato medico, poi la ragazza chiama il suo capo spiegando cosa è successo tralasciando il suo attacco di panico, dicendo che ha perso i sensi per la stanchezza, di conseguenza ha chiesto il permesso per la malattia che ovviamente le è stata concessa e dopodiché torna a casa. Ad aspettarla ci sono le sue sorelle che erano parecchio preoccupate per la maggiore, quando la vedono la accolgono con un forte abbraccio.

«Ha fatto bene a farti prendere la malattia, ti devi riposare». La guarda preoccupata Emily.

«Appunto, mettiti a letto». La incita la madre.

«Io devo fare la notte ma se hai bisogno di me rimango». La guarda sua madre.

«Assolutamente no, ci sono Emily e Sophie con me. Sta tranquilla mamma». La tranquillizza.

«Va bene, però chiamatemi per la qualsiasi e attente a tutto, va bene?». Le tre annuiscono e dopo aver salutato la madre tutte vanno nelle loro stanze, Charlie fa una doccia veloce e dopo si mette a letto prendendo il telefono e aprendo poi la chat di Billie.

Charlie:
Ehi Billie, scusa se non ti ho più risposto ma non sono stata bene

Le due dopo che hanno cenato insieme qualche sera fa a casa della cantante si sentono spesso e oggi prima di sentirsi male Charlie stava parlando con lei. Si trova davvero tanto bene e spera che sia lo stesso per la nera, le sue paranoie non la lasciano un secondo.

Billie:
Charlie, che hai avuto?

Charlie:
Stavo poco bene già da qualche giorno ma oggi sembrava essere peggiorata la cosa, nel pomeriggio ho avuto un brutto attacco di panico e sono svenuta per lo stress così sono finita in ospedale

Billie:
Dio Charlie ma che dici? Come stai ora? Sei ancora in ospedale?

Charlie:
No sto meglio, sono a casa. Quando mi sono risvegliata mi hanno dato i risultati delle analisi che mi avevano fatto e fortunatamente sono normali solo che la dottoressa mi ha detto di stare a riposo infatti mi ha fatto prendere subito la malattia per due giorni

Until the last breathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora