Seventeen.

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«Puoi fermati un attimo e ascoltarmi?».

«Devo lavorare».

«Anche io, ma non concludi nulla se mi eviti». Nessuna risposta.

«Charlie cazzo mi vuoi ascoltare?!». La blocca per un braccio facendola girare verso di lei.

«Dio, mi eviti da ieri sera cazzo». La guarda nervosa mentre la grande non dice una parola.

«Non ti sto evitando, sto evitando di fare casini, è diverso Billie».

«Ma quali casini? Non abbiamo avuto neanche il tempo di parlarne, non abbiamo avuto il tempo di parlare di nulla». La nera non sa se essere nervosa, preoccupata, disperata oppure, nel peggiore dei casi, tutti e tre.

«Io quello che dovevo dire l'ho detto». Risponde la castana mentre prende due scale in uno sgabuzzino mentre la più piccola la segue affrettando il passo pur di starle dietro mentre corre di qua e di là lavorando.

«Si ma io non ho parlato, noi due non abbiamo parlato. Solo tu non vale Charlie».

«Non è colpa mia se mia sorella mi ha chiamata».

«Non le sto dando mica una colpa, sto dicendo che adesso tocca a me parlare».

«Billie dobbiamo tornar-...». Finneas si blocca vedendo la comica scena della più bassa che rincorre la grande mentre litigano, come se fossero una coppia sposata.

«Ciao Finneas, tutta tua, credimi». Lo guarda e poi guarda Billie che a sua volta la guarda male.

«Ciao Charlie..?». Ricambia il saluto guardandole confuso.

«Non credere che il discorso sia chiuso». La guarda e dopo va via con suo fratello tornando a lavorare, Charlie tira un profondo sospiro e continua invece a fare ciò che stava facendo.

«Ma che vi prende? Sembravate una coppia sposata che litigava».

«Perché dopo ieri non mi ha fatta parlare».

«Io credo, da quello che mi hai detto, che ha paura di farti stare male».

«Lo so ma posso aiutarla, non la lascerò mai stare, so che ha bisogno e pure tanto. Io non voglio allontanarmi da lei». Risponde fissando il vuoto nervosa mentre sul volto del fratello sorge un sorriso dolce.

«Ti stai affezionando vedo»

«No non ora, sono nervosa, queste parole dimmele dopo». Conclude mentre lui ride.

«Charlie, io capisco il discorso che dici tu però se lei può aiutarti, cosa molto probabile credo, potresti anche riuscire a stare meglio finalmente». Kim espone la sua idea mentre le due lavorano, la castana resta però fermamente convinta della sua idea, non vuole soffrire più del dovuto e non vuole fare soffrire la ragazza che ama.

«Mi fa paura Kim, parecchia paura». Sospira.

«Lo so Charlie, lo immagino. Ma te lo meriti, meriti di avere del bene finalmente in tutto lo schifo che sta passando la tua testa». La guarda preoccupata prendendole una mano, lei la guarda qualche secondo e poi sospira.

«Vedrò di pensarci». La collega le sorride e dopo cambia discorso, deve sentirsi sicura lei, altrimenti quello che dicono gli altri da consiglio passa a pressione e non è giusto secondo Kim, preferisce dire la sua e darle poi i suoi spazi, come giusto che sia. Quando Charlie esce dalla stanza in cui si trova inizia a camminare per cambiare piano ma viene bloccata dalla voce del suo capo mentre passa davanti al suo ufficio con la porta aperta.

«Charlie vieni un attimo?». La ragazza entra e si blocca vedendo Billie.

«Si?». Lo guarda.

«Sta arrivando un carico di attrezzature nuove, potresti andare ad aiutare?».

Until the last breathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora