«Forza Charlie, conta. Uno, due, tre». Si accascia a terra portando le ginocchia al suo petto e appoggiando la schiena al muro mentre ripete a se stessa di calmarsi in preda ad un attacco di panico.
«Fai un respiro profondo Charlie, forza». Sussurra ancora provando a respirare ma non riesce, cerca di far uscire la voce per chiamare aiuto ma non vuole uscire.
«Charlie c'è stato un rumor-». Apre la porta sua sorella Emily avendo sentito una botta proveniente dalla stanza della sorella ma ecco che quando apre la porta la vede a terra, corre subito verso di lei abbassandosi alla sua altezza e prendendole le mani.
«Charlie guardami sono qui». Le alza il viso facendo incrociare i loro occhi.
«Repsira con me lentamente». La castana guarda la più grande iniziando a respirare insieme a lei così da farla calmare.
«Okay, bene». Prende poi il telefono a cui collega le cuffie e ne mette una nel suo orecchio e una in quella di Charlie facendo partire poi una canzone.
«Su Charlie, ascoltiamola insieme». Emily senza staccare le loro mani, si siede accanto a lei e insieme ascoltano la canzone.
«Wake up and smell the coffee
Is your cup half full or empty?
When we talk, you say it softly
But I love it when you're awfully quiet, quiet».Sembrerà strano, ma Come out and play è la canzone che è in grado di calmare Charlie durante un attacco di panico, la tranquillità che le trasmette è assurda. Proprio per questo poco dopo averla ascoltata lei riesce a calmarsi, un profondo sospiro di sollievo riempie la stanza facendo capire alla più piccola che Charlie sta meglio.
«Grazie». Le sussurra all'orecchio per poi abbracciarla.
«Quando starai bene?». Sussurra la piccola stringendola forte.
«Presto, te lo prometto». Le bacia la testa e poco dopo si alza guardandosi poi intorno.
«Cosa?». Chiede Emily.
«Sto cercando di capire cosa fare prima di andare a lavoro».
«Vuoi una mano a sistemare?». Chiede la più piccola vedendo la maggiore che inizia a sistemare a la stanza.
«No, tranquilla piccolina».
«Ti prego, sta attenta a lavoro per favore». La guarda preoccupata ma lei le sorride.
«Tranquilla, sarà fatto okay? Te lo prometto». Le bacia la testa e dopo entrambe scendono al piano di sotto ma non essendoci nessuno oltre loro in casa Charlie saluta sua sorella e dopo esce incamminandosi verso la struttura. Oggi si sente parecchio stanca, per ora la notte non dorme bene e tra questo e il lavoro che un po' la stanca si sente un po' persa, si ritiene molto fortunata ad avere la sua famiglia, sicuramente la aiutano molto e secondo quanto dice lei, la sua esistenza non avrebbe neanche senso senza di loro. I pensieri che ha in testa vengono messi da parte nel momento in cui varca la soglia della struttura, da ora in poi deve concentrarsi solo sul lavoro. Oggi lo staff lavora qui dentro, devono sistemare delle attrezzature e preparare i furgoni per i prossimi eventi, infatti appena arrivata Charlie si dirige subito nei magazzini per iniziare a caricare la roba.
«Charlie, bisogna prendere i fari sono al terzo piano nel magazzino». La guarda Sonya, un'altra sua collega.
«Si vado». Prende l'ascensore e sale al terzo piano per poi percorrere il lungo corridoio arrivando davanti al magazzino ma trovando la porta chiusa a chiave si ricorda che deve prendere tutte le chiavi in uno degli uffici così di corsa raggiunge uno di essi in cui spera di trovare le chiavi ma si blocca vedendo Billie davanti la porta che parla con il fratello, probabilmente aspettano il manager. Charlie aspetta timidamente che loro si spostino ma non dice nulla perché non vuole disturbare, la sua timidezza prima o poi la ucciderà, questo pensa di sé stessa.
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Until the last breath
Romance«Quella voce..io la conosco». Si avvicina e resta bloccata nel vedere chi si nasconde dietro quella porta. «Sei tu? Sei sempre stata tu?». La guarda non sapendo cosa pensare o dire. Si avvicina a lei provando un misto di emozioni. «Si, sempre io». L...