Twenty-one.

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«Allora Billie, c'è questo evento organizzato da diversi brand ed è su invito. Ci sarà un red carpet, una cena con tutti gli invitati e delle esbibizini di ognuno di voi. Ovviamente andrai con Finneas». Spiega Mark, il manager, che ha chiamato Billie nel suo ufficio.

«Oh si certo, quando sarà?».

«La prossima settimana. Stiamo organizzando tutto, vi scorteranno due dei nostri bodyguard». Spiega mentre lei ascolta, poco dopo la porta si apre e ad entrare è Charlie che si blocca non appena vede Billie.

«Eilish». La saluta affiancandola e guardando Mark.

«Handerson». Ricambia l'altra in modo altrettanto serio, ma entrambe trattengono una risata.

«Certo che siete proprio assurde voi due insieme». Ride dolcemente il loro capo facendole poi sorride.

«Charlie, ti ho convocata perché un mio amico è un regista e cerca alcune persone che lo aiutino con le attrezzature, io ho fatto il tuo nome insieme ad altri, spero non sia un problema». La castana lo guarda e sorride subito.

«No, certo che no. Grazie mille signore».

«Perfetto, ovviamente i tuoi orari non combaciano con i suoi, così non ti dovrai ammazzare per entrambi, ci sentiamo più tardi così ti dirò quando inizierai». Le spiega sorridendo mentre lei ascolta e annuisce.

«Mentre per te, credo di aver detto tutto». Guarda Billie mentre riflette su ciò che doveva dirle per vedere se ha dimenticato qualcosa.

«Va bene, allora mi fai sapere gli orari e il giorno della partenza». Sorride la nera.

«Certo, è tutto. Andate pure ragazze». Quando le ragazze escono Charlie la guarda quasi timorosa.

«Devi partire?». Le chiede, subito dopo Billie spiega ciò che le ha detto il manager.

«Va bene. Io torno a lavoro, ci vediamo più tardi». Le risponde la più grande e dopo averle dato un bacio torna nella sala di registrazione in cui stava lavorando mentre le paranoie le invadono la mente.

Deve partire, chi ci sarà? Qualcuno migliore di lei sicuramente, a detta sua. Da qui i suoi pensieri vagano, pensieri del tipo che incontrerà qualcuno migliore di lei e si renderà conto che può avere di meglio, o magari non la vorrà sentire perché sarà troppo impegnata, o addirittura si scorderà di lei e quando tornerà neanche la saluterà più. Potrebbe impazzire anche perché questi pensieri la perseguitano per tutto il resto della sua giornata lavorativa. Quando finisce il suo turno Billie è già a casa, ma quando la castana esce dalla struttura le scrive di aver urgenza di andare lavarsi e stendersi un po', il che è la verità ma il motivo non è quello che ha detto alla sua ragazza, ovvero la stanchezza ma bensì i suoi pensieri che le martellano la testa. Prova a fare una doccia calda, quasi brucente, una volta dopo essere arrivata a casa, ma la situazione peggiora, è come se questi pensieri tendessero ad allargarsi, ad espandersi con immagini ancor di più assurde e questo porta solo un dolore lancinante del petto della ragazza. Lei si fida di Billie, il problema non è di certo questo, il problema è che ha visto molte cose ed è abituata molto male così la sua testa, per proteggerla, le ricorda ciò che ha passato facendo in modo che ricordando tutto lei possa evitare un nuovo dolore, forte e se non di più, rispetto a quello precedente.

«Charlie stai bene?». Le chiede la nera dopo averla chiamata al telefono.

«Si Bill, perché?». Cerca di mascherare il suo stato d'animo il più possibile.

«Non so, non ti sei fatta sentire, mi stavo preoccupando».

«No scusami, ho finito ora di sistemarmi e lavarmi, mi sono messa un attimo a letto per riposare la testa».

Until the last breathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora