Carmine aveva promesso a Jeongyeon di non dire una parola sulla sua apparizione, a patto che gli spiegasse cosa fosse accaduto e se fosse resuscitata.
-Ovviamente no, Carmine!- esclamò la ragazza ridendo, eppure il suo era un sorriso amaro, non era più quel sorriso che soleva riempire le giornate dei suoi amati.
-Allora siete scappata. Ma perché?
-Io... Amo Nayeon con tutta me stessa ma lei... Non ne vuole più sapere di me. Insomma... Anch'io non ne ho voluto sapere di lei per un periodo di tempo perché ero arrabbiata, ma poi sua figlia è nata e non me l'ha neanche detto. Sua figlia... Quella che doveva essere nostra figlia. Io avrei dato la mia vita per loro, solo per loro, è per questo che non mi sono uccisa. Ho recato troppi danni a quella famiglia e il senso di colpa nei confronti di mio marito mi stava consumando. Non ho avuto altra scelta che andarmene, Carmine. Il signor Im è stato tanto gentile con me e non merita di avere una nipote ingrata e problematica come me. E sua figlia deve essere felice con suo marito, un uomo, e loro figlia.- Una lacrima rigò il volto di Jeongyeon. -Ma non ho avuto il coraggio di scappare. Devo vivere; devo farlo per la mia vera madre, la quale è stata uccisa per via della sua relazione clandestina col mio vero padre. Ho anche gettato nel fiume la mia collana, l'unico ricordo che avevo di Nayeon. Ora porterò solo il ricordo del suo bel sorriso nel mio cuore.
Carmine voleva piangere ma si stava trattenendo. Avrebbe voluto abbracciare quella ragazza, correre da Nayeon a dirle la notizia, ma non poteva farlo.
-Signorina Jeongyeon... Entrambe meritate la felicità e... La signorina Nayeon ha confessato ai suoi genitori di amare voi e solo voi.
Jeongyeon aprì la bocca, un misto tra confusione e sorpresa. -Perché mai l'avrebbe fatto?
-Perché vi ama, signorina.
-E voi come lo sapete?
-Mi sono trattenuto qualche giorno a cercare il vostro corpo. Sono salito su questa nave quando si è fermata in Irlanda.
-Capisco.
-Signorina, sono disposto a buttarmi da questa nave ed andare a nuoto dalla signorina Nayeon per dirle che siete viva.
-Jeong? Jeong? Jeongyeon!- urlò Nayeon nel tentativo di svegliare la ragazza accanto a lei.
-Sono qui!- urlò Jeongyeon.
-Lo so, stavi sognando.- le disse la ragazza accarezzandole i capelli.
-Nayeon... Ho fatto un incubo.
-Non preoccuparti, è tutto passato.
-No, ma era strano. Ero su una nave con un tale Carmine e parlavo di te. Io mi ero allontanata per lasciarti vivere con tuo marito.
-Non lo dire neanche per scherzo! Non fare una cosa del genere!- urlò arrabbiata la ragazza cessando le sue carezze.
-Non preoccuparti, non lo farò, ma ho paura che possa succedere...
-Perché ti spaventa se sai che non lo farai?
-Io... Ho paura che tu tornerai da lui che è... Quello che non sono io.
-È proprio per questo che sto con te.- Quando si rese conto di ciò che aveva detto, fece un colpo di tosse. -Che sono accanto a te e non a lui.- provò a correggersi.
Jeongyeon sorrise e le baciò una mano. -Usciamo stasera, ho paura che domani sia troppo tardi.
Nayeon ridacchiò. -Domani devo lavorare... Però... Devo stare lì alle undici. Non è che questa storia del sogno era una scusa per chiedermi di uscire subito?
Jeongyeon scosse il capo. -Non mi serve un sogno per sapere che sei la donna dei miei sogni.
Nayeon ridacchiò nervosamente. -Yah! Che sdolcinata!- esclamò colpendole il braccio per poi coprirsi la faccia con le mani.
Jeongyeon ridacchiò e si mise seduta. -Vado a fare le pulizie.
-No, dai, rimani un po' a letto.
-Devo preparare la colazione.
Nayeon mise il broncio. Jeongyeon le diede un bacio sul naso. -Stasera prometto che faremo quel che vuoi.
-Ti conviene, Yoo.
Jeongyeon si alzò e, prese i vestiti, si chiuse nel bagno. Nayeon guardò l'ora e decise di dormire un altro po'.
***
-Buongiorno Jeongyeon.- salutò il signor Im sedendosi a tavola.
-Buongiorno signor Im, gradisce un caffè?
-Sì, grazie. Oggi devo incontrare il mio ex consuocero e il mio ex genero.
-Oh...
-Devo cercare di mantenere la calma, forse sarebbe meglio una camomilla.- scherzò lui.
-Mi crede, con quella faccia di bronzo è difficile mantenere la calma.
-Come si è permesso a far soffrire mia figlia?
-Signor Im... Per quanto possa sembrare tradizionalista... Ah... Ho fatto un sogno.- L'uomo la guardò attentamente per capire dove volesse arrivare. -E nel mio sogno il padre di Nayeon non voleva che lei stesse con una ragazza. Quindi... Mi chiedevo se per lei fosse un problema che io e lei usciamo stasera. Da amiche, sia chiaro!
Il signor Im rise di gusto. -Non posso crederci... Erano secoli che non sentivo di persone che chiedono il permesso ai genitori per portare fuori la figlia. Sei una brava ragazza, Jeongyeon.- Bevve un sorso del suo caffè. -Ma anche una bugiarda.
Jeongyeon inarcò un sopracciglio. -Ho forse fatto-
-Come amiche, eh?
Jeongyeon si grattò la nuca nervosamente. -Intendo che... Siamo amiche, per ora. Ma no... Non voglio essere solo sua amica. E se glielo chiedo è perché non voglio provocarvi problemi.
-La vita è di Nayeon, chi siamo io e mia moglie per dire chi deve frequentare?
-Ma magari...- Jeongyeon sospirò e guardò a terra. -Magari voi sapete chi è meglio per Nayeon e volete proteggerla.
-Hai visto che fine ha fatto con quel ricco dei miei stivali? Non m'importa chi sia, l'importante è che sia una brava persona che mia figlia ami e che ami mia figlia.
Jeongyeon sorrise inconsciamente. -Allora non devo temere.
Il signor Im si alzò e le accarezzò la schiena in segno d'affetto. -Sei una brava ragazza, io e mia moglie ti consideriamo già come una figlia e, qualsiasi cosa accada, io e lei vogliamo il meglio sia per Nayeon che per te.
Jeongyeon sorrise, commossa dalle parole del signor Im. -Grazie signor Im.
-Chiamami Carmine, basta con le formalità.
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Scandalous|2YEON|ITA
FanficÈ il 2053, sono passati 288 anni dalla morte di Jeongyeon, di cui non rimane altro che una collana. Im Nayeon, una ragazza di ventisette anni, troverà la collana lungo il Tamigi e, otto anni più tardi, incontrerà qualcuno che le stravolgerà la vita...