I nostri seguirono la strada che serpeggiava lungo la collina, che ora si faceva completamente spoglia.
"Come mai non ci sono alberi, qua? Non sembra un pascolo" chiese il Berto incuriosito, guardandosi attorno.
"È una città fortezza, quella. Non sarebbe bello se degli invasori ti spuntassero sotto il naso, nascosti e riparati da un fitto bosco. Ne convieni?"
"Sì, mi sembra ragionevole" rispose il Berto, cercando di darsi un tono e mascherare l'imbarazzo per l'ingenuità della sua domanda.
Man mano che si avvicinavano alle mura, riuscivano a distinguere le sagome delle vedette e dei picchetti di guardia. Lungo la pianura, le strade erano piene di traffico, come il fiume di barche.
"Non pensavo si potessero costruire delle mura così alte."
"Ottimo ritrovato, per tenere fuori la gente spiacevole. Stiamo per arrivare. Ti ricordi cosa dire?" rispose la Caterina.
"Certo, per chi mi hai preso?"
Caterina sbuffò.
"Sul serio te lo devo ricordare? Hai tentato di scappare da una combriccola di streghe usando delle ceste. Hai pensato bene di diventare compagno di letto della Fada Regina. Non sembri esattamente il campione delle idee brillanti."
"Eh! Mica mi ci sono messo io, in quelle situazioni! Cosa avrei dovuto fare?" chiese il Berto scaldandosi e agitando le mani.
"Fare come i furbi. Nascondersi il meglio possibile e aspettare che la tempesta passasse."
"Fare come le pugnette, vorrai dire."
"Ehi tu! Stai parlando con quel cane?"
"Eh?" il Berto si sorprese di sentirsi appuntato a distanza da una delle guardie.
Rifletté che, in effetti, aveva chiacchierato animatamente con la Caterina lungo tutto il sentiero. Ma poi decise che al diavolo, chissenefrega.
"Certo che ci parlo! Anche se non è che sia un prodigio di simpatia, non avevo altra compagnia. Caterina, presentati!"
"Caterina?" la guardia corrugò la fronte.
In tutta risposta, la piccola volpe guaiolò allegramente, mettendosi compostamente a sedere.
"Ma che fai? Forza! Parla!"
Lei guaiolò ancora, tutta soddisfatta.
"Giuro che prima parlava!"
"Certo, certo" disse la guardia, sempre più certa di trovarsi davanti un qualche matto delle montagne, di quelli che stanno così tanto tempo da soli che finiscono per perdere qualche macchinamento.
"Va ben, va ben! Sto cercando un tale capitano, Cuorsepolcro. Mi sapete dire dove si trova?"
"Il vecchio Cuorsepolcro? E cosa vuoi mai da lui?"
"Mi manda da lui un amico" rispose il Berto a voce più bassa, mostrando le spade che portava nel fagotto.
"Capisco. Scendi lungo la strada occidentale. Il suo campo è vicino alla Porta Borsari, dove le mura incontrano il fiume. Non puoi sbagliare."
"Non posso passare dalla città? Vorrei vederla, non ci sono mai stato."
"Là ti daranno un lasciapassare se lo riterranno opportuno. Per aumentare le possibilità che te lo concedano, non parlerei con la volpe, fossi in te" consigliò il milite.
"Ah, capisco. Va ben, va ben. Grazie. Vado. Arrivederci."
"Saluti" rispose la guardia.
I soldati seguirono con curiosità la segaligna figura del Berto che scendeva la strada, con la volpe che caracollava al suo fianco.
STAI LEGGENDO
Nel cuore e nella pietra
Fantasy"Sta nascendo, sta nascendo!" Alla cava, il grande Berto posò la mazza e si tolse il fazzoletto dagli occhi, scuotendosi di dosso le schegge e la polvere del granito con le manacce callose. "Sta nascendo?" chiese agitato il gigantesco tagliapietre. ...