Cap. (7) Braccia Curative

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Voldemort annuì a Severus sorpreso che l'uomo avesse rischiato di venire lì. Normalmente Severus lasciava Hogwarts solo quando era assolutamente necessario, temendo che la sua posizione di spia potesse essere compromessa. Curioso di sapere cosa avesse portato lì il suo vecchio amico, Voldemort indicò il posto accanto a lui. Severus lo accettò con gratitudine.
"Volete qualcosa da mangiare?" Chiese Voldemort educatamente, sapendo che Severus aveva la cattiva abitudine di saltare i pasti, soprattutto quando stava lavorando su una pozione difficile. Severus scosse la testa. Quell'uomo era troppo magro per il suo bene.

"No, ho mangiato prima di venire. Comunque non rifiuterei un bicchiere di vino, Tom." Rispose Severus, riferendosi al suo Signore con il suo nome, un privilegio riservato a lui nella sua cerchia più ristretta. Tom annuì e apparve un elegante bicchiere pieno di vino da cena color Borgogna. Severus annuì in segno di ringraziamento e sorseggiò la bevanda dal sapore intenso. Posando il bicchiere, sospirò.

"Potter sta attualmente dormendo nei miei alloggi." Affermò senza mezzi termini. "Sembra che io abbia giudicato male il ragazzo." Vedendo il sopracciglio alzato di Tom, sospirò.

"Silente mi ha mandato a controllare Potter due giorni fa. L'ho trovato chiuso in un armadio, nudo, coperto del suo stesso sangue. Se fossi arrivato lì anche un'ora dopo sarebbe morto. Quando Poppy lo ha scannerizzato ha trovato delle prove di stupro e anni di abusi. Quei maledetti Babbani lo avevano fatto morire di fame mentre lo costringevano a fare un'incredibile quantità di lavoro fisico. Aveva le parole puttana e mostro incise sulla schiena." Sputò Severus con disgusto, tremando di rabbia. Tom si sentiva come se qualcuno lo avesse stordito. Come il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto poteva essere maltrattato, ancor meno violentato e quasi ucciso senza che nessuno se ne accorgesse... Si sentiva male.

"Sembra che Silente stia ancora commettendo gli stessi errori." Disse infine Tom. Severus annuì.

"Voglio che tu lo guardi attentamente." Ordinò Tom. "Vediamo se riusciamo a portarlo dalla nostra parte o almeno a farlo restare fuori dalla guerra." Gli occhi di Severus si spalancarono per un secondo prima di diventare pensieroso.

"Prima, avrei detto che era impossibile. Ora, non sono sicuro di quanto di quello che fa sia solo una recita e quanto sia il vero Potter." Sospirò Severus. "A dire il vero non ho modo di prevedere cosa farà."

Tom annuì leggermente. "Non mi aspetto un miracolo. Voglio solo che tu cerchi di scoprire quanto più possibile su di lui. Pedina di Silente o no, è un giocatore importante in questa guerra." Disse con rammarico. Sospirando, Severus bevve il vino e spinse indietro la sedia, facendola raschiare contro la pietra mentre si alzava. Voltandosi, si inchinò al suo Signore, che alzò gli occhi al cielo. Sorridendo, Severus si voltò e uscì dalle stanze, con le vesti che svolazzavano dietro di lui, lasciando l'Oscuro Signore ai suoi pensieri.

Il senso di colpa era un pensiero importante. Nonostante fosse stato ingannato, era stato lui il responsabile della morte dei genitori di Potter. Se fossero stati vivi, il ragazzo non sarebbe mai stato nella posizione in cui si trovava adesso. I media non lo avrebbero perseguitato, non sarebbe stato violentato e maltrattato e sicuramente non sarebbe stato una pedina in una guerra che non comprendeva, una guerra in cui era troppo giovane per essere coinvolto. Avrebbe avuto un'infanzia più normale con una famiglia che lo amava. Sospirando, Tom si accasciò sulla sedia, dimenticando la cena. Lo stress della guerra lo stava mettendo a dura prova. Così tante brave persone erano andate perse a causa di un vecchio manipolatore e della sua stessa incapacità di fermarlo. Avrebbe dovuto aggiungere la morte del ragazzo alla lista sempre crescente di rimpianti? Sperava disperatamente che non si arrivasse a quello. Potter aveva sofferto abbastanza.

La paura travolse Harry mentre tremava. Suo zio era in piedi davanti a lui, con una frusta in mano, ridacchiando come un pazzo mentre stava accanto a Harry. Vernon agitò la frusta, causando dolore che attraversava il corpo di Harry ancora e ancora. Alla fine suo zio lasciò cadere la frusta. Poi tirò su suo nipote per il collo, facendo restare Harry senza fiato. Vernon premette il suo corpo grasso e sudato contro la figura fragile e sanguinante del ragazzo. Harry poteva sentire il cazzo rigonfio di suo zio che gli premeva nello stomaco.

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