Cap. (12) Confronto

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Entrarono negli alloggi di Severus in silenzio. Quando la porta si chiuse con uno schiocco silenzioso, Harry si voltò a guardare l'uomo più anziano. Gli occhi d'onice incontrarono il verde smeraldo quando Harry non si mosse dalla porta.

"BENE?" Chiese Severus con la voce grondante di sarcasmo. Si spostò leggermente sotto lo sguardo prolungato dell'adolescente. Quegli occhi verdi sembravano come se lo stessero perforando, scrutando i suoi segreti più intimi. Stava cominciando a diventare piuttosto irritante.

Alla fine Harry sospirò. "Allora, quando esattamente hai detto al caro Voldie che sarei rimasta con te?" Chiese Harry, sollevato dal fatto che, nonostante il nervosismo, la sua voce fosse ferma.

Gli occhi neri si spalancarono leggermente per lo shock prima che Severus diventasse illeggibile. Il cambiamento fu così minuscolo che Harry dubitava che molte persone se ne sarebbero accorti. "Non ho idea di cosa stai blaterando." Schernì Severus lanciando un'occhiataccia all'uomo più giovane.

Harry sospirò di nuovo. Meraviglioso, rifiuto, e anche quell'uomo era così bravo. Perché le cose non potevano essere semplici per una volta nella sua vita? "Non è quello che hai detto a quel ragazzo nel negozio di pozioni." Fece notare Harry, immaginando che essere schietto fosse la sua migliore scommessa.

"Come..?" Chiese Severus tranquillamente, il viso tirato, le labbra premute strettamente insieme. Sembrava leggermente in preda al panico, un'emozione che Harry non era abituato a vedere sul volto dell'altro uomo.

"L'incantesimo di ascolto inventato dai gemelli Weasley." Rispose Harry, con gli occhi fissi sul suo professore, mentre gli occhi di Severus si chiudevano e le sue spalle si abbassavano. Sembrava sconfitto. Sentendosi leggermente in colpa, Harry fece un passo avanti e posò una mano sulla spalla dell'uomo più anziano nel tentativo di offrire a Severus un po' di conforto.

Severus sogghignò. "E adesso? Correrai dal Preside e blatererai di come il tuo malvagio Professore di Pozioni stia lavorando per il grande, cattivo Signore Oscuro?" Severus stringeva forte la bacchetta in una mano, con la mente che correva mentre cercava di trovare una via d'uscita dalla situazione attuale.

Harry alzò gli occhi al cielo, con grande sorpresa di Severus. "Professore, non ho intenzione di correre a dire niente a Silente, tanto meno questo." Alzò le spalle. "L'unica cosa che so veramente di Voldemort viene dal Preside e da coloro che controlla." Sottolineò Harry, guardando il Serpeverde con un piccolo sorriso.

Severus alzò un sopracciglio. Con grande sollievo di Harry, l'altro uomo iniziò a rilassarsi.

"Quello che voglio sapere è perché segui Voldemort?" Chiese Harry in tono colloquiale.

Severus lo fissò apertamente scioccato. Chi diavolo era questa persona? E dove era scomparso Harry-Bloody-Potter, il cosiddetto Salvatore, che ogni anno scappava per cercare di uccidere il Signore Oscuro? L'incredulità doveva essere apparsa sul suo volto perché Harry ridacchiò.

"Davvero adesso, sicuramente avrai capito che il ragazzo sopravvissuto è solo una facciata elaborata." Harry sorrise. La sua mano cadde dalla spalla di Severus, e si diresse verso il divano di pelle, facendo cenno all'uomo più anziano di seguirlo. Si sistemò all'estremità opposta, appoggiandosi ai morbidi cuscini di peluche mentre Severus lo raggiunse.

"Realizzare e accettare sono due cose diverse." Mormorò stancamente Severus, massaggiandosi le tempie. Harry annuì comprensivo. "Sarai la mia morte." Commentò Severus, lanciando un'occhiataccia all'uomo più giovane.

Harry ridacchiò, gli occhi verdi danzarono sopra un sorriso malizioso. Lo sguardo di Severus si addolcì e gli angoli della sua bocca si contrassero. "Allora dimmi, perché ti sei unito a Voldemort?" Chiese Harry allegramente.

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