-⋆.ೃ࿔*:・ Capitolo 1

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MANUEL

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MANUEL.
"He's got a big head full of trash
And he talks down every chance he gets."
—The Neighbourhood, Sadderdaze.


Sto vomitando l'anima, e ciò fa abbastanza ridere considerato il fatto che la mia di anima non si degnerebbe a uscire da questo corpo nemmeno sotto tortura.

Sono altamente convinto che se un domani dovessi venire indagato per stregoneria—hey, bisogna considerare le varianti più assurde per farsi strada nel mondo—e mi venisse espressamente comandato di estrarre la mia anima per processarla, lei si indignerebbe al punto da tirarmi i muscoli fono allo stremo delle forze.
Sì, la mia anima è dannatamente testarda.
Non c'è una ragione, non voglio divulgarmi, sono logorroico già di mio.

Il bagno della scuola puzza abbastanza senza le mie alterazioni chimiche, ma adesso sono venuto a contaminare l'unico tra i cessi che sembrava il più propenso alla pulizia. Mi sono dovuto trattenere due volte dal rigettare il contenuto del mio intestino sul pavimento.
    La prima volta è stata in classe: sono corso via dopo un pugno sganciato al mio addome, facendo la figura del coglione di turno che si sente male prima di iniziare effettivamente a litigare. La seconda volta è stata all'entrata in bagno, dopo aver alzato la tavolozza e notato una strisciata di merda sulla porcellana accompagnata da cenere di sigaretta. Mi ha aumentato i conati di vomito, sicuramente. Solo ripensarci mi fa venire i brividi dal disgusto.

Ho una regola che generalmente non infrango: fai le cazzate solo durante il weekend. Durante quei due giorni di pace completa dove mi posso finalmente liberare dello stress acquisito attraverso interminabili ore scolastiche e dispute familiari, divento un bidone della spazzatura che continua a riempirsi fino all'orlo di dipendenze varie. Peccato che oggi è mercoledì, e ieri sera mi sono trafugato una bottiglia di vodka a stomaco vuoto, mischiandola a due pasticche dalle provenienze sconosciute spacciate da Theo, il mio amico dai gusti raffinati per la metanfetamina.
Sto una merda ultimamente. Mi sento il riflesso del mio caos interiore.

A casa mia non si sta più bene già da molto tempo, ma i miei genitori preferiscono litigare giornalmente da anni invece di divorziare ed esaurire il desiderio di tranquillità di tutti. Non mi capacito di come due esseri umani preferiscano sganciarsi bombe atomiche di insulti non appena i loro sguardi si incrociano che slegarsi dal vincolo matrimoniale che li ha uniti troppo presto e che, evidentemente, non funziona come dovrebbe. Certe volte gridano così tanto che tapparmi le orecchie non è sufficiente; la musica che mi ovatta dalle urla esterne e i rumori di vetri infranti sul pavimento non è alta abbastanza da separarmi dagli avvenimenti nella stanza accanto.

Mi serve scomparire da casa a volte, e ultimamente mi sembra di soggiornare più dal mio migliore amico Noah che sotto le tegole della mia stessa abitazione.

The Night We MetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora