-⋆.ೃ࿔*:・Capitolo 22

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MANUEL

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MANUEL.
"And I'd give up forever to touch you,
cause I know that you feel me somehow.
You're the closest to heaven that I'll ever be,
and I don't want to go home right now."
The Goo Goo Dolls, Iris.


La festa d'istituto è stata organizzata in modo eccellente quest anno. È il primo pensiero che mi fluttua nel cervello non appena varco la soglia del locale, la discoteca Blues Jun, dopo aver ripreso il biglietto timbrato dal bodyguard.

Lavinia ha insistito per andare fuori dagli schemi, così al posto di scegliere una tematica ricorrente ha deciso di imporre come dress code un ritorno al passato. Larghi vestiti vittoriani, completi stretti e cravatte facoltative; decorazioni da corte reale appese ai muri del vano. Una spettacolare atmosfera classica interrotta solo dai remix alla console e dalla gente che si spinge reciprocamente la lingua in gola.

Ovviamente Lavinia è la DJ, o almeno una delle tante che si alterneranno stasera. La sua figura si schianta in controluce con i riflettenti neon, innalzata alla fine della sala con le cuffie alle orecchie e i capelli biondi sciolti sulle spalle. Indossa un vestito ampio dai colori pastello sull'arancione, come se stesse dipingendo un tramonto che cattura la sua essenza vibrante, e rivolge ai presenti le attenzioni necessarie per rendere la notte indimenticabile.

Mi allento la cravatta nera, inclinando la testa lateralmente a causa del caldo che inizia ad espandersi per le mie membra alla vista della folla, e inizio a farmi largo verso il bar. Stasera devo riuscire a non bere, e sarà abbastanza complicato finché non ho una seria distrazione che mi desta dall'ordinare un qualsiasi drink. Distrazione che sempre più spesso trovo in Andrèj.

Sto iniziando lentamente a comprendere che la presenza di Andrèj riesce a farmi focalizzare su una cosa alla volta, nonostante io sia abituato a far correre l'attenzione ovunque. La mia mente è un caos perenne per questo motivo, e non dico che con lui smette di essere invasiva, ma almeno sono in grado di ignorarla per un po', staccare la spina dal subbuglio e concentrarmi su qualcosa di più importante.

Non è semplice tagliare fuori l'alcol e interrompere una routine che mi sono prefissato da anni, ma voglio fare uno sforzo. Penso di doverlo a me stesso, ma soprattutto a Mattia. Mio fratello ci ha provato in tutti i modi ad evitare che diventassi come lui, specialmente durante l'ultimo periodo della sua vita. Eppure, è stato lui a introdurmi a queste abitudini, perciò so quanto fosse incazzato nei confronti delle sue stesse azioni. Nelle dipendenze ha trovato una via di fuga, senza accorgersi che sarebbe stato un grande problema continuare su quella strada.

Non è stato un fratello terribile: il contrario. Il suo unico sbaglio è stato quello di introdurmi all'alcol e alle droghe al posto di allontanarmi da esse, ma prima di morire ha provato a farmi cambiare idea. Non lo incolpo di nulla, era solo un ragazzo spaventato che non sapeva più come combattere i demoni nella sua testa. Neanche io so bene come farlo. Sto imparando gradualmente, e voglio credere di poter fare ciò che Mattia non è riuscito a portare al termine. Glielo devo, voglio rassicurarlo che sono finalmente in buone mani.

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