-⋆.ೃ࿔*:・Capitolo 27

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MANUEL

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MANUEL.
"Se fossi ancora qui con me,
ti farei vedere io.
Che la lezione d'amore che mi hai insegnato
io l'ho imparata bene.
Per sempre con me sarai,
nella tasca a destra in alto.
Ascolterai ridendo ogni mio segreto,
che nessuno a parte te, a parte noi...
ha visto mai."
Ermal Meta, A parte Te. *

TRE ANNI PRIMA.
(4 giorni prima della morte di Mattia.)

Faccio sprofondare la testa nel cuscino, cercando di nascondermi da Mattia inutilmente.
Lui salta sul letto con un sorriso sornione che gli solleva le labbra. «Dimmelo.»

«No! Tu non sai mantenere i segreti,» lo contraddico, grugnando.
Mattia mi toglie il cuscino dal viso e assottiglia gli occhi. «I tuoi li so mantenere, furfante. Sputa il rospo.»

Sospiro. Mi porto il cappuccio della felpa a nascondere i ricci troppo lunghi, e mordicchio il labbro cercando di pescare il coraggio. «Mi piace un ragazzo,» rilascio in un decreto finale.
Mattia sorride come se gli avessero fatto toccare le nuvole con una mano. «Allora non sei completamente apatico. Quando ti muovi a fare il nome?»

Chiede tanto, ma sfortunatamente sono costretto a darglielo per evitare che si fissi tutto il giorno su questa storia. «Andrèj Gaeta.»
«Il biondino con gli occhi blu che fa boxe con Theo? Sguardo vuoto, asociale?»
Annuisco, stringendomi le ginocchia al petto.
Lui continua.

«Molto carino, di poche parole, riservato, indossa sempre abiti troppo larghi...» mi squadra. «Beh, avete lo stesso stile in effetti.»
«Ma lo stai studiando o cosa?»
«Caro fratello rincoglionito,» mi sorride, «Sapevo già che ti piaceva. Ci hai messo una vita a dirmelo.»

Aggrotto le sopracciglia. «Com'è possibile?»
Mattia alza le spalle con nonchalance. «A luglio Theo ha fatto quell'incontro di boxe stra noioso, te lo ricordi? Ti parlavo e tu guardavi tutto tranne il tuo migliore amico. Non è stato difficile seguire la tua traiettoria, furfante. A momenti sbavavi e nemmeno ti stava—»
Gli metto una mano sulla bocca. «Okay, basta, grazie! Abbiamo capito.»

Mattia ride goffamente. Poi mi scocca uno sguardo. «Davvero non sai chi sia, comunque?» spiazza, un'espressione indecifrabile che gli lampeggia nelle iridi scure, molto più delle mie.
«Ma se te l'ho appena detto!»
«Cazzo,» ride, ravvivandosi i capelli. «Questo si chiama destino.»
«Bleah, fanculo al destino. Come ti sembra?»

Mi da una gomitata scherzosa nel fianco, facendomi l'occhiolino. «Hai dei gusti prevedibili. Quando ci vai a parlare?»
«Non ci vado!»
Mattia sembra deluso dalla risposta. «E come pensi di iniziare a frequentare un ragazzo che ignori?»
«Non lo so,» mi guardo le unghie. «Magari mi parla lui per primo...»

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