ִ -࣪𖤐◞ ꙳Capitolo 12

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THEO

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THEO.

"I lost my faith but I still believe
there's something. "
—Chase Atlantic
Angels.



«Round Due?»
Il pavimento è freddo a contatto con i miei piedi scalzi. Pesco la mia maglietta persa tra le trapunte e schiocco la lingua in dissenso. «Ho da fare e anche tu.»

Due occhi scuri spuntano sfacciatamente (o timidamente, a seconda della prospettiva) da sopra il lenzuolo stropicciato. Un ciuffo di capelli neri ricade generosamente sulla fronte diafana e ricopre un piercing al sopracciglio argentato. «Hai sempre fretta, non ti insegue nessuno, sai?»
Magari fosse così.

Ultimamente mi ritrovo a sfidare il tempo e puntualmente sembro perdere in questa corsa fra noi due—a gareggiare con le moto sono bravo, con la vita un po' meno. Ci sono dei criteri per entrambe le attività e sembra che io non abbia molta dimestichezza con il secondo elemento in questione.

  Mi passo una mano tra i capelli scuri per ravvivarli, avvicinandomi al letto per scrutare meglio il mio interlocutore. Le mie labbra si spingono in un ghigno sarcastico. «Se il tuo Nessuno è in senso omerico, allora sono proprio fottuto.»
Kai Mishima alza gli occhi al cielo esasperatamente. «Non dare per scontato che io conosca tutte queste cazzate mitologiche.»

   Mi afferra il polso, facendo leva per alzarsi e avvicinarsi a me mentre sono impegnato ad allacciarmi la cintura in vita; lo lascio fare, ormai sono abituato alle sue lamentele che tentano di persuadermi a restare. A tredici anni ho incontrato Kai per la prima volta, a diciotto me lo sono scopato. Direi che è un ottimo sviluppo.
Alt, sicuramente non ero intenzionato sin da allora a ritrovarmi in una situazione del genere, ma le cose sfuggono un po' di mano quando hai bisogno di compagnia e capita che qualcun altro condivida la tua stessa necessità. 

Alas, eccoci qui.
Una dinamica un po' inconsueta ma deliberata.

Balzandomi a cavalcioni, affonda le ginocchia nel materasso sotto i miei fianchi, impadronendosi totalmente dei miei capelli e agguantandoli per lasciarmi dei baci sulla gola.
  Le labbra di Kai percorrono la linea della mia mascella, avventurandosi maliziosamente su e giù per la striscia di pelle che delinea una mia debolezza. Per riprendere il concetto omerico, direi che è una sorta di tallone d'Achille. Però ribaltato al sesso.
Mia mamma non sarebbe per niente orgogliosa di sapere per quali metafore utilizzo le sue nozioni sulla cultura greca.

«Scappi, scappi,» bofonchia Kai; il contatto con il piercing freddo al labbro mi fa reprimere un mugolio di piacere. «Hai paura di innamorarti?»
Che palle. Ecco che ha rovinato tutto. Mi scanso di lato lanciandogli un'occhiata diffidente.

The Night We MetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora