ANDRÈJ.
"La gente non nasce buona o cattiva. Forse nasce con delle inclinazioni verso l'una o l'altra parte, ma è il modo in cui ciascuno vive la propria vita che conta. E le persone che si incontrano."
—Cassandra Clare, Città di Vetro.I miei occhi costeggiano il mondo che viene avvolto dalla notte fuori dal finestrino.
Arbusti in lontananza vengono definiti dalla sagoma che si erge all'epicentro di una via pedonale, case dai motivi rustici compaiono sparse per la strada, le luci spente per abbracciare il sonno dei proprietari, di chi riposa sotto l'influenza del lavoro che l'attende domani.
Non ci sono bambini, l'età ancora non gli permette l'iniziazione ambita alla vita adolescenziale, dove potranno finalmente seguire le abitudini dei più grandi, quelle creature mistiche che hanno timore di guardare in faccia, perché si sentono infantili al loro cospetto.Quando ero piccolo, occupavo il mio tempo sull'altalena nel giardino vicino casa di mia zia, osservando drammaticamente il sole che discendeva sotto i palazzi, le rondini che svolazzavano verso mete più luminose dove poter continuare la giornata. Silenziosamente, scrutavo i ragazzi che utilizzavano la pista da skateboard e tinteggiavano le loro ruote mensilmente perché la vernice precedente si era sgretolata con l'usura. Caricavano una cassa dentro lo zaino, mettevano la musica e si divertivano a fare sparring—io, che ero abituato alla difesa e all'attacco, notavo con rimorso che nonostante la loro violenza fosse abbastanza da mandare qualcuno in coma, mancava la tecnica che avrebbe potuto prevenire incidenti mortali.
Non avevano protezioni. Quante volte ho assistito a un ragazzo che erroneamente spaccava il naso all'altro, e il seguito di amici sghignazzava esilarante come se avessero visto lo spettacolo di burattini più interessante all'Opéra viennese.Il loro mondo appariva interessante, completo di libertà e spensieratezza e, infondo, ne ero completamente geloso. Adesso che mi avvicino al traguardo dei diciott'anni, considerato dalla maggioranza un evento importante e desiderabile, decifro quei comportamenti a cui avevo assistito da bambino con la consapevolezza che l'apparenza inganna notevolmente. Essere un adolescente fin'ora mi ha inondato di un'immenso terrore per il futuro che si appresta a ricorrere.
Perché desideriamo tanto crescere, per poi rimpiangere la nostra infanzia, la nostra innocenza?Mia zia me lo ripeteva incessantemente questo mantra: «Quando sarai un adulto, vorrai tornare bambino, andri. Goditi questi istanti.»
Non le avevo creduto, non avevo ragione di farlo.
Il rimpianto è un veleno tenebroso, così pericoloso da incutere paura, e avrei desiderato con tutto il mio cuore non dover mai affrontare il processo di estrazione dell'antidoto. Il vero mondo è monotono, ingrigito in seguito al distacco dei colori che lo avevano tinteggiato quando ero bambino, e lo detesto.Una notifica illumina lo schermo del mio telefono, facendomi strabuzzare gli occhi nell'oscurità della macchina, interrotta unicamente dai pali della luce per le strade.
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The Night We Met
RomansaManuel ha perso il fratello da poco e cerca continuamente una connessione con lui, andando lentamente a distruggersi e faticando così ad esprimersi. Fin dall'infanzia ha sempre temuto di essere la ruota di scarto. Andrèj è spesso vulnerabile; la sol...