Tutti, da piccoli, giocavamo in posti che solo noi conoscevamo. A volte i posti non erano nemmeno elaborati, come, ad esempio, lo spazio sotto al letto. A volte pensavamo anche che i mostri invadessero casa nostra. Ma allora non potevamo immaginare cose terrificanti. Questo non è il caso di James. Un ragazzino dalla fervida immaginazione, sempre a pensare a guerre intergalattiche e cose del genere. Un giorno, mentre giocava nel proprio cortile, vide che la porta del Garage era aperta ."Sarà entrato papà" pensò. Allora entrò, e notò che uno degli scaffali era leggermente spostato. Dalla fessura veniva proiettata una luce fioca. "Starà mettendo a posto la luce" Disse fra sè e sè. Allora mise il suo occhiolino nella fessura, e vide una cosa che gli fece accapponare la pelle. Suo padre era seduto in questa stanza, in cui non c'era nient'altro che una sedia. La lampadina penzolante dal soffitto ogni tanto cedeva. Sui muri erano presenti scritte rosso sangue "E' lui!" "L'esperimento è quasi perfetto" "Esperimento n° 257". Il padre allora alzò la testa, solo per rivelare una faccia mutilata. Il naso era spostato di 5 cm, il labbro inferiore non era più presente, e gli occhi erano rossi.Il corpo aveva subito una lacerazione senza pietà. Che avesse provato a fare un esperimento su se stesso? Indossava dei guanti, su cui erano presenti rimasugli di budella. Allora si alzò e si avvicinò a James, sempre di più. Arrivato davanti a lui, gli sorrise e gli sussurò:
"E' il momento di imparare un nuovo gioco, James"