Cecità

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Gli umani concepiscono la paura in un modo davvero singolare, il vostro modo di temere è del tutto soggettivo e relativo, ma alla fine non è altro che terrore. Nient'altro che orrore. La sostanza non cambia in qualunque modo vi ferisca la mente, rimane pur sempre un sentimento che sconquassa, che pulsa, freme e vi sgorga dagli occhi annegati d'ansia; piuttosto sembrate avere la stessa ancestrale reazione di fronte ad essa. Non mi riferisco al fuggire, nascondersi, barricarsi da qualche parte, quello viene a posteriori.

La prima cosa che vi viene in mente è urlare fino a mozzarvi il respiro. Vi spacchereste la gola pur di farvi sentire, vi fareste scoppiare i polmoni, sputereste sangue dai capillari lacerati, dareste di matto se non poteste farlo e non negatelo, è così. Alcuni quando sperimentano la paura all'inizio non ci pensano, lo fanno solo quando il terrore li ha assaliti e posseduti del tutto, quando si rendono conto di non poter far altro, altri invece urlano fin da subito, quasi avessero fretta di farlo nel momento di panico istantaneo che li attanaglia. Ad ogni modo, tutti voi lo fate, chi prima o chi dopo è indifferente, giungete tutti alla medesima conclusione lanciando quella primordiale richiesta d'aiuto.

Sapete, spesso andare a tentoni nel buio è un'impresa.

Continuate ad urlare, così potrò trovarvi più facilmente.

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