26.Un bacio di troppo

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A Milano era arrivata la neve e con essa,anche lo spirito del Natale.Tra le vie della città,si respirava un'aria invernale e tutto era già decorato con addobbi natalizi,in vista delle feste.Io anche avevo già iniziato a montare l'albero a casa mia,anche se l'8 dicembre non era ancora arrivato.

Quel giorno,avevo provveduto a fare le visite di controllo per Noah Okafor e per Simon Kjaer,ancora fuori per infortuni.La squadra si stava pian piano riprendendo,alcuni erano molto più stimolati rispetto alle partite precedenti e cercavano di dare tutti il loro massimo per tornare in vetta alla classifica.

Io e Theo dopo la partita di sabato,eravamo stati a casa sua ed io avevo dormito la.Tuttavia,eravamo entrambi molto stanchi quindi ci eravamo messi nel divano,ma avevamo dormito per tutta la notte.Il mattino dopo,ero praticamente sgattaiolata via:ioavevo una riunione di lavoro e lui,doveva incontrare il suo procuratore per rinnovare dei contratti.

«Rafa,stenditi che provo a tastare la zona.»dissi,indicandoli il lettino dietro di noi.

Toccai il muscolo dal sua coscia,notando quanto fosse diverso rispetto all'ultima volta.«Ti fa male se premo?»gli chiesi,speranzosa mi dicesse di no.

«No,sto bene.»rispose,quasi sgranando gli occhi dalla sorpresa.
Probabilmente, anche lui non se l'aspettava.Continuai a massaggiare la zona,trovando il muscolo rilassato.«Hai qualche fastidio?»li domandai,ancora.

Ormai,mi ero particolarmente affezionata al suo caso di infortunio.Rafael era una di quelle persone,che aveva voglia di tornare a fare quello che amava e io ci tenevo ad aiutarlo.Theo mi aveva anche raccontato di come sia in campo,che nello spogliatoio,l'assenza di Rafael si era fatta sentire e che serviva a tutti un suo ritorno.Io volevo aiutarlo,perché faceva parte del mio lavoro.

«No,mi sento meglio.»disse,mentre io presi il mio foglio su cui avevo appuntato i suoi dati.«Abbiamo finito,mettiti seduto.»risposi sorridendo.

Finii di scrivere le ultime due cose e poi,iniziai a parlare.«Rafa,hai fatto dei grossi progressi dall'ultima visita.Sei in forma,puoi tornare ad allenarti con la squadra senza problemi.»affermai,rivedendo tutti i suoi dati che risultavano perfetti.

«Dici sul serio?Posso tornare in campo?»

«Si.»

Il volto di Rafael,si dipinse di un sorriso che non avevo mai visto fino a quel momento.Si tirò su dal lettino,felice per la notizia che aveva appena ricevuto.

«Sei in gamba,Bianca,grazie per avermi aiutato.»disse ringranziandomi.

Poi accadde qualcosa di inaspettato:

Rafael,senza pensarci due volte,premette le sue labbra sulle mie.Cercò di tirarmi a se,cingendomi con il braccio la vita e cercando l'accesso con la lingua,verso la mia bocca.Sentendo la presenza di essa,mi allontanai immediatamente.

Lo guardai,cercando di capire il motivo del suo gesto.Non avrebbe dovuto farlo.

«Mi dispiace,scusami.»rispose subito,guardandomi con aria confusa.«Rafa...»dissi,ancora scossa.

«Bianca,non so cosa mi sia preso,mi dispiace.»aggiunse grattandosi la nuca.

Poi,senza dire altro,lasciò la stanza andandosene e chiudendo la porta alle sue spalle.Toccai le mie labbra,sentendomi tremendamente in colpa per quello che era appena successo.

***

Il traffico di Milano era qualcosa di terribilmente fastidioso.Odiavo guidare con tutte le macchine attaccate e la neve che cadeva incessantemente non era d'aiuto.Per mia fortuna al telefono collegato alla macchina,c'era Eleonora che mi parlava e mi teneva compagnia.

Una linea così sottile/T.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora