47.La mia rosa bianca

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Passeggiare fra le vie del duomo mi era sempre piaciuto.Amavo l'aria che si respirava a Milano di sera,era quasi come se fosse magica.Ovviamente,bisognava trovare la serata tranquilla,in cui il tempo collaborava ma anche il traffico di persone che c'erano ogni volta.Quella sera però,si stava bene ed io ero finalmente serena.Io e Theo avevamo cenato in un ristorante appartato,con vista sul Duomo e avevamo parlato tutta la sera.Ormai erano quasi le 2 e nella lunga via che collegava il Duomo e la Galleria c'eravamo solo noi e altre poche persone.In quel momento,mi sembrava di vivere finalmente il sogno che avevo fin da bambina:io,con un ragazzo con cui ero felice e stavo bene,in totale tranquillità.

«Aspetta un attimo.»mi avvisò Theo,lasciando la mia mano e andando verso una direzione sconosciuta.Non avevo avuto neanche il tempo di capire,che lui era quasi come se si fosse volatilizzato.Per tutta la cena eravamo stati a parlare di qualsiasi cosa ed ero felice,perché era una cosa che non facevamo da tanto tempo.Lo vidi tornare verso di me,con in mano una bellissima rosa bianca.«Dove l'hai presa?»li domandai sorpresa.«Quel ragazzo laggiù.Erano tutte rosse e poi c'era quella bianca,la mia preferita.»mi spiegò dandomi un bacio sulla fronte e riprendendo a camminare mano nella mano.«Lo sai cosa vuol dire regalare una rosa bianca?»mi domandò,mentre io in risposta scossi la testa curiosa.

«Simboleggia l'amore più puro ed è un fiore che simboleggia la vita e la luce.Tu questo sei per me:vita e luce.»aggiunse,
mentre io ascoltai le sue parole ancora ed ancora nella mia testa.«Ti amo.»li sussurrai bloccandolo per darli un bacio.

In quel momento sembravano due ragazzini alle prese con i primi fidanzamenti:i baci rubati sotto i portici mentre si cammina,le frasi dolci e i momenti da fiaba.Stare con Theo era davvero come vivere una fiaba.Io tornavo spensierato come solo in alcuni periodi dell'adolescenza sono stata,lui faceva tornare in vita,sentimenti ed emozioni che credevo di aver perso per sempre.

Poi notai che ci fermammo,proprio davanti al Duomo.Guardai Theo per capire cosa stava succedendo e poi,notai il suo sguardo ricadere dritto su un cartellone appeso:sul quel pezzo di carta,era raffigurato il montaggio di un corpo di un cane,in cui però la testa era proprio quella di Theo.A tenere il guinzaglio di quel cane,era l'immagine di Dumphris,il giocatore dell'inter con cui Theo aveva avuto una discussione durante il derby.

«Theo,dai,andiamo via.»dissi,stringendo più forte la sua mano per spostarci.Lui era però immobile ed impassibile,fermo a guardare quel cartellone come se ci trovasse qualcosa di veramente interessante.«Hanno ragione a farlo.»commentò,mentre io scossi subito la testa.«No,non e vero.»risposi,continuando a tirarlo.Non volevo che vedesse quell'immagine di se,perché non era così,era semplicemente un cartellone stupido fatto dai tifosi,per la vittoria dello scudetto dell'Inter.

Lo vidi avvicinarsi e rimanere in silenzio davanti a quel foglio.Non volevo che stesse male,Theo non se lo meritava.Sul campo cercava sempre di dare il suo contributo,e quando non lo faceva,era perché era arrivato al limite delle sue forze ed aveva bisogno di una pausa.

«Theo,basta guardare questa merda.»risposi scuotendo la testa e tirandolo con il braccio verso di me.«Bianca è anche colpa mia se abbiamo perso tutte queste partite.»il suo commento,mi lasciò spiazzata.Come poteva anche solo pensare queste cose di se stesso?Non era affatto colpa sua,come non era colpa di un altro singolo.«Ho sbagliato,non ho dato il massimo di me e ora guarda cosa mi viene sputato addosso:la verità del mio fallimento.»ascoltai quelle parole che diceva con cattiveria nei suoi stessi confronti.

Theo era cosi,ormai l'avevo imparato:si auto-colpevolizzava continuamente,nessuno riusciva a smuoverlo dalla sua idea,ma a volte era davvero trppoo severe con se stesso.«La smetti di dire tutte queste cose?Theo,tu dai quello che puoi in campo,non puoi di certo farti uscire il sangue per delle partite.»dissi,notando subito che Theo si girò a fissarmi.Il suo sguardo era vuoto,perso.Mi guardava senza esprikwre nessuna emozione.

Una linea così sottile/T.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora