42.Pausa nazionali

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Theo sarebbe partite nel giro di pochi minuti,e noi a malapena ci parlavamo.Era una brutta situazione,in cui il silenzio era padrone.Avevamo entrambi un forte nervosismo addosso,ma comunque nelle due settimane che sarebbe stato via,la sua mancanza si sarebbe sentita e io odiavo non poter starli vicino come volevo.La giornata prima,si era rovinato tutto.Io non volevo parlare,ma lui ha cercato in tutti i modi di farmelo fare e alla fine,siamo finiti a litigare e Theo poi è andato via.Io l'avevo aspettato tutta la notte,speranzosa che potesse tornare presto e che potessimo risolvere prima della sua partenza.

Non è stato cosi.

È tornato il mattino stesso e velocemente ha messo le ultime cose nella sua valigia.Io mi sono svegliata subito,e seppur in silenzio,l'ho accompagnato all'aereoporto.Il tragitto fino a Malpensa era stato silenzioso,in macchina non avevamo attaccato neanche la radio e il mattino non ci eravamo salutati.Una volta arrivati,c'erano in aereoporti Mike Maignan e Olivier Giroud ad aspettare Theo,lui pero,sembrava rimanere bloccato davanti a me.

«Devo andare.»affermò,continuando a guardare il cellulare.Era arrabbiato con me,forse molto di più di quanto lo fossi io.
«Miraccomando,dai il meglio di te,come sempre.»risposi,accennandoli un lieve sorriso.Dio,come mi sarebbe mancato una volta tornata a casa.Lui in risposta annuí,per poi parlare.

«Non lavorare troppo,riposati un po'.»aggiunse,posando il telefono e mettendoselo in tasca.

E poi,mi strinse forte a sé.Mi abbracciò,e io lasciai che il suo profumo mi invase completamente.Le sue braccia,mi tenevano stretta,e con una mano lo sentivo accarezzare i miei capelli.

«Tu lo sai che ti amo,nonostante tutto,vero?»mi domandò,sussurrando nel mio orecchio.«Anche io ti amo,Theo.Non dimenticarlo mai.»dissi,con la voce lievemente strozzata.Sarei potuta scoppiare a piangere da un momento all'altro,ma volevo trattenermi.Non erano i giorni distanti a farmi piangere,ma il fatto che il giorno prima,si era rovinato tutto a causa mia.«Ho i tuoi occhi tatuati addosso,non posso dimenticarlo.»continuò,ridacchiando e facendo ridere anche me.

Theo prese il mio viso fra le mani,sorridendo e baciandomi la fronte.Era incredibile come davanti a lui,diventavo una bambina.Ero vulnerabile,Theo mi rendeva dannatamente vulnerabile.Era in grado di poter cambiare il mio umore da un momento all'altro.

«Appena torno,parliamo e chiariamo.Ora non stare in pensiero per me.Noi ci amiamo,questo è l'importante.»mi ricordò,dandomi un bacio morbido sulle labbra.«Mi dispiace,ieri ho detto delle cose che non avrei dovuto dire.»dissi,scusandomi perche nonostante fossi incazzata,io ho detto delle cose che lui non si meritava di sentire.D'altronde aveva cercato soltanto di aiutarmi e di consigliarmi cosa fare.

«È passato,tranquilla.Io sono stato uno stronzo ad andarmene via tutta la notte,avrei dovuto cercare di capirti.»continuò,mentre io li diedi un altro bacio.

Non volevo più staccarmi e lasciarlo partire ora che avevamo parlato.Theo mi sollevò leggermente da terra,ed intensificò il nostro bacio,picchiettando nel mio labbro con la lingua,per chiedermi l'accesso di entrare,che non ne hai affatto.Lasciai danzare le nostre lingue e le nostre labbra,mentre io li toccavo i capelli.

«Te amo mas todo,princesa.»

***

«Questo dove lo metto?»mi chiese Christian,mio fratello,con in mano il joystick della PlayStation.Sgranai gli occhi quando lo guardai.«Hai giocato alla play?»li domandai,sedendomi nel divano.

«Ehm,si.Era un problema?»disse,con un'espressione interrogativa.

Scossi la testa,ricordandomi di quanto Theo fosse geloso della sua PlayStation.Quando veniva la signora delle pulizie,non le permetteva neanche di pulire il mobile in cui era riposta.Era molto geloso della Play e passava ore ed ore a giocarci.Christian,questo,non lo sapeva.Era venuto a stare qua per il week end ed io ormai mi ero stabilità a casa di Theo,quindi aveva dormito qua.Appena arrivato,rimase incantato nella vista della casa di Theo.Effetivamente,per chi non era abituato,wra molto grande.Avevamo guardato insieme le partite delle varie Nazionali,mi aveva tenuto compagnia.D'altronde,in quella casa così grande,da sola,non ci volevo stare.

Una linea così sottile/T.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora