Cap. 33 ~ Puzzle completo

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Alya pov:

<<Ok ragazze ci siete tutte? possiamo iniziare?>>
<<Alya, cara hai anche i popcorn caramellati?>>
<<Non possiedo un supermercato.>>
Rose sventolò la mano.
<<Puoi parlare quando vuoi Rose.>>
<<Grazie mille tesoro.>>
Tutte noi la guardammo stranita e Juleka nella sua lingua ci disse che era da un po' che chiamava tutti in modo carino.
<<Perché Alix è qui se conosce già tutta la storia?>>
<<Ho passato così tanti secoli nella mia tana che tendo a dimenticarmi l'andamento di alcuni eventi. Sarò anche formidabile, ma non posso ricordare tutto.>>
<<Lasciate parlare Alya.>> Ringraziai Mylene e mostrai la lavagna.
<<Capisco perché tu e Marinette siete migliori amiche...>>
<<Quanto ci hai messo per farlo?>>
<<Ogni giorno scrivevo i dati necessari per arrivare al nostro "punto x">>
<<È una persona?>>
<<Lasciate che vi spieghi.>>
<<Va uccisa?>>
<<Juleka!>> le strillò Rose.
<<Se solo mi lasciaste finire->>
<<Secondo voi sono vere le voci che raccontano di un possibile tradimento di Marinette nei confronti di Adrien?>>
<<Volete continuare voi questa conversazione?>>
<<Non sarebbe una cosa da Marinette.>>

Me ne andai, troppo impegnate a discutere su chi avesse ragione, non si accorsero nemmeno che fossi sparita. Avevo bisogno di pensare da sola. Nino era da amici e sarebbe stato scortese da parte mia chiamarlo solo perché non mi sentivo ascoltata. Aprì la finestrella e assaporai il brio fresco della sera.

Di li a poco notai non troppo distante da me una figura maschile abbastanza familiare.

Adrien Pov:

Mi svegliai con il buio, come Chat noir. Non ricordo che cosa fosse successo o come potevo trovarmi in una lussuosa camera d'albergo.
Prima di vedere altre scoperte indesiderate, mi misi in piedi barcollante, cercai la forza per aggrapparmi al mio bastone e scappai più lontano possibile dai miei problemi, come solo io sapevo fare.
La testa me la sentivo pesante e insieme ad essa anche tutto il resto del mio corpo. Avevo subito capito cosa avessi fatto la sera precedente. In quel momento desideravo solo tornare a casa, sebbene con i ricordi offuscati. Non m'importava.
Ma dovetti fermarmi quando pure le gambe iniziavano a dare segni di cedimento. Mi sedetti sulle tegole di un tetto a pensare.

Quante cose erano successe. Ladybug aveva saltato più di trenta pattuglie. A quanto pare la mia specialità era allontanare le persone a me più importanti. L'aria invernale si faceva sentire, fissavo le foglie svolazzare in ogni angolo della città mentre riflettevo sul tipo di uomo che ero. Il vento graffiava il mio volto roseo e ancora riscaldato per via dell'alcol.

Ad interrompere il silenzio fu una piccola finestrella che dava sulla mia destra. Non mi ero nemmeno reso conto di essere finito sopra la casa dei miei amici.
<<Chat noir, che ci fai qui? Di pattuglia anche oggi?>>
<<No, non avrebbe senso senza di lei.>>
<<Ti manca vero?>>
<<Ladybug?>>
<<S-sì beh immagino che sarai arrabbiato con lei.>>
<<No, furioso no. Solo deluso. Ci conosciamo da una vita, mi chiedo perché non mi abbia detto di questa sua improvvisa sparizione. Anche se mi avesse confidato che aveva bisogno di una vacanza per staccare la spina, io non le avrei contrastato nulla, ci mancherebbe. Sarebbe stata libera di andare, ma almeno se lo sapessi sarei più rassicurato.>>
<<Certo, beh ma magari non ne avrà avuto il tempo.>>
<<Non voglio diffamarla in tua presenza. Perché conosco il legame che c'è tra voi, ma capisci anche tu che il suo comportamento non è perdonabile.>>
<<Forse non conosciamo le sue ragioni...>>
<<Con me parla di tutto, perché dovrebbe esitare a dirmi della sua assenza prolungata?>>
<<Beh magari erano problemi personali.>>

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