Cap. 42 ~ Sul punto di non ritorno

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<<Dammi un pizzicotto anzi, prendimi a schiaffi forza!>>
<<Tu sei pazzo.>>
<<Pazzo di lei, Plagg! Riesci a crederci??>>
<<No.>> Sussurrò.
<<Cos'è quel morale a terra? Volevi che fossi felice? Ora lo sono, e sembra che tu abbia finito la tua scorta di formaggi.>> Il mio Kwami continuò a farsi gli affari suoi. <<Potrei persino mettermi a cantare. Ha detto che ha pensato a me, ricorda tutto! Capisci?>>
<<No.>>
<<Nemmeno io! È tutto così perfetto che mi sembra di sognare.>>
<<Le bombe da bagno non erano finite.>>
<<Lo so, ma non potevo dirle che le ho comprato quelle speciali, appositamente per lei. E adesso cosa dovrei fare? Inizio a sistemare gli asciugamani per ordine di colore?>>
Scollò le spalle.
<<Andiamo dammi qualche idea!>>
<<Non saprei.>>
<<Dovresti essere allegro pure tu. Scusami e zuccherino non vai a salutarla di nuovo? Adesso che Marinette è tornata, tu e Tikki potrete passare insieme ogni momento.>> Mi voltai per posare le ultime confezioni nella credenza. <<Mi passeresti la scatola di biscotti?>> Nessuna risposta. <<Plagg?>>

<<Zuccherino sei sola?>>
<<Sì, Marinette è entrata in vasca.>>
<<Abbiamo un problema.>>
<<Lo so, Plagg, ma cosa possiamo farci? La mia padrona ha accettato solo per appagarlo.>>
<<Ma quando Adrien lo scoprirà? Come pensi che ci rimarrà? Non gliel'hai spiegato questo?>>
<<Ho provato, ma non vuole starmi a sentire, crede che seguendo quel...>> Strinse la zampina come se volesse creare un pugno.
<<Puoi sempre dirmi che cosa le ha fatto.>>
<<Non posso, la mia portatrice mi ha vietato di dirlo ad anima viva, sai cosa succede quando fai le promesse ad un guardiano.>>
<<Sì, ma dammi almeno qualche indizio.>>
<<Non ci riesco, guarda.>> La coccinella sputò bolle.
<<Va bene e io cosa dovrei dire a Chat noir? Fare finta di niente?>>
<<Temo di sì.>>
<<Sai come andrà a finire se->>
<<Non dovrà scoprirlo. Ad Adrien è parso che Marinette stesse mentendo?>>
<<È troppo stupido per accorgersene.>>
<<Ok, perfetto allora. Finché nessuno sospetterà di nulla, nessuno verrà ferito.>>
<<Spero tu abbia ragione zuccherino.>>
<<Ora va, non farlo preoccupare.>>
Il gatto nero abbassò la testolina e svolazzò alla postazione precedente.

<<Pss, Plagg! Dove ti sei cacciato?>> Continuai io a sussurrare.
<<Sono qui. Tu dov'eri?>>
<<Ahhh, eri andato da Tikki non è vero?>> Gli strizzai l'occhio.
<<Ero passato attraverso il tavolo, non sai quante cose puoi trovarci dentro.>>
<<Beh penso che non lo scoprirò mai.>>
<<E comunque, sono felice per te.>>
<<Grazie Plagg. Anch'io. Mi piacerebbe chiederle come si è ricordata di me, ma non vuole che parli del passato e rispetterò la sua scelta. Piuttosto su cosa dovrei fare conversazione? Dici che inizia lei e devo starmi zitto? O è meglio che io mi faccia avanti?>>
<<Innanzitutto mantieni la calma, vi conoscete da anni non è normale che tu sia così agitato. Magari non fare troppe domande e lascia che sia lei a gestire il discorso.>>
<<Ok, capito. E la casa? È servito stare sveglio fino alle sei, hai visto? Non ho trascurato nulla, vero?>>
<<Per niente, anche i libri li hai messi in ordine per pubblicazione.>>
Passai una pezza su dove appoggiai le dita, per evitare impronte.

<<Adesso devo solo aspettarla.>> Pensai sonoramente. Mi sedetti sul divano con le gambe che si agitavano.

Questo era solo il primo giorno, perché dal terzo in poi diventai più spontaneo. Quel venerdì non stette a dormire da me, perché disse di avere ancora qualcosa da sistemare a casa di Luka e voleva assicurarsi di non incrociarlo, per questo preferiva andarci in strani orari. Naturalmente io non mi opponevo, era libera di gestire i propri affari come meglio credeva. Mi limitavo a porle solo domande inerenti alle spezie o alle salse da aggiungere nei contorni dei piatti. Del tipo: <<Vuoi un po' di sale?>> o roba simile.
Si presentò alla mia porta sabato mattina, la avvisai di cosa avesse in mente Rose per quella giornata speciale e lei si rifiutò categoricamente di partecipare a quell'evento. Potevo capirla, sicuramente iniziare una relazione a confine con la rottura di un altra non era stato facile, specialmente se poi devono esserci persone a sottoporti ad un quarto grado. In ogni caso mi diedi per malato, e con la scusa passai il dì con Marinette. Giocammo a carte, monopoly, videogiochi, di tutto provammo. Fino a quando non le dissi di quanto mi avesse esaurito, mi aveva stracciato ad ogni duello. Così mi propose una cosa alla quale era sicura che non avrei avuto modo di perdere. O meglio, non me lo chiese. Mi guardò di sfuggita e subito mi saltò addosso come i carnivori in agguato della propria preda. Esempio un po' rozzo lo so. Ma il sesso, fu tutt'altro che greggio, non vi sto a spiegare i dettagli, perché non si tratta di una rivista porno..., in alcun modo fu eccezionale. Lei era perfetta come al solito, sembrava che si preparasse da anni. Un solo fatto mi parve ambiguo, volle spegnere tutte le luci e sigillare ogni tapparella. Ancora una volta lasciai il dubbio per me, e con questa sua trovata penso che sbattei circa una decina di volte. Intoppo a parte come ho già detto è stata eccezionale.
Forse preso dalla grinta del momento, le promisi una sorpresa e approfittai della sua scappatella nel vecchio abitacolo per passare nei suoi negozi preferiti. Fece i salti di gioia una volta rincasata, mi abbracciò e riempì di baci. Anche se penso che fra i due quello a manifestare più entusiasmo ero io.

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