Cap. 49 ~ Misteri

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Erano passati mesi dall'ultima volta che avevo avuto notizie del mio gattino, Chat Noir. E Adrien? Beh, di lui non mi importava poi molto, o almeno era quello che cercavo di far credere agli altri. In realtà, nel profondo del mio cuore, desideravo sentire ancora una volta la sua voce profonda e vedere i suoi occhi brillare. Quel Natale e Capodanno li avevo trascorsi senza di lui, e proprio in quei giorni così speciali e importanti mi ero chiesta dove potesse essere. Anche Emilie, sua madre, non si faceva più sentire, come del resto Gabriel. Iniziavo a sospettare che forse avesse già espresso il desiderio e che io avessi perso i ricordi a causa dell'unione dei due Miraculous.

Quel giorno avevo un'uscita programmata con Alya e Nino, durante la quale ci saremmo scambiati gli ultimi aggiornamenti. Temevo come la morte la conversazione che avremmo avuto, ma dovevo affrontarla. Finalmente il sole spendeva alto nel cielo, inaugurando la fine dell'inverno. La brina sui parabrezza delle auto iniziava a svanire e il gelo ad affievolirsi, segnando l'inizio della primavera.

Passeggiando per la città quasi deserta, osservai attentamente il paesaggio intorno a me. Gli alberi spogli cominciavano a mostrare i primi germogli, annunciando la rinascita della natura. I raggi del sole riflettevano sulle strade umide, creando piccoli arcobaleni che illuminavano il mio cammino. L'aria fresca del mattino mi riempiva i polmoni, e per un momento mi sentii in pace con me stessa.

Arrivai al bar dove ci eravamo dati appuntamento. Alya fu la prima a riconoscermi. Rimase parecchio sorpresa, e un po' gelosa. Le avevo confidato di aver mangiato tantissimo a causa dello stress, eppure la mia pelle era perfetta e il mio corpo non sembrava aver preso nemmeno un grammo. Alya si complimentò con me per la mia leggiadra forma fisica, e io feci lo stesso con lei, cercando di distogliere l'attenzione dalle mie preoccupazioni interiori.

Poco dopo, Nino ci raggiunse, avendo appena parcheggiato l'auto. Iniziammo a parlare con leggerezza, ma sapevo che presto avremmo toccato argomenti più delicati.
<<Finalmente ti fai viva eh ragazza?>> Mi stuzzicò la mia migliore amica.
<<Sono contento di vederti Marinette.>> Espresse in tutta sincerità Nino e fece poi per abbracciarmi.
<<Hai ricevuto i messaggi che ti avevo inviato riguardo alla festa di capodanno?>>
<<Avrà avuto altro a cui pensare, non mettiamole pressione baby.>> Sentenziò il suo fidanzato.
<<Allora, ordiniamo qualcosa?>> Cercai di cambiare argomento.
<<Certo.>>
Ordinammo attraverso il qr code sul tavolino e in poco tempo arrivarono i nostri ordini.

<<Avete sentito su Adrien??>>
Alya gli sferrò una gomitata.
<<Alla faccia del tatto Nino!>>
<<O-Oh Ops. Mi-i dispiace così tanto Marinette. In-insomma io non credevo che beh...>>
<<Sta zitto.>> E la ascoltò.
<<In realtà...>> Bevetti un altro sorso della mia bevanda. <<Lui non mi preoccupa tanto quando i suoi genitori.>> Rimasi a fissare Alya che sbarrò gli occhi intuendo immediatamente.
<<Genitori? Ma non aveva solo la madre?>>
<<Certo. È così stanca che si sarà confusa. Io e Marinette andiamo un attimo ai servizi, tu intanto inizia a pagare per noi, torniamo subito.>>
<<No, al mio conto ci penso io->>
<<Sei una sola. Fai come ti ho detto amore.>>

Entrammo in bagno e bloccammo la porta.
<<Ok che cos'è questa storia?>>
<<Non lo so, i miei solo solo sospetti ma->>
<<Credi che lo abbia potuto fare?>>
<<Spero di no.>>
<<Oh mio dio. E se avessi ragione? C'è un modo per chiederlo a Bunnix?>>
<<Credi che non ci abbia pensato?>>
<<Hai provato ad andarci a casa?>>
<<Sì e più volte, per la vigilia, per l'epifania... non è passato giorno in cui non ci sono andata.>>
<<E Ladybug ha provato ad entrare dalla finestra?>>
<<E se dovessero esserci? Sanno chi sono Alya non esiterebbero a denunciarmi per stalking.>>
<<Ok non dobbiamo pensare al peggio, magari saranno andati in viaggio con il loro figlio.>>
<<No, non penso.>>
<<Certo che sono proprio strani, prima Monarch ora lei.>>
<<Mi aveva detto che lo avrebbe voluto fare solo per ridare la vita ai tre morti al posto loro. Ma ormai è andata, sarebbe più strano se altre persone tornassero dall'oltretomba.>>
<<Beh non è esatto.>> Spiegò Tikki uscendo dalla mia borsa.>>
<<È impossibile, ormai ha già offerto le sue vittime sacrificali.>> Rispose certa Alya.
<<Non per forza.>> Continuò la coccinella.
<<Che significa Tikki?>>
<<Non è detto che le vittime offerte per ristabilile l'equilibrio dell'universo siano state donate lo stesso giorno del desiderio. In molti casi capita che la loro morte sia destinata ad avvenire anche nel corso degli anni, in parte per accentuarla di realismo.>>
<<Stai dicendo che potrebbero esserci persone ancora vive?>>
<<Sì con molte chance.>>
<<E come faccio a scoprirlo?>>
<<Beh c'è una formula. Ma non posso dirti molto in quanto se la sapessi potrei modificare i miei poteri e a noi kwami questo non è concesso.>>
<<E come faccio a scoprirla?>>
<<È contenuta nel libro degli incantesimi. Tempo fa ci aveva provato anche il maestro Fu nel caso Papillon sarebbe riuscito a trionfare.>>
<<Ma se nemmeno il maestro Fu ci è riuscito, come credi che possa farcela io??>>
<<Sei stata un eccellente guardiana Marinette non avrai problemi a tradurla. E nel caso ricordati che puoi sempre contare su di me, la tua migliore amica!>>
Infine Alya, sempre pragmatica, concluse il colloquio, suggerendomi che forse era solo la tensione a farmi pensare in quel modo. Cercai di rassicurarmi con le sue parole, sebbene il dubbio continuava a tormentarmi. E tornammo ai nostri posti.

Dopo un po', la conversazione si spostò su argomenti più allegri. Parlammo dei progetti per la primavera, delle nuove opportunità che ci aspettavano. Tuttavia, non potevo fare a meno di pensare a Adrien e a Chat Noir. Dove erano finiti? Perché erano spariti così improvvisamente? Le domande continuavano a ronzarmi in testa, ma sapevo che non avrei trovato risposte facilmente.

Un paio d'ore più tardi, ci salutammo e ognuno prese la sua strada. Mi ritrovai a camminare da sola, riflettendo su tutto ciò che avevamo detto. La città era sempre meravigliosa, con i suoi viali alberati e i caffè affollati, ma quel giorno sembrava diversa. Sentivo un senso di vuoto che non riuscivo a colmare.

Raggiunsi il Pont des Arts, il mio posto preferito per riflettere. Guardai il fiume Senna scorrere placidamente sotto di me, e mi persi nei miei pensieri. Improvvisamente, sentii una presenza accanto a me. Era Mylene con il pancione e Ivan. Gli sorrisi beandomi della loro presenza.
La mia amica ribadì fin da subito la sua felicità nel potermi finalmente vedere. Mi spiegò di come procedeva la sua gravidanza e di quanto fosse di conforto il suo ragazzo, che se ne stava in un angolo della panchina senza arrecarci disturbo.
<<Vedo che le vostre campagne attiviste stanno facendo sempre più effetto, erano anni che non vedevo Parigi così pulita.>>
<<Davvero? Beh sai anch'io lo stavo notando e non posso far altro che esprimerti il mio appagamento al riguardo. Di questo passo i miei futuri batuffolini non dovranno più preoccuparsi dell'inquinamento che si trasformerà soltanto in un lontano ricordo.>>
<<Sei molto ottimista, la devi ad Ivan la tua allegria?>> Tentai di introdurre anche lui nel discorso.
<<Sì assolutamente. Mi è di gran conforto, senza di lui non ce l'avrei mai fatta e sai? In verità è tutto merito suo. È dal primo trimestre che mi vieta di toccare qualsiasi foglio, probabilmente è spaventato che la mia ansia possa nuocere ai bambini.>> Perché continuava a parlare al plurale? Mi stavo confondendo.
<<Continui a parlare di più bimbi, non è che->>
<<Sii!!>> Esclamò a gran gioia.
<<Sono due gemelli!>> Continuò l'uomo.
Infatti, avevo notato un la pancia prominente.
Li abbracciai forte congratulandomi di nuovo con loro, tentando però di nascondere dietro un sorriso la mia crescente invidia.
<<È meraviglioso!>> Esclamai cercando di soffocare il nodo che sentivo stringermi alla gola.

<<Orsacchiotto sei stato incredibile!>>
<<Voglio solo che tu e i nostri bambini stiate bene, topolino.>>
Perché dovevano essere tutti così disgustosamente carini?! San Valentino era finito già da un pezzo.
<<Sono sicuro che la stanza verrà bellissima.>>
<<Oh a proposito, Marinette puoi consigliarci tu? Sappiamo bene di quanto tu te ne intenda in questo campo e volevamo un consiglio da un'esperta come te.>>
Alzai gli occhi.
<<Il mio batuffolo voleva disegnare delle giraffe come sorta di metro di misura per quando i bimbi cresceranno, ma eravamo incerti sul colore delle pareti, tu che dici?>>
<<Dovreste prima sapere il sesso. Vi direi rosa, ma solo perché è il mio colore preferito.>>
<<Mh hai ragione...>>
<<Scusate ad entrambi, ma mi sono appena ricordata che ho da fare in pasticceria con i miei, buona fortuna ad entrambi.>> Li dileguai scappando a gambe levate.

Arrivata a casa, salì direttamente in camera mia. Chiusi la porta dietro di me e mi fermai un momento, osservando il mio riflesso nello specchio. Vidi una ragazza affranta e stanca.
Alzai le maniche, decisa a trovare una soluzione.
Presi il libro degli incantesimi che avevo nascosto sotto il letto e lo posai sulla scrivania. Le pagine erano ingiallite dal tempo, piene di formule complesse e simboli arcani. Avevo passato giorni a cercare di tradurre quei testi, ma ora ero determinata a fare un passo avanti. Iniziai a sfogliare il libro, studiando ogni lettera con attenzione maniacale.
Passai giorni interi senza dormire, immersa completamente in quel mondo di magia e mistero. Ogni formula che decifravo sembrava avvicinarmi un po' di più alla verità. Ero decisa a scoprire cosa fosse realmente accaduto, cosa avesse possibilmente portato Emilie a prendere quella decisione così drastica e quali erano state le vittime della sua follia.

Finalmente, dopo sforzi incessanti, trovai le risposte che cercavo.Le formule complesse iniziarono a fare senso, rivelando segreti che non avrei mai immaginato. Capii che l'unione dei Miraculous aveva un potere immenso, capace di alterare la realtà stessa. Emilie, aveva usato questo potere per cercare di riportare indietro il tempo, ma qualcosa era andato storto.

~ Sondaggio: cosa sarà successo?

Continua...

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