Cap. 20 ~ L'inizio della fine

78 9 4
                                    

Mi staccai dal suo abbraccio lentamente. <<Amore terzo arrivato? Che significa?>>
La mia serietà le aveva provocato le lacrime, tornò a stringermi più di prima e singhiozzare, bagnandomi la camicia.
<<N-non lasciarmi per favore...>>
<<Amore mi stai facendo morire, che succede?>>
Mi guardò e appoggiò il mio dorso della mano al suo ventre.
<<S-sarai papà.>> Le massaggiai lo stomaco ancora stento a credere alle sue ultime parole. Dovrò essere un padre fantastico, mi ripromisi. <<S-se non lo vuoi...>>

La feci volteggiare in aria. Mi elettrizzava la sola idea di poter badare a mio figlio e offrirgli tutto il bene che un piccolo avesse mai potuto desiderare. Non lo avrei sgridato, al contrario l'avrei accontento, ma senza viziarlo. Avremo discusso dei suoi problemi in famiglia, al posto di abbandonarlo a se stesso; niente cene organizzate, ogni giorno farò quello che lui mi chiederà senza oppormi. Sarò la figura paterna che non ho avuto.

Non appena i suoi piedi toccarono il parquet, divaricai le braccia riempiendola di baci, che partivano dalla nuca fino al collo.
<<Non esisterà madre perfetta all'infuori di te. Sarai fantastica.>>
<<S-sei davvero felice? M-ma ho l'università, la laurea a breve. Come farò con tutto?>>
<<Devi essere tu a decidere.>> Le morsicai il labbro e continuai: <<Se per te è troppo presto potremo sempre rimandare a qualche anno.>>
<<Però non voglio abortire. Sai è da tempo che ci pensavo, ma ora è troppo tardi. Lo terrò se tu non mi abbandonerai.>>
<<Amore mio basta ti prego. Non mi è mai passato per la testa. Uccidimi se sarò tanto pazzo da farlo, ne avrai tutto il diritto. L'unica cosa che ci terrà distanti sarà la mia bara sepolta sotto terra e tu a piangerci sopra, ma anche in quel caso, il mio fantasma sarà lì per te.>>
Che sia stata la mia osservazione macabra a farla piangere a dirotto?

<<S-sei u-un'idiota, smettila di parlare di morte!>>
<<Scusa amore non volevo farti piangere, dammi uno schiaffo.>>
<<N-non fare il coglione!>>
<<Dai fallo. Veramente te lo sto chiedendo io.>>
<<Sei l'unico in grado di farmi provare un vortice di emozioni in mezzo secondo.>>
<<Me l'hai già detto svariate volte, tesoro.>>
<<Mi piace sottolineare le frasi importanti.>>

Ci accomodammo sul divano per continuare la conversazione.
<<Aspetta...quanto ha?>> Le dissi indicandole lo il "pancione".
<<Circa 3 mesi... mi dispiace di avertelo nascosto per tanto, ma eri sempre impegnato, avevi il lavoro e tanti altri pensieri per la testa, non potevo complicarti ulteriormente la vita.>>
<<Amore io lascerei il lavoro per te. Anzi, credevo che fossi troppo appiccicoso, per questo cercavo di distrarmi, non volevo perderti.>>
<<Wow uno più paranoico dell'altro, siamo davvero fatti l'uno per l'altra!>>
<<Ci divideremo il peso di questo macigno in due, non preoccuparti amore.>> La baciai in fronte. <<Piuttosto hai bisogno di qualcosa? Hai freddo? Magari fame? Vuoi sdraiarti?>>
<<No, sto benissimo così.>>
<<Non essere modesta, se hai bisogno chiedi, sarò al tuo completo servizio. Non devi più sforzarti ora che ci sono io.>>
<<Amore non sono paralizzata ok? Aspetta qui, vuoi un bicchiere d'acqua?>>
<<No. Ferma. Ci penso io. Naturale o frizzante?>>
<<Posso farlo da sola tesoro.>>
<<Ho capito, effervescente.>>

Il tragitto dalla credenza al divano mi fece pensare ad alcune domande da porle.
<<Sono indiscreto se->>
<<No, fammi tutte le domande che vuoi.>>
<<Quando abbiamo fatto l'amore...>> La vidi deglutire a forza e strizzare le palpebre. <<Abbiamo fatto del male a nostro figlio?>>
<<O-oddio...>> Ci rifletté un attimo, dando spazio alla tosse che la venne a seguire. <<non penso. Tu che dici?>>

Soulmates? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora