Crowley e Muriel furono catapultati nella realtà in un battito di ciglia.
Dovevano uscire dal paradiso e in fretta.Senza perdere ulteriore tempo, i due si diressero velocemente fuori dalla sala riunioni degli arcangeli.
Un paio di angeli che spuntavano da dietro una parete, videro Crowley e si diedero una mossa a tornarsene indietro; per il resto il luogo sembrava tanto disabitato quanto lo era stato quando erano entrati.Crowley chiese nuovamente a Muriel di fargli da guida: sia perché voleva essere sicuro che non si stessero perdendo, sia perché se qualcuno avesse deciso di fargli un'imboscata da dietro, avrebbe preferito avere lui a che fare con gli angeli armati piuttosto che mettere in pericolo lei.
D'altra parte lo stava aiutando perché sapeva quanto Aziraphale fosse importante per lui. Non si sarebbe mai perdonato la cosa che lei fosse rimasta ferita per fargli un piacere.Arrivarono nel corridoio che portava all'ascensore prima di quanto il demone pensasse.
Lei mise in atto un breve miracolo verso di questo, facendone accendere le luci all'interno e aprirne le porte.«Fermo lì, dannato diavolo.»
Per la seconda volta nella stessa giornata, a Crowley si gelò il sangue nelle vene.
Se possibile, più di quanto fosse successo quando a parlare era stato Metatron.
Aveva sperato di non doverlo vedere, ma a quanto pare era stato troppo chiedere una cosa del genere.
Non si sentiva esattamente pronto ad affrontarlo, non quando non sapeva se e come l'avrebbe riconosciuto.
Si voltò deglutendo.Aziraphale se ne stava dritto in mezzo al corridoio, a qualche metro da loro.
La spada, dalla quale partivano scoppiettanti fiamme, era puntata su di lui.
I vestiti che indossava erano troppo diversi da quelli che aveva imparato ad apprezzare; non c'era niente di beige e men che meno qualcosa in stile tartan. In tempi normali, avrebbe scherzato sulla cosa e probabilmente gli sarebbe anche piaciuto vederlo di qualche colore diverso da quelli soliti, ma in quel momento tale differenza lo rendeva solo nostalgico.Abbandonò le braccia lungo i fianchi e fece un passo in avanti verso l'Arcangelo, ignorando la voce di Muriel che gli chiedeva cosa diamine stesse facendo.
«Non osare avanzare, serpente!»
Ouch.
Quello fece abbastanza male.
Erano seimila anni che si sfioravano a vicenda, mimetizzando la loro amicizia o qualsiasi cosa condividessero sotto stupide scusa; era una novità sentirsi dire quelle cose.Non riuscì comunque a evitare di continuare ad avvicinarsi, fino ad arrivare a qualche centimetro dalla punta della spada.
Stava decisamente giocando col fuoco, anche nel senso letterale della frase.«Qualsiasi cosa tu sia venuto a fare qui, non ha importanza ora. Sarai punito a prescindere.»
Gli occhi di Aziraphale si assottigliarono.
Crowley non poté fare a meno di osservare le sue iridi, troppo diverse da come le ricordava.
Dietro di esse non si nascondeva nulla di dolce.
Il viola non gli donava, davvero per niente. L'azzurro che aveva amato era scomparso insieme all'uomo che li possedeva, ma il cuore gli batteva all'impazzata lo stesso.Con una semplice ma rapida mossa, avvolse le braccia attorno all'angelo.
La spada cadde dalla mano dell'angelo, spegnendosi subito in una piccola nube di fumo grigio.
Il demone chiuse le palpebre mentre respirava il profumo dell'angelo immobile; anche senza la sua caratteristica colonia e il sottofondo di pergamene e inchiostro, gli era mancato.«Troverò ciò che mi serve per salvarti, lo prometto», gli sussurrò.
Dopodiché, ignorando a tutti i costi il bisogno di rimanere lì ancora per qualche secondo, sciolse l'abbraccio ed entrò nell'ascensore insieme a una Muriel molto scioccata.
Mantenne il contatto visivo con Aziraphale mentre le porte si chiudevano e la sua discesa sulla Terra aveva inizio.Si rimise gli occhiali scuri e non proferì parola per tutto il resto della giornata.
•••
«Si può sapere cos'era quello?»
Chiese Metatron ad Aziraphale appena le porte dell'ascensore si chiusero.
Ciò che era accaduto era lontano anni luce da ciò che aveva pensato sarebbe avvenuto.
Anzi, era andato tutto per il verso sbagliato.L'arcangelo teneva ancora le mani ferme, nello stesso posto in cui erano rimaste dopo l'inaspettato abbraccio.
Aveva pensato che lo avrebbe pugnalato o chissà cos'altro, ma non gli aveva fatto nulla. Anzi, gli aveva promesso che lo avrebbe salvato.
Salvato da cosa, poi?Stava facendo il suo lavoro per bene, si sentiva apprezzato e aveva una posizione di tutto rispetto. Era tutto ciò che aveva sempre desiderato.
Scosse la testa, voltandosi verso il vecchio.
«Io- io non ne ho idea…»
Sembrava sconvolto, e in effetti lo era.«Ti ha detto qualcosa?»
Aziraphale scosse di nuovo il capo, dopo qualche secondo di indecisione.
Quella stupida promessa che gli era stata fatta poco prima non poteva essere un'informazione così essenziale.Metatron sospirò.
«Va bene. L'importante è che se ne sia andato. Possiamo tornare alle nostre mansioni.»Aziraphale raccolse la spada e la ripose nel fodero. Tornò alla sua scrivania e cercò di continuare la sua organizzazione degli archivi.
Uriele raggiunse Metatron quando vide l'altro angelo andarsene.
«Questo non doveva succedere.»Metatron continuò a guardare un punto imprecisato davanti a sé, le braccia incrociate.
Nella sua testa Aziraphale avrebbe dovuto urlargli addosso cose ben più pesanti di quelle che aveva in realtà pronunciato o addirittura usare la sua spada e mettere fuori dai giochi il demone fisicamente.
Non era sicuro che Crowley non avesse trovato nulla di ciò che cercava. Non era nemmeno detto che vedere l'angelo davanti a sé in quel modo lo avesse sconvolto e distolto dai suoi obiettivi. Era una grandissima incognita che in quel momento non gli serviva per niente; non quando in gioco c'erano la sua occupazione e il suo rispetto, nonché i programmi del secondo avvento.
D'altra parte, il demone non poteva trovare ciò che cercava nella libreria, almeno non più da quando aveva dato l'ordine di far scomparire i libri incriminati.
Era pur sempre la voce di Dio, l'angelo più potente del paradiso. Un semplice demone non poteva annullare miracoli di quel livello da solo, senza i mezzi necessari.«Di' a Saraqael di scendere sulla Terra per capire cosa gli frulla in testa. Dobbiamo capire che intenzioni ha.»
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𝘞𝘪𝘯𝘨𝘴 𝘰𝘧 𝘋𝘢𝘳𝘬𝘯𝘦𝘴𝘴, 𝘏𝘦𝘢𝘳𝘵𝘴 𝘰𝘧 𝘓𝘪𝘨𝘩𝘵 |Good Omens|
FanfictionAziraphale è tornato in paradiso, lasciandosi alle spalle la vita che aveva condotto fino ad allora e Crowley, il quale non riesce a voltare pagina (e forse non vuole nemmeno). A causa di questo, sono innumerevoli le giornate che trascorre nella lib...