•XXIV•

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Aziraphale notò con orrore che intanto Crowley stava iniziando a fare sempre più fatica a trattenere gemiti di dolore e sibili lunghi e gravi.
Aveva ancora una mano tra i suoi capelli e lo accarezzava lentamente pensando a come poterlo aiutare, sapendo che i suoi miracoli di guarigione gli avrebbero fatto più male che bene.
Muriel teneva ancora la stessa posizione e continuava a mantenere le mani su Crowley a testa bassa.

Aziraphale sentì il nodo in gola farsi più ingombrante.
Doveva esserci un modo per uscire da quella situazione e doveva esserci qualcosa che poteva fare per aiutare il suo amico. Diamine, c'era sempre un modo per fare tutto nella sua visione delle cose. Per una via o per l'altra doveva esserci qualcosa che potesse architettare.
Ma nessuna delle cose che aveva letto in seimila anni di libri e pergamene lo stavano aiutando in quel momento.
Oltre a ciò, davanti a sé vedeva Michele e Uriele avanzare e non capiva più a chi avrebbe dovuto puntare quella maledetta spada.

Ci fu un momento in cui Aziraphale pensò solo che non ce l'avrebbero semplicemente fatta, anche se mantenne comunque la spada alta.
Abbassò lo sguardo su Crowley, ora con le lacrime che gli scendevano lungo le guance. Se quella doveva essere l'ultima volta che lo guardava, si sarebbe stampato a fuoco il suo viso nella memoria.
Riuscì solo ad abbassarsi quel tanto che bastava per sfiorargli le labbra sulla fronte umida e sussurrargli che lo amava. Non avrebbe lasciato che tutto finisse senza farglielo sapere.
In risposta ottenne un mezzo sorriso che scomparve alla dolorosa fitta successiva. Anche a lui spuntò un sorriso triste; Crowley riusciva a rimanere Crowley anche in quel momento.

Chiuse gli occhi per qualche secondo anche se sapeva che sarebbe stato meglio evitare se voleva scongiurare ulteriori pericoli, ma aveva bisogno di quel poco di tempo per concentrarsi sulla sua prossima mossa.
Tuttavia, niente lo aveva davvero preparato a veder spuntare una luce bianca verticale a dividere i due gruppi.
Spalancò gli occhi sbalordito quando capì cosa stava succedendo e notò che anche Muriel aveva finalmente alzato lo sguardo e sembrava sollevata.

«Muriel, ti ho sentita chiamarmi insistentemente.»
La vera voce di Dio occupò l'ufficio.
«Cosa è successo di tanto grave?»

Ad Aziraphale Dio sembrò quasi scocciata?

Michele e Uriele sembrarono andare fuori di testa e caddero in ginocchio subito dopo.
«Vostra santità», iniziò Uriele, venendo tuttavia interrotta subito dopo.

«Non mi interessano queste inutili formalità.»
Liquidò in fretta entrambi gli arcangeli.
Metatron intanto rimaneva qualche passo indietro, le mani incrociate dietro la schiena. Stava cercando di mantenere la calma, ma non sembrava riuscirci molto bene.
«Voglio solo sapere cosa è avvenuto ultimamente di cui non mi sono accorta che ha messo talmente tanta preoccupazione in un solo angelo da fargli riuscire ad avere la priorità su tutte le altre preghiere che ho ricevuto.»

Aziraphale tornò a guardare il suddetto angelo, capendo cosa diamine stesse facendo a testa bassa con così tanta concentrazione.
Si segnò di ringraziarla appena quella situazione assurda fosse finita.

A Muriel tremò leggermente la voce quando iniziò a parlare. Faticò a trovare le parole giuste.
«Dio mi dispiace averti disturbata, ma Metatron non è più adatto per essere la tua Voce.»

Ci furono un paio di secondi di silenzio durante i quali Aziraphale lasciò andare la spada, preoccupandosi soltanto di Crowley.
Gli accarezzò le guance e continuò a far passare le dita tra i setosi capelli rossi. Il tentativo era quello di farlo sentire più al sicuro di quanto fosse e dirgli che non era da solo. Era tutto ciò che potesse fare in quel momento.
Gli afferrò una mano e Crowley vi si aggrappò, stringendola.
Muriel ancora cercava di tenere a bada la ferita, ma quella non sembrava migliorare e il sangue bagnava le dita dell'angelo.

Intanto, Dio decise di rivolgersi a Metatron.
«Dice il vero?»

L'angelo più potente del paradiso non seppe cosa rispondere e mentre cercava di formulare una frase di senso compiuto, Dio lo interruppe bruscamente.
«Ti ho lasciato il comando del paradiso fidandomi di te. Cos'è successo in tutti questi millenni?»

Aziraphale iniziò a sentire il coraggio crescergli in corpo.
«Mi ha cancellato la memoria. Per evitare che io e Crowley fermassimo di nuovo l'apocalisse.»
Non sapeva se sarebbe stato abbastanza efficace, ma sicuramente non era stata una cosa molto angelica. Sperò soltanto che sarebbe bastato.

In realtà, Dio non si curò davvero molto della prima parte del discorso, prestando tuttavia molta attenzione alle ultime parole.

«Nuova apocalisse? Nel mio piano non c'è mai stata una seconda volta, almeno non così vicina alla prima. Dopo che voi due l'avete interrotta, non ne ho progettata nessun'altra per molto altro tempo.»

Metatron deglutì mentre Uriele e Michele si giravano a guardarlo confusi.
Solo Uriele però riuscì a far uscire le parole.
«Il secondo avvento non è mai stato in programma?»

«Io- io volevo soltanto che il paradiso ottenesse la sua tanto attesa vittoria sul male.»
Rispose Metatron, entrando nella conversazione con ansia.
«Per quanto dovremmo andare avanti a cercare di neutralizzare le malefatte del nemico?»

Il fascio di luce vibrò.
«Non mentire, Metatron. Non a me.»
La voce di Dio iniziò a indurirsi. Non l'avevano mai sentita così severa.

In quel momento dall'entrata della stanza arrivò Saraqael, con Nelka'el dietro di lei che camminava velocemente tenendo la tunica leggermente alzata davanti a sé con le mani.
Quest'ultimo si guardò intorno un paio di volte prima che gli cadessero gli occhi su Crowley. Avanzò a grandi falcate, ignorando il piccolo teatrino che stava avendo luogo davanti a sé, inginocchiandosi di slancio accanto a Muriel.

«Ehy?»

Il demone alzò leggermente le palpebre, salvo poi richiuderle subito dopo.
A Nelka'el quello era bastato.
Aveva fatto passare lo sguardo da Muriel ad Aziraphale e aveva pensato sul da farsi.

«Dio è proprio lì, non potrebbe fare qualcosa per salvarlo se glielo chiediamo?»
Chiese Aziraphale tenendo gli occhi ancora colmi di lacrime sulla smorfia di dolore sul viso di Crowley.

Nelka'el scosse la testa, pensando a cosa potesse fare per aiutare il suo vecchio amico.
«Dio non ha interesse nel salvare i demoni.»

Ad Aziraphale sembrò gelarsi il sangue nelle vene, mentre si rendeva conto che se Dio avesse voluto aiutare Crowley lo avrebbe già fatto. L'aveva effettivamente visto soffrire, steso a terra e non aveva fatto niente.
Si sentì tradito. Quella era la conferma, nella sua testa, che nulla era come pensava che fosse.

Nel frattempo, Dio aveva continuato a parlare con il suo antico funzionario, non curandosi né dell'entrata di Nelka'el né dell'improvvisa apparizione di Saraqael dietro gli altri due arcangeli.

«La tua sete di vittoria è sfrenata, Metatron. Non è per il paradiso che volevi vincere la guerra, ma per te stesso.»
Dio continuò a parlare con una severità assoluta.

«Cosa avrei dovuto fare? Tu non mi parli da seimila anni!»

La luce sfarfallò.
«Di certo non avresti dovuto inventarti un'altra apocalisse, né tantomeno prenderti la libertà di mandare all'inferno gli angeli che infastidivano i tuoi piani.»

Metatron boccheggiò come un pesce fuori d'acqua.

«Credi che non mi sia accorta della caduta di quegli angeli? Non è compito tuo decidere, ma avevo pensato di lasciar passare, visto quanto ero indaffarata. Tuttavia, alla luce di tutto questo, non mi sento particolarmente clemente.»

L'angelo iniziò a rabbrividire.
«Stavo cercando di seguire i tuoi insegnamenti. Non potevo permettere che qualche angelo fastidioso si intromettesse e-»

«Ora basta.»
Dio lo interruppe un'altra volta, lasciando definitivamente Metatron privo di parole e inutili scuse.
«Non era il tuo compito e non mi sembra nemmeno che tu ci sia riuscito, visto dove siamo arrivati.»

La luce si mosse di scatto, finendo sopra il capo dell'angelo.
«Metatron, non sei più degno del tuo incarico né di stare in paradiso. Ora sarai tu a cadere.»

E mentre questo tentava di pronunciare le ultime parole spaventate, una voragine si aprì sotto i suoi piedi e quello che era stato l'angelo più importante del paradiso cadde all'inferno.

𝘞𝘪𝘯𝘨𝘴 𝘰𝘧 𝘋𝘢𝘳𝘬𝘯𝘦𝘴𝘴, 𝘏𝘦𝘢𝘳𝘵𝘴 𝘰𝘧 𝘓𝘪𝘨𝘩𝘵  |Good Omens|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora