•XXIX•

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Non passò molto tempo prima che Crowley e Aziraphale decidessero che nonostante gli ultimi avvenimenti, sarebbe stato meglio prendere qualche precauzione.
Il paradiso non sembrava più avercela con l'angelo, ma ciò non significava che i pericoli fossero scomparsi. Gran parte di quelle preoccupazioni le aveva buttate in mezzo Crowley, citando perlopiù Michele e Uriele. Aziraphale pensava che quei due non avrebbero mai messo in atto nulla contro di loro perché “tesoro, hanno cose più importanti a cui pensare”, ma dal momento che la risposta era stata “no, angelo, sono due stronzi e tu lo sai meglio di me”, non aveva potuto far altro che dargliela vinta.
Dall'altra parte, l'inferno sembrava come sempre essere poco interessato a quello che il demone combinava dai tempi del mancato Armageddon. Tuttavia, la chiacchierata notturna con Shax aveva fatto accendere qualche allarme nel cervello di Crowley, perlomeno nel momento in cui aveva avuto la possibilità di pensarci a mente libera. La gente laggiù era abbastanza imprevedibile; nulla toglieva che un giorno, colti dalla noia, decidessero di irrompere sulla Terra e portarlo in qualche cella malmessa a fargli scontare la propria pena. Meglio di no.

Motivo per cui, dopo non poche discussioni, Crowley e Aziraphale avevano trovato il loro cottage immerso nel verde del South Downs.
Era stata un'impresa non da poco trovarne uno che soddisfasse sia la richiesta di ampi spazi per contenere le vaste librerie dell'angelo e il desiderio di un grande giardino verdeggiante del demone, ma alla fine ci erano riusciti.

Aziraphale aveva dovuto dire addio a un gran numero di volumi, arduo compito divenuto accettabile solo perché Crowley era lì a dargli una mano a impilare i tomi negli scatoloni (e anche a prenderlo bonariamente in giro per aver miracolato uno spazio aggiuntivo in uno dei cartoni per nasconderci qualche libro in più).
Nel frattempo, il suddetto Crowley si era limitato a caricare le sue piante nella Bentley e promettere loro che avrebbero avuto uno spazio più bello dove crescere, notando qualche foglia ingrigirsi dopo l'ennesimo spostamento. Oh, non avrebbe smesso di terrorizzarle a morte; gli era solo sembrato giusto promettere loro qualcosa di carino per evitare che appassissero durante il trasloco.
Ci era voluta un'eternità a spostare le cose: la sua macchina non era certo un camion e, come se non bastasse, da quando Aziraphale era tornato non ne voleva sapere né di andare sopra i cinquanta chilometri orari né di far sparire quei maledetti cerchioni gialli.  Alla fine, però, non era stato questo grande problema fare dei giri in macchina avanti e indietro. Dopo i primi, quelli successivi avevano iniziato a sembrare quasi degli appuntamenti.

Avevano salutato Nina e Maggie, dicendo loro che forse la vita caotica di Soho non faceva più per loro, e Aziraphale aveva lasciato il paio di chiavi principale della libreria nelle mani della seconda.
Le aveva detto che gli sarebbe piaciuto vederla prendere le redini del suo negozio e si era ritrovato quasi subito soffocato tra le braccia della donna. Lo aveva interpretato come un sì.
Si era comunque preso il proprio tempo per pregare Maggie di trattare bene quei libri e lei aveva elegantemente giurato di farlo, suscitando le risatine di Crowley e Nina che li guardavano divertiti.
Qualche anno dopo Maggie avrebbe unito i due locali, trasferendo i dischi in una sezione più ammodernata del vecchio edificio ospitante la libreria; Aziraphale avrebbe inizialmente sofferto, salvo poi visitarla per la prima volta e rendersi conto che non ci stavano per niente male.

Intanto però, nel presente, Crowley e Aziraphale si erano definitivamente trasferiti nel loro nuovo cottage.
Era adorabile, davvero. Vantava una grande area dedicata a scaffali colmi di libri di ogni epoca (caratterizzata da uno stile che ricordava vagamente la biblioteca angelica, dovette ammettere Crowley), un bel salotto dai colori vivaci ornato con un grande camino e un lungo divano, varie altre stanze stravaganti tra cui un ufficio simile a quello del vecchio appartamento del demone (completo di statue, un bel cannocchiale per osservare il cielo notturno e ampie vetrate moderne che c'entravano ben poco con lo stile campagnolo del cottage), un bel garage dove la Bentley oziava nelle giornate tranquille e un grande spazio esterno, completo di aiuole ben curate e un piccolo appezzamento di terra.

E la prima vera cosa che avevano fatto, era stata un altro miracolo insieme.
Qualcosa per assicurarsi che nessuno potesse davvero mettersi tra loro e la loro felicità, men che meno angeli e demoni vendicativi.
Senza il minimo desiderio di attuare il più piccolo e insignificante miracolo pensabile, unirono una mano al centro del salotto non appena ebbero posato gli scatoloni tra le mura del cottage. Si guardarono negli occhi prima di abbassare le palpebre e fare un breve gesto con la mano libera, mantenendo un grande sorriso in volto.

In paradiso le sirene suonarono con tanto di luce rossa lampeggiante.
All'inferno, probabilmente tutti si accorsero di una sorta di ventata di magia proveniente da chissà dove, facendo allarmare alcuni e incuriosire altri.

Stavolta fu Aziraphale a controllare che il miracolo fosse andato a buon fine e constatato ciò semplicemente si lanciò tra le braccia di Crowley.

«Ha funzionato»
Disse il demone, ricambiando l’abbraccio.

«Non dovremmo essere rintracciabili, ora. Non dovrebbero riuscire a capire neanche da dove è stato attuato il miracolo»

Gli arrivò un leggero bacio sulla fronte e un sospiro tranquillo tra i capelli.
Forse avrebbero dovuto cambiare qualcosina in caso avessero voluto tornare a trovare Nina e Maggie (lo avrebbero sicuramente fatto), ma in quel momento andava bene così. Si sentivano per la prima volta davvero al sicuro.

•••

I primi giorni furono comunque tesi.
Crowley si aspettò di trovare chiunque fuori dall'uscio, prima di distendere davvero i nervi e godersi appieno quella nuova fase della sua esistenza.

Tutto sommato, scoprirono che il tempo libero non era così male.
Senza libri da cercare di non vendere, incarichi eterei od occulti da dover portare a termine o anche solo senza avere il timore di non potersi sfiorare senza ricevere punizioni, sembrava essere tutto molto più bello.
Anche le cene al Ritz, dove tornavano spesso più per passare del tempo di qualità insieme che per altro (anche se, chiedendolo ad Aziraphale, probabilmente sarebbe stato un fifty-fifty col buon cibo), sembravano molto più affascinanti così.
Non si erano davvero mossi da quei semplici baci a stampo pieni di sentimenti, ma nessuno dei due aveva fretta. Era semplicemente bello sentirsi finalmente appartenere l'uno all'altro dopo seimila anni passati a girarsi intorno.

E poi avevano dovuto cercarsi qualche altro hobby.
Crowley aveva iniziato a prendersi davvero cura delle piante che crescevano intorno all’abitazione. Aveva acquistato online qualche raro esemplare (con ogni probabilità anche poco legale da possedere) oltre a un'infinità di alberelli da frutto perfetti per riempire il pezzetto di terra ancora vuoto.
Questo portò Aziraphale ad aggiungere la pasticceria alla lista di cose che poteva fare. Le mele che crescevano dal fiorente frutteto di Crowley erano perfette per le sue torte.
Oltre a ciò, aveva avuto la mezza idea di iniziare una nuova sorta di attività (più un passatempo, davvero): si faceva spedire libri rovinati da chi non aveva le giuste conoscenze per rimetterli a nuovo e lo faceva lui per loro. Si faceva pagare pochi spicci, giusto per dare una parvenza di verità a tutto quello.
A volte firmava le piccole lettere scritte a mano dove annotava i consigli per la conservazione dei rinnovati tomi anche con il nome di Crowley, specie quando l'angelo cucinava troppi biscotti e pensava bene di lasciarne piccoli assaggi omaggio nei pacchetti che consegnava ai corrieri. Doveva pur dare al suo demone il merito per l'ottima materia prima.

Per il resto, chiunque passasse davanti al loro cottage durante una passeggiata o per chiedere indicazione dopo essersi smarriti in auto, rimaneva sempre ben contento di aver incontrato l'uomo appena uscito dal 1800 e il suo fidanzato gotico.
Loro e quel fantastico cottage che sembrava rinato, sempre con le luci calde accese e le fiorenti piante che lo ornavano.

Tuttavia, Crowley e Aziraphale non erano certo due idioti.
Un giorno la tanto attesa apocalisse ci sarebbe stata. Era inevitabile, davvero, Dio stessa l’aveva detto. Non in un futuro prossimo, ma comunque in un futuro dove loro ci sarebbero stati.
Fino ad allora, però, nessuno dei due se ne sarebbe preoccupato più di tanto.
Avevano tutto ciò che serviva loro per essere felici in quel piccolo rettangolo di spazio che si erano presi.
Anche se ci era voluto fin troppo perché se ne rendessero conto, sia Aziraphale che Crowley avevano realizzato che in realtà sarebbe bastato loro rimanere uno al fianco dell'altro.

E probabilmente avrebbero scongiurato anche il terzo tentativo di mettere in atto la fine del mondo.
Semplicemente, questa volta lo avrebbero fatto tra un bacio e l'altro.












Signori e signore, è ufficialmente finito questo libro!
Sperando che vi sia piaciuto, vi ringrazio per averlo letto <3

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𝘞𝘪𝘯𝘨𝘴 𝘰𝘧 𝘋𝘢𝘳𝘬𝘯𝘦𝘴𝘴, 𝘏𝘦𝘢𝘳𝘵𝘴 𝘰𝘧 𝘓𝘪𝘨𝘩𝘵  |Good Omens|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora