Quella mattina, nella caffetteria di Nina, non vi era un gran traffico di clientela.
Erano pochi quelli che erano passati per un caffè in tazza da portarsi a lavoro e ancora meno quelli che si erano fermati dentro il locale per fare una colazione vera e propria.
Se non altro aveva Maggie a farle compagnia, seduta su uno sgabello dall'altra parte del bancone. Ogni tanto si alzava per darle una mano con qualche ordinazione, ma per la maggior parte del tempo rimaneva lì per parlarle del più e del meno.
Nina ammetteva che in quel modo le giornate passavano molto più velocemente.Stava in quel momento servendo un anziano uomo a un tavolino in un angolo, quando sentì la porta spalancarsi di nuovo.
Ed ecco entrare, a passo spedito, colui che le avrebbe incasinato quella giornata iniziata tanto tranquilla.Nina sospirò, ma non si scompose più di tanto. Finì di poggiare cappuccino e brioche davanti al signore con un sorriso e si diresse al bancone.
Poggiò il vassoio che teneva sottobraccio, si mise a braccia incrociate davanti all'uomo e gli riservò uno sguardo interrogativo.«Ti sei ubriacato di nuovo vero?»
Maggie ridacchiò dalla sua postazione.
Crowley, invece, si limitò a passarsi una mano tra i capelli.
«Solito ordine.»Nina sbuffò e iniziò a preparare sei caffè da versargli nel solito bicchierone.
Un giorno gli sarebbe esploso qualche organo, ne era sicura.«Non sono così sicura che questo sia un sano stile di vita, Anthony…», gli disse Maggie sorridendo gentile.
Crowley si girò a guardarla, gli occhiali neri che ne offuscavano leggermente l'immagine. Da qualche settimana avevano iniziato a chiamarlo per nome - beh, inventato, ma era un'informazione che non avevano bisogno di sapere. Presentarsi lì dopo ogni sbronza aveva avuto questo risultato, alla fine.
Improvvisò un sorrisetto di cortesia.
«Ci vuole il fisico giusto.»Nina gli passò la bevanda e lui prese posto accanto alla bionda, portando con sé il bicchiere.
Appoggiò il gomito sul bancone e la testa sul palmo della propria mano.Sentì in sottofondo Maggie chiedere all'altra donna se secondo lei stesse bene, ma decise di ignorarle entrambe.
Belli i suoi poteri da essere soprannaturale, ma davvero inutili quando si parlava di doposbornia. Forse se lo meritava quel mal di testa.A ogni modo, butto giù in un paio di sorsi il suo caffè continuando a isolarsi dai discorsi delle altre due, che intanto avevano iniziato a vagare sul fatto che c'entrasse palesemente Aziraphale, anche se lui a riguardo non aveva ancora pronunciato mezza parola.
Decise che era meglio alzarsi e andare a fare una qualche passeggiata, venendo però praticamente placcato non appena osò alzarsi di nuovo in piedi; tornò a sedersi sbuffando.
«Ne ho abbastanza di vederti entrare nel mio locale in pieno doposbornia ogni due giorni, signor Espresso, così come mi sono stufata dei tuoi fottuti segreti», gli disse Nina, quasi sbattendo le mani sul bancone, incurante del povero signore che quasi si strozzò col suo cappuccino.
«Sono mesi che entri, bevi, paghi ed esci e per quanto apprezzi il fatto di vendere sei caffè in una botta sola, la cosa inizia a essere insostenibile.»Maggie la guardò con un mezzo rimprovero nascosto in viso, il quale passò comunque praticamente inosservato agli occhi di Crowley. Gli sembrava di avere un mezzo martello pneumatico nel cervello, quindi non era proprio la sua priorità far caso ai dettagli.
Sospirò sconfitto; dopo sette lunghi mesi probabilmente era anche giusto dare un minimo di spiegazione oltre a "Muriel è la nuova proprietaria della libreria e io mi scolo bottiglie di vino a raffica".Incrociò le braccia sul bancone.
«Non voglio pensare al fatto che ho passato la mia intera esistenza a fare compagnia a un uomo il quale ha deciso di voltarmi le spalle non appena ne ha avuto l'occasione, quindi le mie serate sono dedicate all'alcol e la mattina mi piace affogare il mal di testa nel caffè. Ha un senso, ora?»
Un leggero sguardo di sfida prese piede sul suo viso, prontamente nascosto dalle lenti scure degli occhiali.Maggie gli posò una mano sulla spalla.
«Deduco tu gli abbia detto come ti sentivi?»Uno sbuffo e un'impercettibile alzata di spalle fu tutto ciò che ebbe in risposta.
Era un sì, quindi.«E il signor Fell è fuggito solo a causa di questo?», aggiunse Nina, ricevendo in cambio soltanto il silenzio.
Quell'uomo era una saracinesca quando voleva.Intanto, l'anziano seduto nell'angolo aveva appena finito la sua lauta colazione.
Si alzò, portando con sé tazza e piattino. Li poggiò accanto a Crowley e si diresse alla cassa per pagare.
Tuttavia, mentre apriva il portafoglio per passare alla barista una banconota, non riuscì a starsene zitto.«Non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra conversazione», disse con nonchalance, «Da come ti ho sentito parlare, non mi sembra che l'altra persona sia così interessata.»
Stava parlando con Crowley, ma quest'ultimo continuò a tenere lo sguardo fisso in un punto a caso davanti a sé.
Non era nelle condizioni di pensare a qualche punizione demoniaca abbastanza fantasiosa in quel momento.L'uomo gli sorrise, seppur il rosso non lo stesse neanche guardando.
«Temo che sia meglio per entrambi andare avanti con le vostre vite.»Quello fu il preciso istante in cui Crowley si voltò di scatto.
Probabilmente la sua occhiataccia arrivò dritta all'uomo nonostante gli occhiali da sole, perché il suo sorriso si spense e si affrettò a prendere il proprio resto dalle mani di Nina e uscire fuori dal locale.Quest'ultima sospirò.
«Un altro cliente che non vedrò mai più.»«Se devono dare consigli idioti a persone che non li hanno chiesti, meglio che non entrino proprio.»
Sussurrò il demone, tornando a osservare il nulla davanti a sé.«Anthony, nonostante le parole dure forse in fondo quell'uomo ha ragione», disse Maggie ignorando lo sguardo preoccupato che Nina le aveva rivolto.
«Non puoi continuare a lungo così.»Crowley, per l'ennesima volta, non riuscì a dire nulla. Sapeva che aveva ragione. Almeno in parte.
Continuare ad aspettare il suo angelo per l'eternità non lo avrebbe fatto tornare, così come continuare a fare incetta di bottiglie di vino randomiche non avrebbe aiutato lui a superare un cuore spezzato.Il problema maggiore era che non vi era via, edificio o luogo che non gli ricordasse Aziraphale.
Anche solo vedere qualcuno leggere un libro, guidare un'auto gialla, prendere un gelato al parco o addirittura solo avere un indumento in stile tartan, lo uccideva.
Oltre ovviamente alla sua stessa macchina che voleva palesemente farlo impazzire, offrendogli caramelle da viaggio ogni minuto e facendo partire "Love of My Life" dei Queen a ripetizione.In ogni caso annuì.
Si alzò dallo sgabello lasciando dieci sterline e qualche spicciolo sul bancone (quasi il doppio di ciò che le doveva) e uscì senza proferire parola.
Il suo obiettivo era stato chiudersi nel proprio appartamento e passare il tempo curando le sue piante, probabilmente piene di foglie appassite se non addirittura secche e colme di punti neri ovunque. Urlare dietro a qualche vegetale lo avrebbe fatto stare meglio, magari.Tuttavia, non appena estrasse le chiavi della Bentley dalla tasca pronto per un altro estenuante viaggio verso Mayfair, gli caddero gli occhi sulla libreria per l'ennesima volta.
Gli ci volle qualche secondo per accorgersi che i suoi stessi piedi avevano iniziato a muoversi da soli verso quella direzione, ma decise comunque di lasciarsi guidare da essi. Si preparò mentalmente a qualche altra ora di depressione tattica seduto su una poltrona a gambe accavallate, incurante degli sguardi esasperati di Nina e Maggie che l'avevano osservato per tutto il tempo.
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𝘞𝘪𝘯𝘨𝘴 𝘰𝘧 𝘋𝘢𝘳𝘬𝘯𝘦𝘴𝘴, 𝘏𝘦𝘢𝘳𝘵𝘴 𝘰𝘧 𝘓𝘪𝘨𝘩𝘵 |Good Omens|
FanficAziraphale è tornato in paradiso, lasciandosi alle spalle la vita che aveva condotto fino ad allora e Crowley, il quale non riesce a voltare pagina (e forse non vuole nemmeno). A causa di questo, sono innumerevoli le giornate che trascorre nella lib...