•XI•

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Crowley e Muriel tornarono nella libreria a testa bassa.
Era decisamente stata una giornata pesante; il sole stava iniziando a nascondersi e il tramonto dalle luci aranciate illuminava la città. Forse non sembrava, ma erano stati via più di quello che si aspettavano.

La prima cosa che fece il demone, dopo aver superato la porta d'entrata, fu buttarsi sulla solita poltrona e lanciare gli occhiali da sole sulla scrivania.
L'aveva decisamente distrutto incontrare Aziraphale in quello stato, non perché non si fosse preparato a sentirsi dire quelle cose da un angelo che non ricordava di averlo mai avuto come amico, ma perché conosceva quello che era stato prima che Metatron si intromettesse.
Avrebbe potuto prepararsi alle parole che sapeva gli avrebbe rivolto per cent'anni e lo avrebbero ferito comunque.

In quel momento non ci pensò neanche a tirare fuori la pergamena di Nelka'el, per pensare a un piano per recuperare quel dannato olio e riprendersi il suo miglior amico.
Aveva bisogno di una bella dormita, in realtà. Anche se non era obbligato da nessuna regola biologica.
Sapeva anche che il giorno successivo avrebbe avuto il suo bel da fare, quindi scartò l'idea di ubriacarsi fino a svenire. Il dopo sbornia non era mai piacevole, anche se ormai c'era abituato. Non sarebbe stato efficiente col mal di testa.

Socchiuse gli occhi, accasciandosi contro la poltrona. Un lungo sospiro gli uscì lentamente dalle labbra.

Perché doveva essere sempre tutto così difficile?
E perché paradiso e inferno non potevano lasciarli tranquilli nemmeno dopo averli praticamente licenziati?

Muriel gli passò accanto poco dopo, l'ennesima tazza di tè tra le mani.
Dio solo sapeva cosa se ne facesse dopo aver finito di osservarle.
La appoggiò sulla scrivania.accanto a Crowley e quando questo si girò a guardarla lei gli sorrise. Si stava già preparando a venir travolto da qualche discorso a caso che non avrebbe seguito, ma ciò non accadde.

«Riusciremo a riportarlo indietro»
Gli disse semplicemente, prima di dargli una pacca sulla spalla. Era quasi certo che avesse appreso la mossa da qualche libro, altrimenti non se lo sarebbe spiegato.
Fatto ciò, Muriel tornò a rifugiarsi nella cucina, chiudendo la porta.

Si chiese, aggrottando le sopracciglia, come fosse possibile che l'angelo avesse capito che in quel momento l'unica cosa che Crowley desiderava era rimanere solo coi suoi pensieri. Si chiese se facesse solo finta di essere così dannatamente ingenua e credulona.
Per un momento sperò soltanto che Muriel non cambiasse mai.

Afferrò la tazza e ne buttò giù il contenuto in un paio di sorsi, godendosi il tè bollente che gli scendeva in gola. Non aveva mai amato quella bevanda, ma era calda e la sensazione era stata davvero piacevole.
Dopodiché si alzò dalla poltrona, lasciando la tazza sulla scrivania, e si diresse verso le scale a chiocciola. Della prossima avventura se ne sarebbe riparlato il giorno successivo; gli serviva una pausa.
Una lunga dormita era tutto ciò che gli ci voleva.

•••

Saraqael distese le labbra in una smorfia quando, attraverso una delle vetrate della libreria, vide Crowley scomparire su per la scalinata.
Non le piaceva vederlo giù, anche se tecnicamente avrebbe dovuto gioirne.

Uriele era stato fin troppo chiaro: scendi laggiù, spialo e cerca di capire le sue prossime intenzioni.
Non pensava che sarebbe stato così semplice, però.

Non si poteva dire che Saraqael fosse mai stata così d'accordo con gli altri quando si era pensato di cancellare la memoria di Aziraphale e renderlo arcangelo. Michele e Uriele non avevano mai avuto davvero a che fare con Crowley in passato, non immaginavano che il demone potesse essere così ostinato quando voleva. D'altra parte nemmeno Metatron era così esperto quando si parlava di luo. Lei invece lo sapeva molto bene, visto che avevano collaborato alla creazione di un paio di nebulose millenni di anni prima e alla fine gli aveva lasciato fare quasi tutto da solo per evitare di sentirlo ancora blaterare.
Non sapeva esattamente quale relazione ci fosse tra il demone e l'arcangelo, ma di sicuro non andava sottovalutata; avevano sbagliato sin dal principio a pensare che Crowley non avrebbe mai sospettato nulla e di conseguenza fare qualcosa a riguardo.
Che i due fossero affezionati l'uno all'altro era una realtà che tutti conoscevano, ormai; era il grado di quella relazione che sfuggiva quasi a tutti.

Anche se, ora che aveva appena finito di vederlo abbattersi in quel modo, capiva che forse avevano ragione gli altri.

Forse aver visto come si era comportato l'angelo verso di lui lo aveva davvero sconvolto a tal punto da fargli credere che non ne valesse la pena. Magari non aveva neanche trovato un modo per riaverlo, comunque.
Non poteva essere un pericolo in quel momento, non quando l'unica parola che le veniva in mente per descrivere il suo comportamento era "sconfitto".

Posò due dita sulla tempia destra e si concentrò.

Il traditore si aggira nella libreria come un'anima in pena. Non sembra invogliato a continuare la ricerca né a perseguire i suoi scopi.

Qualche secondo dopo, la voce di Michele irruppe nella sua testa.

Bene. Torna pure in paradiso, abbiamo molto di cui discutere.

Saraqael sbuffò.
Iniziava a stancarsi di tutte le riunioni, di tutte le scartoffie, di tutte le menzogne che raccontavano ad Aziraphale per farlo sentire apprezzato e continuare a tenerlo sotto controllo.

Lanciò un'ultima occhiata nella libreria prima di muovere i comandi della propria sedia per dirigersi all'ascensore.

Inventati qualcosa e riprenditi il tuo amico, Crowley, non ne posso più di questa storia.

𝘞𝘪𝘯𝘨𝘴 𝘰𝘧 𝘋𝘢𝘳𝘬𝘯𝘦𝘴𝘴, 𝘏𝘦𝘢𝘳𝘵𝘴 𝘰𝘧 𝘓𝘪𝘨𝘩𝘵  |Good Omens|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora