•IV•

95 14 5
                                    

Crowley non sapeva quanto tempo fosse passato, non ci aveva fatto caso nemmeno per sbaglio. Sapeva solo che a una certa aveva dovuto accendere le luci della libreria.
Muriel non si era ancora fatta viva e in qualche modo la cosa gli aveva fatto davvero piacere; sarebbe stato problematico spiegarle perché ci fossero libri ovunque.

Specialmente sarebbe stato complicato trovare una scusa per la pila di libri appena apparsa sulla scrivania, tutti completi di comodo appunto "Crowley".

Era arrivato a una trentina ormai ed erano tutti legati in qualche modo alla sua persona.
Addirittura uno di loro era finito lì in mezzo solo perché, a quanto pareva, i disegni sulla copertina ricordavano all’angelo di lui.
Aziraphale era sempre stato un tipo strano, davvero. Forse era per quello che gli piaceva così tanto.

Oh Satana, stava ricominciando a mancargli.
E più di prima, se doveva essere sincero con se stesso.

Con un'espressione triste si sedette davanti alla scrivania, accese la lampada e iniziò a leggere proprio quel libro, nonostante non avesse mai avuto interesse per quel passatempo.
L'immagine coperta dalle sue mani di due ali nere come la pece che stringevano una mela rossa.

•••

Fu così che lo trovò Muriel, appena rientrata dal paradiso a notte fonda.
Il libro ancora aperto e lui con le braccia incrociate su di esso, addormentato.

La ragazza aveva pensato di raccontargli ciò che aveva sentito in paradiso, più che altro perché pensava gli avrebbe strappato una risata il fatto che Michele e Uriele pensassero davvero che lui e Aziraphale avrebbero mai potuto combattere l'uno contro l'altro.
Tuttavia, vedendolo per la prima volta in pace, decise di lasciar perdere. Un sorrisetto le nacque sulle labbra mentre prendeva una coperta lasciata sulla poltrona e gliela appoggiava delicatamente sulle spalle.
I demoni soffrivano il freddo? Non ne era sicura, ma le sembrava comunque carino dedicargli quella premura.
Infine spense lampada e lampadario, lasciandolo solo a riposare in tranquillità; si diresse nella piccola cucina e si rintanò lì dentro, anche lei con un libro per passare il tempo.

Le dispiaceva vederlo in quel modo.
Sapeva che Aziraphale aveva fatto una scelta coraggiosa accettando l'offerta di Metatron; per quanto lei non si accorgesse in prima persona di quale ambiente tossico fosse diventato il paradiso, sapeva che l'angelo avrebbe fatto un buon lavoro e si fidava di lui.
D'altronde era stato uno dei pochi a mostrarle gentilezza e rispetto nonostante la differenza gerarchica.
Si chiedeva però spesso se fosse davvero stata la cosa migliore da fare: il paradiso avrebbe potuto trovare un sostituto se Aziraphale avesse rifiutato, ma Crowley no.
Nel poco tempo in cui aveva avuto il piacere di frequentarli entrambi, aveva notato anche lei come si gravitassero intorno ogni singolo secondo, il demone non avrebbe potuto trovare tanto in fretta qualcuno con cui condividere una dinamica simile.

Mentre prendeva posto al tavolo della cucina, arrivò alla conclusione che tutto quello fosse fin troppo complicato e preferì riprendere la sua lettura da dove l'aveva interrotta l'ultima volta.

•••

Alle prime luci dell'alba Crowley si svegliò, intorpidito e rintronato.
Sbadigliò intensamente, allungando le braccia e godendosi il profondo schiocco che rilasciarono le sue articolazioni. Notando dove avesse passato la notte, decise che una boccata d'aria fresca non gli avrebbe fatto male e fece un paio di passi fuori dalla porta d'entrata dell'edificio, non dimenticando di piegare la coperta che magicamente si era ritrovato addosso.

Socchiuse gli occhi quando un raggio di sole lo attraversò per intero; era pur sempre un serpente.
Era ben consapevole di non avere gli occhiali da sole, ma ben poco gli importava: sarebbe rientrato quasi subito. Giusto il tempo di un altro minuto per riscaldare il suo vecchio sangue freddo.

𝘞𝘪𝘯𝘨𝘴 𝘰𝘧 𝘋𝘢𝘳𝘬𝘯𝘦𝘴𝘴, 𝘏𝘦𝘢𝘳𝘵𝘴 𝘰𝘧 𝘓𝘪𝘨𝘩𝘵  |Good Omens|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora