3) Occhi d'oro

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Occhi d'oro?» penso tra me e me. «Ma cosa voleva da me per chiamarmi così?»
Sono immersa nei miei pensieri quando mi arriva un messaggio. È Lucas:

Stasera devo farmi perdonare per prima. Alle 19, alla festa di Jasper. Ti passo a prendere a quell'ora. Devi esserci!

Ha davvero tanto da farsi perdonare, non so cosa gli sia preso prima. Guardo l'orologio: sono le 18. Ho un'ora per prepararmi.
Scelgo un vestito nero che arriva sopra le ginocchia. Non amo mostrare troppo il mio corpo; sono magra, ma con parecchie curve. Mi passo un po' di mascara e gloss e sono pronta.

Poco dopo suonano alla porta. Apro e vedo Lucas. Wow. È proprio bello. Indossa un semplice jeans e una camicia, ma è davvero affascinante.

Lui mi guarda incantato e, dopo qualche secondo, chiede: «Andiamo?»

«Andiamo. Ciao, papà!»

«Ciao, amore. Divertiti. E tu, Lucas, guai a te...»

Mentre saliamo in macchina, Lucas sospira e rompe il silenzio: «Eli... O, ehm, scusa... Elizabeth.»

Abbasso lo sguardo. Lui sa che l'unica a chiamarmi "Eli" era mia madre.

«Scusa per prima. Davvero.»

«È tutto okay.»

«No, un cazzo è okay. Non so che mi è preso. Scusami, ti prego.»

Lo dice con tono sinceramente dispiaciuto, e io gli credo. Non lo so nemmeno io cosa gli sia passato per la testa con quelle sue scenate di gelosia.

«E se mi preghi così, come faccio a dirti di no?»

Sorridiamo entrambi.

Quando arriviamo alla festa, vedo Sarah e Max. «Ehi, ragazzi!» li saluto, ma non ricevo risposta.
Sarah mi prende per il polso e mi trascina in un'altra stanza.

«Sarah?» chiedo, sorpresa, ma lei scoppia a piangere.

«SARAH?» La abbraccio d'istinto. Non sono brava a consolare le persone, ma Sarah non è il tipo da piangere facilmente. «Ehi, Sarah, che succede? Lo sai che puoi parlare con me.»

Dopo un po', riesce a sussurrare: «Scusa.»

«Scusa di che? Dimmi cosa sta succedendo.»

«Max...»

«Che ha fatto? Vuoi che lo prendo a calci nel—»

Accenna un sorriso debole. «Ultimamente mi tratta un po' male. Non so cosa fare.»

«Cosa ti ha fatto?»

«È distaccato. Mi risponde freddo... Ho paura, Eliz. Ho paura.»

«Vieni, parlami.» La aiuto a sedersi. «Ti ha insultata? Fatto fare qualcosa che non volevi?»

«No, però... è una serie di cose. Tipo, poco fa, appena arrivata qui, l'ho visto parlare con una ragazza. Ma non è quello il problema. Non è neanche il fatto che mi aveva detto che non sarebbe venuto. Il problema è che quando l'ho salutato e stavo per baciarlo, mi ha fermato e ha detto: "Non vedi che sto parlando con una mia amica?" Io, in quel momento, sono sprofondata.»

«Cazzo, che stronzo! Come può paragonarti a una che ha appena conosciuto? È successo altro?»

«In particolare no, ma è una serie di piccole cose che vanno avanti da giorni.»

«Mo' gliela faccio vedere io.» Prendo un oggetto a caso da terra per farla sorridere. «Sai dove glielo ficco, se ti fa ancora piangere?»

Sarah ride. «Grazie.»

«Di che?»

«No, Eliz, dico davvero. Grazie per esserci sempre per me.»

La abbraccio e torniamo dagli altri.

Oh no, la festa è cominciata!» borbotta Lucas, quando vediamo entrare Noah e Klaus. Sono sempre insieme.
Noah indossa una semplice felpa nera con jeans scuri, mentre Klaus ha una camicia e dei classici jeans.

«Quel coglione... vuole che gli tiro un altro pugno?» dice Max, chiaramente riferendosi a Noah. Non capisco se ama ancora Sarah o la sta solo prendendo in giro. Devo scoprirlo.

«Ehi, ehi, cosa abbiamo qua?» urla Klaus con tono divertito, indicando due ragazze a Noah.

«Non si può stare tranquilli nemmeno a una festa...» aggiungo.

«Andiamo a prendere qualcosa da bere» propone Lucas.

Mentre andiamo, vedo Noah avvicinarsi con Klaus. Le ragazze con cui stavano prima sono sparite.

«Ulala...» esclama Noah, riferendosi a Sarah. Giuro che ora gli tiro un pugno.

«Che cazzo vuoi?» gli chiede Max, furioso.

«Oh, fra', calmati. Non si può più parlare? Devo parlare con lei.» Indica me.

Io? Ma che vuole?

«Che le devi dire?» gli chiede Lucas.

«Saranno cazzi miei?»

«Senti, che devi dirmi, Noah?» chiedo, infastidita.

«Che cos'è tutta questa confidenza, Jonhsom? Mi devi chiamare Gilbert e basta.»

Ma è serio? Non l'ho mai chiamato per cognome, e ora fa questa scenata davanti a Lucas?

«Non rompermi le palle. Che devi dirmi?»

«In privato.»

Lucas lo fulmina con lo sguardo.

«Senti, quello che devi dirmi possono sentirlo anche loro.»

«Hai ragione, ma io faccio quello che mi pare.» Mi prende per il braccio e mi trascina in un'altra stanza.

MAX POV

Che vuole ora Noah, avvicinandosi? Un altro pugno?

«Che cazzo vuoi?» gli chiedo, quando punta gli occhi su Sarah.

«Non rompere, devo parlare con lei.»

Lei? Elizabeth? Ma che sta succedendo? Lucas non dice niente, ma i suoi occhi parlano chiaro: è furioso. Non fa in tempo a reagire che Noah trascina via Elizabeth.

Lucas si alza per seguirli, ma lo fermo.

«Fermati. È peggio se vai.»

«Peggio cosa, Max? Di come Noah fa quello che gli pare, senza fregarsene di ferire gli altri? Peggio di cosa? Di come alle medie mi ha rovinato la vita? O di come ora non so cosa sta facendo a Eliz? Magari le sta facendo del male o le sta facendo fare qualcosa contro la sua volontà!»

Non so cosa rispondere.

«Lucas, ti prego.» È tutto ciò che riesco a dire. «Andiamo a vedere insieme. Sarah, non muoverti da qui.»

Andiamo nella stanza accanto, ma non c'è nessuno. Lucas chiama Elizabeth al telefono e mette il viva-voce.

«Elizabeth, oh mio Dio...»

«Lucas, rilassati. È tutto a posto. Siamo fuori casa, mi sta chiedendo una cosa sul progetto. Torno subito.»

«Cazzo... e io che mi preoccupo sempre, no? Tanto lo stronzo sono io!» chiude la chiamata con rabbia. Oh no.

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