Elizabeth POV
DRIIINN.
Il citofono. Mi trascino fino alla porta e, sbuffando, premo il pulsante. «Chi è?»
«Il lupo che cerca Cappuccetto Rosso.»
Che cretino. Mi ero completamente dimenticata che Noah sarebbe venuto oggi. Va bene, cercherò di ignorarlo.
«Allora non ho tempo da perdere, prendi il lavoro,» dice Noah non appena entra in casa.
«Anche meno, Gilbert. Non sono la tua schiava,» ribatto, incrociando le braccia.
Lui mi ignora e si dirige verso la mia camera. «Ti aspetto di là.»
«Certo, come se fossi a casa tua, eh?» dico con tono ironico. Lo detesto.
Dopo qualche minuto ci mettiamo a lavorare. «Però siamo a buon punto,» realizzo mentre continuiamo a scrivere.
«Già. Menomale, perché non ne posso più di tutte queste ricerche, appunti e bla bla bla.»
Sto per rispondergli, quando il mio telefono vibra. Un messaggio. È anonimo. Apro la schermata e vedo che è una foto.
«Che c'è?» chiede Noah, notando la mia espressione.
Gli mostro il telefono. «La apro?»
«Sì,» risponde lui, senza nemmeno staccare gli occhi dal computer. Mi sorprende quanto sembri concentrato oggi.
Decido di aprire la foto.
Ed è stato l'errore più grande che potessi fare. Rimango a fissare lo schermo per minuti interi, incapace di reagire. Una lacrima mi scivola lungo la guancia.
«Oh santo cielo, ma piangi sempre? Mo' che è successo?»
Non riesco a rispondere. Gli porgo il telefono e Noah, con un gesto deciso, me lo prende di mano.
«Oh mio Dio. Ma questo è...»
«Sì,» rispondo secca, fissando il pavimento.
È una foto di Lucas sul lettino di un ospedale mentre bacia un'altra ragazza. Mi sembra di averla vista a scuola, ma non so chi sia.
«Che stronzo,» commenta Noah, il tono tagliente.
Già, che stronzo.
«Ma perché queste cose succedono sempre quando devo venire io a lavorare?» aggiunge lui con aria esasperata.
«Va' via,» riesco a sussurrare. Ho bisogno di stare da sola.
Noah però non si muove.
«Ti ho detto vai,» ripeto, la voce rauca. «Faccio io la tua parte di lavoro, vattene.»
«Nah, rimango qua,» risponde lui con noncuranza.
Mi alzo di scatto, dandogli le spalle, e scoppio. Cerco di piangere in silenzio, non voglio che mi senta, ma è inutile. Dopo qualche secondo, sento una mano posarsi sulla mia spalla.
«Ehi,» mormora.
Non mi giro. Odio quando la gente mi vede debole, e lui mi ha già visto così fin troppe volte.
«Vuoi... vuoi un... un abbraccio?» balbetta.
Mi volto di scatto. «Un... un abbraccio?» chiedo incredula, tra i singhiozzi.
«Beh... sì... insomma, di solito non consolo la gente, non so come si fa,» risponde, visibilmente imbarazzato.
Non so cosa mi prende, ma faccio un passo avanti e lo abbraccio. Non è certo la persona che avrei voluto accanto in questo momento, ma... mi serviva.
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Unlimited
RomanceLa storia segue le vicende di Elizabeth e Noah, due ragazzi che iniziano con un forte disprezzo reciproco, ma che si ritrovano coinvolti in una serie di eventi che cambieranno il corso delle loro vite. Noah è un ragazzo che ha sempre avuto una vita...