Mi sveglio prima dell'alba, ma resto a fissare il soffitto. Il sole ancora non si è alzato, eppure il peso del giorno che mi aspetta schiaccia già il petto. Ho preso la mia decisione. Oggi ammetterò tutto.Mi alzo, trascinandomi fino allo specchio. Mi guardo, cercando qualcosa in me che assomigli alla forza. Non la trovo. Forse è nascosta sotto tutta questa paura. Non importa. Non sono qui per sembrare forte. Sono qui per fare quello che è giusto.
Elizabeth mi ha offerto una via d'uscita. Il suo alibi avrebbe potuto salvarmi, ma non posso accettarlo. Non posso trascinarla nel mio disastro. La mia coscienza è già abbastanza sporca.
Quando arrivo al commissariato, l'aria sembra più fredda, più pesante. L'avvocato mi aspetta davanti all'ingresso. Ha un'espressione seria, ma non severa. Mi ha detto che possiamo cercare di negoziare, ma gli ho già chiarito tutto: oggi dico la verità.
Attraverso la porta e tutto sembra rallentare. I passi, i suoni, persino il battito del cuore. Mi conducono in una stanza spoglia, con un tavolo e poche sedie. Dall'altra parte c'è il giudice. Il suo sguardo è impenetrabile, ma non ostile.
Mi siedo. Il mio avvocato mi dà una leggera pacca sulla spalla, come a dire: Va bene, ci siamo.
Il giudice comincia. La sua voce è calma ma decisa. «Noah Carter, sei consapevole delle accuse mosse contro di te?»
Inspiro profondamente. Il nodo alla gola sembra soffocarmi, ma parlo lo stesso. «Sì, vostra onore.»
Mi chiedono di raccontare, e lo faccio. Racconto tutto. Ogni dettaglio, ogni errore. Non cerco scuse, non provo a minimizzare. Mi tolgo il peso che ho portato per troppo tempo. La stanza è silenziosa mentre parlo. Sento lo sguardo dell'avvocato su di me, ma non mi fermo.
Quando finisco, il giudice mi osserva a lungo. Mi sembra di leggere nei suoi occhi una lotta: severità e comprensione che si scontrano.
«Noah,» dice alla fine. «La tua onestà è ammirevole, ma le tue azioni hanno avuto conseguenze. La legge non può ignorarlo.»
Trattengo il fiato. Il silenzio è assordante. Poi aggiunge: «Tuttavia, vedo in te un senso di rimorso genuino, e questo merita considerazione. Ti concedo una seconda possibilità.»
Le sue parole mi colpiscono come un'onda. Non so se sia sollievo o un peso ancora più grande. «Grazie, vostra onore,» riesco a dire, la voce appena un sussurro. «Non la sprecherò.»
Quando esco dal commissariato, Elizabeth è lì. Non dovrebbe esserci, ma non sono sorpreso. Appoggiata al muro, con le braccia incrociate, mi guarda con quel misto di sollievo e rabbia che solo lei sa esprimere.
«Te l'avevo detto che andava bene usare me come alibi,» dice, ma il tono è morbido.
Mi fermo davanti a lei. «Non potevo farlo, Eliz. Non volevo che pagassi per i miei errori.»
Lei mi guarda a lungo, poi scuote la testa e abbozza un sorriso. «Sei un idiota, Noah.»
Non rispondo, un idiota che sta iniziando a provare sentimenti forti per te, per la prima volta dopo tanto, mi sento leggero. Forse, solo forse, sto iniziando a risalire.
Da domani, a scuola si ritorna con tranquillità. Ora il problema è aspettare che ristrutturano la mia casa nuova.
LUCAS POV
Li ho visti, lì nel corridoio. Noah ed Elizabeth. Era impossibile non notarli: camminavano insieme, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Sembravano così a posto, così... felici. E io, nonostante tutto, non riuscivo a fare a meno di guardare. Sapevo che non avrei dovuto, che mi faceva solo male, ma non riuscivo a staccare lo sguardo da loro.
Elizabeth rideva, un sorriso che conoscevo bene, ma che ora non era più per me. Era per lui. Per Noah. E mi bruciava vederlo così vicino a lei. Come se fosse la sua metà, come se non avessi mai avuto nessuna possibilità.
Non che non volessi che Elizabeth fosse felice. Sapevo che merita qualcuno che la tratti come si deve, che non la tradisca. Eppure, un angolo di me non riusciva ad accettare che quel qualcuno non fossi io. Io che l'avevo amata più di chiunque altro. Io che avevo sbagliato, sì, ma che avrei dato qualsiasi cosa per rimediare. Ma ormai era troppo tardi. La sua felicità non era più nelle mie mani.
E poi c'era Alix. Lei che mi aveva aiutato a dimenticare, che mi aveva fatto sentire di nuovo vivo dopo il caos con Elizabeth. Ma il suo amore non era quello che volevo davvero. Non era lei che mi mancava. Era Elizabeth. E ogni volta che pensavo di aver finalmente messo da parte quel legame che avevamo, quella connessione che ci univa, la vedevo lì, con Noah, e mi ricordavo che avevo perso la cosa più importante della mia vita.
Certo, avevo Alix. Eppure, non riuscivo a togliere dalla testa la verità: l'unica che avrei voluto davvero non c'era più. Elizabeth non sarebbe mai tornata da me. Non dopo quello che avevo fatto. Non dopo averla tradita con Alix. E nonostante Alix mi stesse facendo sentire meglio, non era lei che volevo. Era Elizabeth.
Cercavo di non pensarci, di non guardare Noah e Elizabeth, ma era impossibile. E più li vedevo insieme, più mi rendevo conto che non avevo nessun diritto di tornare indietro, di chiedere una seconda possibilità. Non dopo tutto quello che avevo fatto.
Mi sono allontanato, cercando di nascondere il dolore, ma dentro di me c'era un piccolo vuoto che non riuscivo a colmare. Non era lei, non era Elizabeth, ed è per questo che mi sentivo così perso.
Anonimus pov
Le dita scorrevano sulla tastiera, ogni parola scelta con attenzione, come se ogni lettera fosse un colpo in un gioco di scacchi. Non era difficile. Scrivere una lettera anonima a Noah, minacciandolo con il suo passato, era il gioco perfetto. Il suo destino era ormai segnato.
"Il passato sta tornando, Noah", scrissi, con un sorriso di soddisfazione. "Preparati a incontrare chi ha causato tutte le tue sfortune. Non sarà quello che ti aspetti, ma ti farà capire quanto sia inutile cercare di fuggire da ciò che ti appartiene."
Mi fermai un attimo, leggendo le parole appena scritte. Era giusto, sì. Noah aveva bisogno di sapere che le sue azioni avevano delle conseguenze, e che non poteva sfuggire ai suoi errori.
Dietro di me, sentivo le voci di Ethan e Mark. Mi avevano seguito fin da quando tutto era cominciato, ma ora erano parte del piano. Ethan era sempre stato un tipo di poche parole, ma quando parlava, aveva il peso delle sue azioni. E Mark... beh, Mark conosceva ogni punto debole di Noah, ogni angolo oscuro che potevo usare a mio favore.
"Ecco i suoi punti deboli," mi disse Mark, avvicinandosi con il suo solito tono di superiorità. "Noah è debole quando si tratta di Elizabeth. Ogni cosa che riguarda lei lo fa impazzire. E poi, c'è quel vecchio segreto che ha nascosto, quello che non ha mai raccontato a nessuno. La causa del litigio tra lui ed Ethan. Se si scopre, lui è finito."
Ethan rimase in silenzio, ma il suo sguardo diceva tutto. Lui sapeva che Mark stava rivelando dettagli cruciali. Io, però, non avevo bisogno di altro. Sapevo cosa fare.
"Grazie, Mark," dissi, continuando a digitare sulla tastiera. "Ci sarà il momento giusto per usare queste informazioni. Adesso, però, è il momento di mettere la palla in movimento."
Con un ultimo sguardo alla lettera, aggiunsi le ultime parole, la firma anonima. Nessuna traccia di me, solo un messaggio che avrebbe messo Noah di fronte ai suoi demoni.
La lettera era pronta. E ora, non mi restava che aspettare il momento in cui Noah avrebbe dovuto affrontare tutto ciò che stava tornando dal suo passato.
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Unlimited
RomanceLa storia segue le vicende di Elizabeth e Noah, due ragazzi che iniziano con un forte disprezzo reciproco, ma che si ritrovano coinvolti in una serie di eventi che cambieranno il corso delle loro vite. Noah è un ragazzo che ha sempre avuto una vita...