𝟒. 𝐃𝐫𝐚𝐠𝐨𝐧'𝐬 𝐝𝐮𝐭𝐢𝐞𝐬

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Il vento ululava nella notte come i lupi che richiamano la luna, sbattendo con forza contro le porte di legno

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Il vento ululava nella notte come i lupi che richiamano la luna, sbattendo con forza contro le porte di legno. Naerys, per ovvie ragioni, non chiuse occhio per un solo istante. La mancanza di casa e l'imminente partenza di Jacaerys all'alba le avevano impedito di crollare serenamente in sonni tranquilli. Attese in quel sordo silenzio, l'arrivo di un alba rosseggiante che arrivò troppo lentamente. Ella credeva che sarebbe giunto conforto qualora avesse visto il sole filtrare attraverso le finestre; tuttavia ciò non accadde. Doveva dimenticarsi del calore del sole che la svegliava il mattino carezzandole il volto, come quand'era a Roccia del Drago, o degli uccellini cinguettanti, e persino - si azzardò a pensare - , del canto dei draghi. Nēdenka non avrebbe più cantato, d'ora in avanti.

A dare inizio alla nuova giornata non vi erano altro che nubi. Nuvole scure cariche di pioggia, e forse anche di neve, che avrebbero dato del filo da torcere a suo fratello durante il viaggio. Benché stremata dalla notte passata in bianco, Naerys decise comunque di darsi una sistemata e di affrettarsi nell'andare a salutare Jacaerys. Lo trovò, infatti, in prossimità del Parco degli Dei, dove Vermax si stiracchiava per liberarsi del freddo e dell'intorpidimento. Il Principe avanzò una carezza al suo drago, che non si ritrasse. «Fratello,» lo richiamò, con voce gracchiante per colpa del freddo. Naerys si rese conto, mentre avanzava verso di lui, che indossava soltanto una misera vestaglia da notte, che non avrebbe potuto proteggerla minimamente dalle gelide temperature che imperversavano al nord. Era risaputo che i draghi non sopportassero il freddo, un dato di fatto che non sarebbe di certo cambiato con la primogenita di Rhaenyra. «Mandia*» allarmato, Jacaerys si precipitò verso di lei, afferrandola tra le braccia con premura. - (Sorella*)

« Congelerai se non torni subito dentro!»

La giovane scosse la testa, e presto le lacrime si accumularono fugacemente nei suoi occhi color ametista. Naerys non voleva che lui partisse. Non voleva rimanere sola. Fingeva di essere forte, indossava la strafottenza come un armatura per non perdersi nella paura. Ma alla fine dei conti Naerys Targaryen era appena sbocciata come donna, e senza alcuna esperienza per la vita vera, temeva di non possedere abbastanza fuoco dentro se, per non morire di freddo.

«Presto andrà meglio, sorella mia. Il tuo sacrificio ci salverà tutti, e un giorno potrai finalmente tornare a casa » Vermax gracchiò, richiamando a se il proprio cavaliere. «Ho già porto ossequi a Lord Stark. Ti prego, abbi cura di te »

Le lacrime di Naerys si ghiacciarono sulle guance, tagliandole il viso come lame, quando Jacaerys saltò sulla propria cavalcatura. Poi si levò in cielo con un balzo, e sparì tra le nubi scure.

❝🐉🐺❞ 

« Mia signora, »

Gran Maestro Dariss richiamò la Principessa all'attenzione, ma Naerys aveva la testa da tutt'altra parte. Di lì a qualche giorno si sarebbe unita in matrimonio a Lord Cregan ed avrebbe abbandonato informalmente il suo titolo di Principessa. Non aveva nessuna idea su come fosse un legame coniugale, benché meno un rapporto che andasse oltre il semplice rispetto o affetto fraterno. Naerys non aveva mai amato un uomo e non credeva che ne sarebbe mai stata in grado.

Dariss la rincalzò nuovamente, e Naerys alzò lo sguardo dal caminetto per concentrarsi sulla figura del Maestro. «Si, Maestro Dariss?» l'uomo celò un sorriso gentile, all'idea che quella ragazza fosse ancora così ingenua, prima di continuare a spiegarle ciò che d'ora in avanti sarebbe successo.

«Voi sapete che la notte di nozze dovrete concepire un figlio, non è così? » Naerys sembrava totalmente esternata dai fatti, e con la fronte aggrottata annuì. « Vostra madre..» azzardò Dariss

«Mia madre mi ha spiegato il giusto, Maestro.» replicò fugace la Principessa.

«Quindi sapete cosa accade tra un uomo e una donna, vostra grazia?»

Ancora una volta, Naerys annuì fermamente. Rhaenyra le aveva spiegato che durante la prima notte ella avrebbe dovuto concedere il proprio corpo a suo marito, senza entrare troppo nei dettagli, ma le aveva fatto capire quale sarebbe stato il suo dovere d'ora in avanti. Maestro Dariss increspò le labbra. «Molto bene allora. Non temete vostra grazia, non sarete sola. Rosey ed io ci prenderemo cura di voi.»

𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐎𝐍𝐆 𝐎𝐅 𝐈𝐂𝐄 𝐀𝐍𝐃 𝐅𝐈𝐑𝐄 [𝐇𝐎𝐓𝐃]- 𝐂𝐫𝐞𝐠𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐫𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora