La Danza dei Draghi è ancora in stallo: si cominciano a sancire le prime alleanze, per la conquista del Trono. Neri e Verdi si schierano apertamente da una parte all'altra, entrambi fermi nelle loro convinzioni. Tuttavia la Delizia, un tempo amata d...
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Un lungo viale di alberi intrecciati aprivano le speranze di rivedere presto il sole, nel cuore di Naerys. La piccola Daenerys, nel frattempo, si svegliò al nitrito di un cavallo, che stava attraversando proprio la Strada del Re, quella che conduceva alla Capitale. La bambina si stiracchiò nella propria culla, bofonchiando suoni sconnessi. «Te lo avevo promesso,» Cregan ruppe il silenzio scandito dal cinguettio degli uccellini, rivolgendosi alla sua Lady. «Cosa, mio signore?» replicò furba l'argentea, nascondendo un sorriso sotto ai baffi. «Che saresti tornata a casa» Ed era così. L'Audace, al sentir di nuovo i profumi e il calore di Approdo del Re, cominciò a ruggire entusiasta, sorvolando le loro carrozze. «Lenton,» "Casa" borbottò in risposta Daenerys. Sia Cregan, che Naerys, si voltarono stupiti e a corto di fiato nell'udire la voce della piccola per la prima volta. E anche lei, aveva parlato in Valyriano. «Il sangue di Valyria scorre nelle vostre vene, mia signora. Il suo antico potere vive,» confermò il Lord di Grande Inverno.
Quando, al mezzodì giunsero alla porta principale della città, Naerys non resistette e scostò la tendina. Proprio come lo ricordava. Ma non c'erano solo le guardie a sorvegliare la porta, c'erano altre due figure: una alta, con una chioma riconoscibile a mille miglia, ed un'altra più scura e bassa, con identici capelli. Rhaenyra e Baela! Il cuore della Principessa che un tempo era stata sacrificata, ricominciò a battere, a zampillare feroce come sangue caldo. Poi d'un tratto la carrozza di fermò, e Raya, Daenerys e Rickon parvero prendere coscienza, guardandosi tra di loro.
«Sei pronta?» le domandò Cregan. E Naerys annuì senza alcun tentennamento.
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C'erano state calde lacrime. C'erano stati abbracci soffocanti. Sorrisi così grandi da portare a dolere il viso. Ma Naerys era finalmente tornata a casa, e in suo onore era stato organizzato un banchetto in cui la Regina non aveva badato a spese. I primi che Naerys conobbe furono Maekar e Vaella, i figli di Jacaerys e Baela. Bambini splendidi e calmi, che sembravano essere entrati in sintonia con Rickon e Daenerys all'istante. Poi c'era stato il momento di Aerea Velaryon, figlia di Lucerys e Rhaena. Bambina timida, ma cortese, che – nonostante fosse piccola - aveva allungato una mano a Raya e l'aveva trascinata verso il tavolo dei dolci. «Non riesco a credere che tutto questo sia reale,» Naerys, emozionata, girò su se stessa osservando la sala zeppa di persone. Sua madre, prima di tutto, che l'aveva accolta come un'eroina più che una semplice Principessa. Casa, casa, casa, risuonava nella sua mente.
«Mi incolpi, figlia mia?» domandò la Regina, afferrandole le mani. Ma Naerys scosse la testa «Per cosa?»
«Per averti mandata al nord, abbandonata in terra straniera, tutta sola,»
«Non mi hai abbandonata, madre. Ho adempito a un dovere e sono stata ricompensata. Ho dei figli meravigliosi, un marito che mi ama, un popolo che mi rispetta,» e, prima che potesse aggiungere altro, sua madre si aprì in un sorriso sornione. «I traditori sono tutti morti, così come l'usurpatore, e la vedova Alicent spedita a Vecchia Città con Helaena e i suoi figli e suo fratello Daeron. Non c'è più alcuna minaccia, figlia mia. Siamo libere dalla tirannia»
Ma nel cuore della Principessa era custodito un segreto più grande di lei, un segreto che avrebbe voluto rivelare a sua madre ma che, quella sera, non ebbe il coraggio di tirare fuori.