𝟏𝟕. 𝐖𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐡𝐚𝐬 𝐜𝐨𝐦𝐞

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Le urla sopraggiunsero di notte

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Le urla sopraggiunsero di notte. Provenivano dalle stanze della Principessa che, in preda a dolori fortissimi e sudore freddo che scivolava in rivoli lungo la schiena, allertarono Maestro Dariss e Septa Rosey. L'unica cosa che Naerys desiderava, era di poter avere Cregan al suo capezzale mentre le stringeva le mani. Ma lui non c'era, non sarebbe mai arrivato in tempo. «Mia signora!» esclamò preoccupato il Maestro, facendo irruzione nella camera seguito dalla vecchia Rosey, mentre la Principessa si dimenava tra le lenzuola cercando di stringere i denti. «Fa male!» esclamò in risposta. Mai aveva creduto che per dare la vita ad un altro essere umano avrebbe dovuto soffrire così tanto. Quando sua madre era in attesa di Joffrey, dichiarò apertamente a sua figlia che era quello il campo di battaglia delle donne. Il parto. «Anche tu un giorno siederai su questa poltrona»

«E' ancora presto..-» udì fievolmente da Rosey, ma aveva la vista così annebbiata dalle lacrime e le orecchie così ovattate che non seppe dire se lo avesse soltanto immaginato. «Mia signora,» e il Maestro le afferrò una mano cercando di tirarla su i cuscini. «Adesso dovrete ascoltarmi attentamente, d'accordo?» e Naerys annuì secca, breve. Voleva che quel supplizio finisse. C'era già troppo sangue su quelle lenzuola. «Quando ve lo dirò, dovrete spingere. Quanto più forte possibile. Guardatemi, mia signora, sono stato chiaro?» Naerys annuì nuovamente.

Sentiva qualcosa premerle sul basso ventre, che spingeva con forza, con il desiderio di uscire quanto prima. Il bambino, o la bambina, voleva venire al mondo. Lo reclamava. «Si vede la testa,» continuò Rosey, e fu allora che Maestro Dariss, con una lucidità disarmante che Naerys non aveva mai visto, le intimò di spingere. "Afferra la mia mano," suggerì la vecchia Septa, e – con quel dolore dilaniante – la Principessa obbedì. Spinse, spinse fino a sentir la testa vorticare e la vista annullarsi, lo fece così fedelmente trasformando quel letto nel suo campo di battaglia. Ma giunse, insieme ad un vagito, e al respiro di sollievo di Naerys, anche un'affermazione non prevista. «Che gli Dei siano benedetti..»mormorò Rosey. «Mia signora..» eruppe l'uomo, a corto di fiato.

«Cosa c'è che non va, Maestro? Il bambino..il bambino sta bene?»

«Mi sono sbagliato mia signora..voi..ecco..c'è un altro bambino nel vostro grembo che preme per uscire..-»

❝🐉🐺❞

Un maschio e una femmina.

Due gemelli, con occhi ametista e capelli scuri con qualche ciocca d'argento, erano venuti al mondo prima che Lord Cregan Stark potesse giungere a Grande Inverno. La Principessa aveva pianto, con quei pargoletti poggiati al petto: un pianto di sollievo, di gioia, di stupore. E guardandoli dritti negli occhi, decise immediatamente di dar loro i nomi che meritavano di calzare. «Il maschietto si chiama Rickon, Maestro Dariss» annunciò fermamente, e il cuore di quell'uomo si riempì di una gratitudine immensa. Naerys Targaryen era la donna migliore che potesse capitare al Nord. Era gentile, arguta, intelligente e bellissima. E sapeva rispettare le tradizioni, non soltanto proprie, ma anche quelle altrui. Lord Stark avrebbe avuto un mancamento a quella notizia. «E la femminuccia, invece?» avanzò curioso. Naerys non tentennò. Non quella volta. « Lei, senza dubbio, si chiama Daenerys.»

Quando Cregan Stark giunse a casa, la notizia della nascita degli eredi aveva già messo in subbuglio il popolo del nord. Donne anziane cucivano doni per la bambina, gli uomini invece sellavano pony, costruivano armature e forgiavano spade per il bambino. «Ma che cosa-» incalzò Jory quando vide gli armaioli tutti all'opera, e le anziane aggirarsi per le strade con cesti pieni. E fu così che Cregan si rese conto di non essere arrivato in tempo. Perciò scese da cavallo, e corse. Corse a perdifiato ovunque sua moglie si trovasse, soltanto per poi doversi fermare dinanzi la porta della sua camera perché udì i pianti di un bambino.

Sentì il cuore esplodergli nel petto. Il suo erede era nato. Poggiò poi una mano sul pomello, e l'altra in procinto di bussare, quando un altro gracchiare si aggiunse al pianto del primo. Non poteva crederci, doveva entrare, doveva vedere con i propri occhi. All'aprirsi della porta, Naerys si voltò di scatto, e il viso che incontrò fu quello di suo marito. La barba era cresciuta dall'ultima volta che lo aveva visto, gli occhi di ghiaccio si erano fatti limpidi. Poi lo sguardo di Cregan si posò su Rickon e Daenerys, e crollò sulle proprie ginocchia. 

«Due gemelli, Mio Signore..Rickon e Daenerys..» mormorò emozionata Naerys, alla vista delle lacrime scorrere sul volto di suo marito. Strisciando, la raggiunse fino al suo capezzale. «Tu mi hai donato due figli, mia signora. Ti sei sacrificata per un bene superiore ed io non potrò mai ripagarti se non con la mia stessa vita» Ma la Principessa scosse la testa, e – cedendo alle lacrime anch'essa – lo tirò per le braccia e gli afferrò il volto tra le mani. «Potrai ripagarmi con il tuo amore»

non ve lo aspettavate, ehehe?

𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐎𝐍𝐆 𝐎𝐅 𝐈𝐂𝐄 𝐀𝐍𝐃 𝐅𝐈𝐑𝐄 [𝐇𝐎𝐓𝐃]- 𝐂𝐫𝐞𝐠𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐫𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora