𝟗. 𝐀 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐦 𝐨𝐟 𝐬𝐰𝐨𝐫𝐝𝐬

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La cena si consumò per lo più in un tranquillo silenzio

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La cena si consumò per lo più in un tranquillo silenzio. Non che fosse diverso dai giorni precedenti, constatò Naerys, imburrando una fetta di pane per la piccola Raya. «Padre!» esclamò improvvisamente la piccola, richiamando il Lord. «Naerys mi ha detto che presto potrò conoscere il suo drago!» Cregan increspò la fronte per un breve secondo, tempo necessario affinché potesse effettivamente assimilare quella nuova informazione. E quando cercò chiarimenti, col suo sguardo glaciale, la nuova Lady di Grande Inverno accennò ad una bozza di sorriso. «E' così, mio signore,» replicò. Terminò poi di imburrare il pane, e lo porse alla piccola Stark, che accettò di buon grado.

«Potrebbe essere..pericoloso» avanzò Cregan scettico, dimenticando ciò che sua moglie giorni addietro aveva orgogliosamente dimostrato. I draghi sono creature intelligenti, dotate di una grande forza di volontà, ma non per questo schiavi dei propri cavalcatori. «Nēdenka è innocua, mio signore. Ma agirò come voi meglio credete» rispose Naerys colpita nell'orgoglio, e secca come il sibilo di una frusta. L'argomento morì con quell'affermazione: Raya aveva infatti tentato di continuare il discorso, ma senza successo.

Quando terminarono tutti di mangiare, Septa Rosey si adoperò nel riportare la piccola Stark nelle proprie stanze, afferrandola per una delle mani. Naerys la salutò schiacciandole un occhiolino. Poi tornò a prestare attenzione alla tavola ormai sgombra, in attesa che suo marito la invitasse a ritirarsi insieme. Era chiaro che d'ora in avanti avrebbero dovuto condividere il letto, ma Cregan sembrava muoversi soltanto per dovere, apparendo persino scocciato dal doverle dare retta. L'argentea si alzò facendo strisciare la sedia, come unico scopo quello di attirare la sua attenzione, e per qualche motivo, Cregan sembrò ammonirla con quel suo sguardo di ghiaccio. Il Lord seguì gli stessi movimenti di Naerys, e senza neanche aprire bocca o porgerle un braccio, si incamminò verso l'uscita della Sala Grande. Che importava che egli le mostrasse le spalle? Si domandò dunque, allungando il passo.

La principessa era furiosa, per ovvi motivi. Furente, seguiva con fatica i passi veloci di suo marito, che attraversavano i corridoi meccanicamente. E quando giunsero nelle loro stanze, Naerys non riuscì più a trattenersi. «Entrambi abbiamo sacrificato qualcosa per questa unione. Non mi aspetto che tu mi ami, ma quanto meno che mi rispetti..» Cregan proseguì nello sfilarsi la camicia come se la voce di sua moglie non si fosse mai palesata alle sue orecchie. «perché sei così restìo?» continuò inutilmente, senza ricevere risposta. Naerys aveva davvero rinunciato alla sua vita, per costruirsene un'altra e favorire a sua madre la meritata vittoria. Ma di sicuro non credeva che avrebbe sofferto così tanto. «Voi siete freddo proprio come la neve che circonda la vostra casa!» esclamò la fanciulla adirata, suscitando nient'altro che un guizzo di fastidio sul volto del lupo. Egli sfilò anche i calzoni con una mossa fluida, non abbandonando nemmeno per un secondo gli occhi feriti della principessa, che avrebbe tanto voluto piangere. Ma per amor proprio, e per un solido orgoglio, non lo fece. Urlò dentro di se, mentre il cuore le si gonfiava di rammarico. «Siamo uniti da un matrimonio politico. Tu mi grazi di un altro figlio, io aiuto tua madre a vincere la guerra. Se credevi di trovare la felicità, allora mi dispiace di aver deluso le tue aspettative.»

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Rhaenyra Targaryen, dall'altra parte  e lontana dalla sua dolce figlia, approfittò del fatto che la Capitale fosse rimasta spoglia delle sue difese, e volò ad assediarla insieme al suo consorte. Difatti, Aemond e Ser Criston erano partiti alla conquista di Harrenhal, lasciando il castello dove la regina reggente risiedeva. La Principessa Rhaenys, purtroppo, era deceduta tempo prima in uno scontro non proprio pari con l'usurpatore e  suo fratello il Guercio. Aveva combattuto valorosamente con la sua Regina Rossa, Meleys, riuscendo a ferire Aegon II e procurandogli gravi ustioni e ferite che lo avrebbero successivamente reso incapace di regnare sul Trono di Spade.

Lucerys, dopo aver ricevuto un aspro dissenso da parte di Borros Baratheon, preferì seguire la sua promessa Rhaena a Driftmark, per occuparsi della guerra via mare. I Lupi d'Inverno invece, - un esercito di duemila uomini -  si erano già messi in marcia verso il sud per combattere per l'unica vera erede.

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Ne Cregan, e tanto meno Naerys, chiusero occhio dopo quella discussione. La rabbia bruciava ancora, la ferita pulsava con altrettanto fervore, e il Lupo di casa Stark sentiva la responsabilità pesare sulle sue giovani spalle. Rimembrava le parole di suo padre, Rickon, gravare prepotentemente sul senso del giuramento. «I giuramenti, l'onore.. » aveva incalzato il Lord suo padre, quando era soltanto un bambino. «Sono i pilastri su cui regge la nostra casa» nei suoi ricordi, il caminetto ardeva, e le lingue di fuoco avevano avvolto un ceppo di quercia. «Quando giuri fedeltà, quando stringi un patto, il tuo onore è in gioco. Non puoi tradirlo senza conseguenze» con serietà, Rickon si era aggrappato alla spalla di suo figlio, scuotendola quasi a rimarcare il concetto delle proprie parole.

«E se un giuramento ti porta a compiere azioni che vanno contro la tua coscienza?» Aveva risposto il giovane Stark. «Allora devi cercare un equilibrio, figlio mio»

𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐎𝐍𝐆 𝐎𝐅 𝐈𝐂𝐄 𝐀𝐍𝐃 𝐅𝐈𝐑𝐄 [𝐇𝐎𝐓𝐃]- 𝐂𝐫𝐞𝐠𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐫𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora