La Danza dei Draghi è ancora in stallo: si cominciano a sancire le prime alleanze, per la conquista del Trono. Neri e Verdi si schierano apertamente da una parte all'altra, entrambi fermi nelle loro convinzioni. Tuttavia la Delizia, un tempo amata d...
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«La guerra di cui parli, non è iniziata a causa mia» Cregan Stark incollò i suoi occhi di ghiaccio in quelli ametista della Principessa, che si ritrasse impercettibilmente. A corto di parole, si domandò perché suo marito stesse alzando la voce. «Ho stipulato un accordo e intendo mantenerlo. Ma non venire a farmi la morale se faccio il mio dovere: il tuo è quello di darmi un erede il prima possibile» e così com'era arrivato, il Lord di Grande Inverno se ne andò, sbattendo rumorosamente la porta. In tutto ciò Raya non si era mossa di un millimetro, troppo spaventata per donare parole di conforto alla sua matrigna. Erano rare le volte in cui vedeva suo padre così arrabbiato, eppure così fermo sulle sue convinzioni, che quando udì Naerys singhiozzare, parve risvegliarsi da un lungo sonno.
Tempo dopo, giunse un corvo da Approdo del Re che, nella lettera stretta tra le zampe, annunciava la conquista di Rhaenyra sul Trono di Spade. Ma nonostante quella meravigliosa notizia, Naerys era conscia del fatto che non sarebbe più potuta tornare a casa. Adesso la sua casa era Grande Inverno, il popolo del nord era la sua gente, e Cregan Stark suo marito. Per quanto sangue del drago le scorresse nelle vene, la sua vecchia vita rimaneva uno sbiadito ricordo. «Siete troppo dura con voi stessa,» dichiarò Maestro Dariss, mentre la Principessa si perdeva tra le fragranze di fiori custoditi nella serra di vetro. Triste, pallida e gonfia, Naerys si chinò per sentire l'odore di un calicanto d'inverno, contornato da petali gialli. «Come vi sentireste al mio posto?» replicò sibilante come il vento, chiudendo gli occhi per impedire alle lacrime di scivolarle lungo il viso. Maestro Dariss si zittì per qualche attimo, seguendo Naerys come un'ombra lungo tutta la serra. «Ho lasciato tutto ciò che mi è più caro, ho sacrificato la mia felicità per la giustizia di mia madre. Ma che vita potrò mai sperare di vivere, se mio marito mi detesta e l'unica fonte di luce che mi reca sollievo è la sua bambina?» terminò duramente. Con la gola bloccata da un magone soffocante, l'argentea lasciò finalmente che il pianto le svuotasse il petto, pregando gli dei che la liberassero da quel tormento. Il Maestro non poté che assistere impotente: nessuna parola gentile avrebbe mai potuto aiutarla. Soltanto il tempo lo avrebbe fatto.
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Temeria, alle porte del castello spalancate e seduta su di un carretto, al sorgere del sole, osservava più di duemila uomini lasciare Grande Inverno per marciare verso il sud. Benché la Regina Nera avesse occupato il trono, la guerra non era ancora finita. Anzi. Era appena cominciata. Tuttavia proprio la mattina in cui Cregan lasciò la sua casa, per marciare insieme ai lupi più anziani, Naerys Targrayen scoprì di essere in attesa dell'erede che Lord Stark tanto desiderava.
Maestro Dariss aveva guardato la Principessa, e per la prima volta dopo tanto tempo dal suo arrivo al nord, la vide sorridere tra lacrime di gioia. «Sarà lui la tua forza» le promise solenne.