La Danza dei Draghi è ancora in stallo: si cominciano a sancire le prime alleanze, per la conquista del Trono. Neri e Verdi si schierano apertamente da una parte all'altra, entrambi fermi nelle loro convinzioni. Tuttavia la Delizia, un tempo amata d...
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𝐬𝐦𝐮𝐭 [+𝟏𝟖]
Prima di giungere al Moat Cailin, Lord e Signora decisero di fermarsi in una locanda per un pasto caldo ed un letto in cui far dormire i bambini. La neve lì parve essersi sciolta ma il freddo sferzava comunque contro la carrozza quando Lord Stark cedette la mano alla Principessa Naerys. Una parte del suo cuore parve scaldarsi all'idea di rivedere sua madre. Ci sarebbero voluti mesi ma ne sarebbe valsa la pena. Quando giunsero alla porta della locanda, Cregan stesso - col meta-lupo incastonato nella cotta di maglia - richiese le camere necessarie ed una cena per la sua famiglia e il suo seguito. La locandiera, una donna cicciottella e in avanti con l'età, nel riconoscere il Lord di Grande Inverno, si offrì in prima persona di occuparsi della preparazione delle camere.
«Vostra moglie è più bella di quanto descritta dai menestrelli» si complimentò la donna, facendo avvampare l'argentea. Cregan la guardava con ammirazione, con orgoglio.
Quando si furono sistemati ognuno nelle proprie camere, Naerys si spogliò dinanzi al caminetto per un bagno caldo. «Spero che i piccoli non facciano penare Rosey. E' stata così gentile nel prendersi carico di loro..» e la pesante veste di lana e pelliccia cadde ai propri piedi. Il lupo era rimasto lì, seduto su quel letto, con la gola secca e gli occhi inumiditi di desiderio. Quanto era passato dall'ultima volta che l'aveva posseduta? Con i bambini, Grande Inverno di cui occuparsi, e il viaggio che avevano intrapreso, Cregan non aveva avuto neanche il tempo di respirare, figuriamoci sfiorare sua moglie.
«Dici che se saltiamo la cena se ne accorgeranno?» domandò maliziosamente Cregan, spogliandosi della cotta di maglia mentre Naerys sprofondava nell'acqua calda della vasca di ottone. Quest'ultima ridacchiò imbarazzata. «E' ovvio che se ne accorgeranno..ma che vuoi che siano dieci minuti di ritardo..» mormorò lei. «Facciamo venti,» dichiarò Cregan, spogliandosi per raggiungerla. La vasca era abbastanza grande per entrambi. «Ciao,» sorrise Naerys quando Cregan ebbe preso posto difronte a lei. Surreale, che quell'uomo l'amasse. Lei, che avrebbe preferito perire in battaglia piuttosto che sposare uno sconosciuto, si ritrovò a ringraziare mentalmente sua madre per quell'unione politica.
«Ciao» le fece eco il lupo, strofinando il proprio naso contro quello della fanciulla. Pelle calda, quella di Naerys. Calda come quella del suo drago, l'Audace, che li aveva seguiti da Grande Inverno. «Sei felice?» le domandò, sfiorandole il collo con le dita e proseguendo verso le clavicole. Lei rabbrividì, ma si ritrovò ad annuire. «Molto felice,» ribadì, guidando la mano di Cregan sui propri seni. Sospirarono all'unisono. «Forse non dovremmo trattenerci così tanto-» balbettò Naerys, ma Cregan scosse voracemente la testa, stringendo in una mano il seno di sua moglie. «No. Voglio rimanere qui, a saggiare il sapore della tua pelle. A toccarti mentre ansimi il mio nome. Non voglio una stupida cena, voglio te.»
Naerys avvampò nuovamente, e si sentì pervadere da quel piacere provato mesi prima in quella gigante vasca sotterranea. Così, coraggiosamente, prese le redini in mano e si posizionò a cavalcioni di Cregan, che spalancò gli occhi sorpreso. «Che si fotta la cena, lasciamoli pure attendere,» sbottò Naerys, prima di posizionarsi sul membro pulsante di suo marito e lasciarsi penetrare dolcemente. Con le mani roventi, Cregan le afferrò i fianchi e in estasi lasciò che Naerys guidasse l'intero atto. Calò il capo all'indietro ed ansimò quando ella gli morsicò le spalle, stringendosi a lui con così tanta forza da togliergli il fiato. Il lupo lasciò scivolare le mani sulle natiche di Naerys, afferrandole, stringendole mentre ella si muoveva sinuosamente sopra di lui sopraffatta dal piacere. Era diventata una donna che sapeva cosa voleva. E Cregan l'amava da impazzire.
«Con tutto il mio cuore, » ansimò Cregan all'orecchio di Naerys. «Ti amo con tutto il mio cuore» fece eco l'argentea, sentendo le proprie pareti stringersi attorno al membro di lui. E quando vennero all'unisono, sonoramente, labbra contro labbra, un pugno bussò improvvisamente alla porta.
«La cena, miei signori»
Naerys e Cregan scoppiarono a ridere come bambini.
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