𝟏𝟒. 𝐑𝐚𝐲𝐚'𝐬 𝐝𝐫𝐞𝐚𝐦

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La landa era disseminata di corpi privi di vita

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La landa era disseminata di corpi privi di vita. Non importava più quale vessillo fosse stato innalzato durante quella battaglia, quale stemma avessero i guerrieri disegnato sul petto: i loro volti erano distorti dalla smorfia della morte. I lupi erano ancora in molti, vivi e vegeti, nonostante le ferite disseminate sulla loro pelle. Compreso Cregan Stark, il valoroso Lord di Grande Inverno, che dopo aver infilzato un sostenitore degli usurpatori, si era scolato una coppa di vino nella sua tenda.

Tolta l'armatura, compresa di elmo, corazza, schinieri , cotta di maglia, ginocchiere e spallacci, espose all'aria un'infinità di ferite tutte diverse tra di loro. Ce n'erano di superficiali, come graffi rossastri, ed altri più importanti come tagli, da cui strabordava copiosamente sangue scarlatto. Con una smorfia, si disinfettò le ferite e si fece aiutare a bendare quelle irraggiungibili sulle spalle, da Jory Poole, il suo attendente. «Hai combattuto bene, Poole» si congratulò Cregan, quando l'uomo ebbe finito di bendarlo. Si alzò dallo sgabello soltanto per osservare l'attendente chinare il capo con imbarazzo. Jory era un uomo silenzioso, umile e non abituato ai complimenti. «Grazie mio signore,» borbottò in risposta. Poi il Lord ordinò che gli fosse preparato dello stufato, e che dei corvi fossero mandati ad Approdo del Re, per rendere noto alla regina nera che avrebbero marciato vittoriosi verso la capitale.

Quando calò la notte, le tende furono chiuse, e il capo fu poggiato sul cuscino, Cregan Stark pensò a sua figlia. Pensò a quanto Raya dovesse sentire la sua mancanza. Ma ben presto un altro pensiero si intromise nel suo cuore, uno più sentito e persistente, che riguardava il suo successore. Se mai fosse nato maschio. Non era stupido: sapeva che Naerys era più che capace di prendersi cura di sua figlia e di proteggere il proprio grembo fino al momento propizio. Lo avrebbe odiato, questo era sicuro, ma fino a quando non fosse tornato a casa, sua moglie doveva vivere tranquilla e all'oscuro delle insidie fuori dalle mura del castello di Grande Inverno. Forse era egoista a nasconderle di Daemon, e persino di Rhaenys, ma non aveva altra scelta. Doveva proteggerla.

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China a scrivere a sua madre, Naerys dovette reprimere molti singhiozzi. Maestro Dariss, per quanto volesse confortarla, non avrebbe potuto farlo per sempre, ed entrambi lo sapevano bene. Dopo averla visitata, e accertatosi della salute del bambino che le cresceva in grembo, le aveva offerto una tazza di latte caldo e miele. Ma Naerys, per quanto lo amasse, non riuscii a goderselo a pieno.

Tornò a capo, intinse la penna nel calamaio e scrisse. Scrisse quanto le mancasse sua madre, i suoi fratelli e le sue sorelle, quanto le mancasse il caldo e la vista del mare, e il gracchiare dei gabbiani e volare in sella al suo drago. Nēdenka odiava il freddo, e trascorreva la maggior parte delle sue giornate nella grotta che era stata costruita per lei. Usciva soltanto per cacciare e riempirsi la pancia, poi tornava a sedimentare. La Principessa firmò la sua lettera, la arrotolò e con un magone alla gola la legò alla zampa di un corvo. Poi lo vide svolazzare via, libero.

«Sei triste, Rys?»

Così la chiamava Raya, da quando aveva cominciato a prendere confidenza con lei. Rys, Rys, Rys. Anche quando Naerys le intrecciava i capelli, la faceva ridere, le raccontava storie, Raya la chiamava Rys.

L'argentea si voltò, nascondendo il cruccio che aveva ormai preso possesso del suo viso. Scosse la testa e le tese una mano, che venne afferrata prontamente dalla piccola Stark. «Sono solo stanca, piccola mia. Il tuo fratellino..o sorellina, scalcia molto ultimamente» Ed era la verità. Quei calci occupavano le notti fredde di Naerys da tempo, ormai, impedendole di chiudere occhio. E quando veniva il giorno, e doveva occuparsi del castello, il bambino si agitava ancor di più. «Vorrei che fosse femmina, così potrei giocare con lei» ammise la piccola, senza alcuna timidezza. «Poi le racconterei la storia delle nostre case, le intreccerei i capelli come tu fai con i miei..» Il cuore di Naerys si commosse a quelle parole. Amava quella bambina come fosse sua. 

«E le insegnerei il coraggio che ha avuto sua madre quando ha lasciato l'estate per sposare l'inverno»

𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐎𝐍𝐆 𝐎𝐅 𝐈𝐂𝐄 𝐀𝐍𝐃 𝐅𝐈𝐑𝐄 [𝐇𝐎𝐓𝐃]- 𝐂𝐫𝐞𝐠𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐫𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora