Gli eunuchi ad Eos, gli uomini a Midas - seconda parte

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Quella parte del carattere di Daniel —testarda, di buon cuore e disposta a tutto pur di ottenere giustizia, anche a sacrificare la sua incolumità— era uno dei motivi per cui Katze si era innamorato di lui e non avrebbe mai potuto rimproverarlo per essere stato semplicemente sé stesso.

L'esperienza vissuta era stata al di sopra della sua portata e per un momento, il pensiero di non avere via di scampo e il timore che Lord Mink non sarebbe venuto a salvarlo avevano preso il sopravvento facendolo vacillare, ma ora che tutto si era concluso per il meglio, Daniel non poteva che gioire al pensiero che quelli come lui non avrebbero più dovuto vivere nella costante paura di uscire di casa.

Ovviamente, sapeva che la soluzione non era definitiva —la discriminazione nei confronti di ex Mobili ed ex Animali Domestici era ancora troppo diffusa a Midas per poter abbassare la guardia— ma il rischio immediato era stato neutralizzato e credeva che ne fosse valsa la pena.

Dopo che Iason e Riki se ne furono andati, Katze si assicurò per prima cosa che Daniel non avesse riportato ferite o contusioni che richiedessero un intervento medico. Riuscì quindi a convincerlo a immergersi nell'acqua calda della vasca e a farsi aiutare a lavarsi.

Non ebbe il coraggio di chiedergli se fossero riusciti a violentarlo —temeva la risposta, perché l'abuso sessuale era ciò che accomunava tutti gli attacchi agli eunuchi— poteva solo osservare il suo comportamento e offrirgli tutte le premure possibili.

Katze aveva notato subito l'immonda scritta sul suo inguine e rimuoverla fu la sua priorità, ma per quanto vi sfregasse con insistenza la spugna saponata, non riuscì nemmeno a farla sbiadire.

"Non è un tatuaggio, è solo inchiostro. Prima o poi si cancellerà. Nel frattempo, basterà non guardarla e far finta che non ci sia."

Daniel cercò di mostrarsi ottimista, ma mai, fino ad ora, aveva sentito vergogna del proprio corpo. Neanche quando, anni addietro, si era svegliato in un letto bianco, in una stanza insieme ad altri come lui, e aveva compreso che ciò contraddistingueva una parte importante del suo essere uomo gli era stata portata via.

Ora invece, era evidente che faceva di tutto per nascondere quella zona, soprattutto a sé stesso, coprendosi con l'asciugamano e cercando di evitarla con lo sguardo. Katze lo condusse in camera e si chinò sopra di lui nell'immensa alcova matrimoniale; scostò la morbida tela e lo baciò sull'androgino triangolo usurpato, simbolo del suo coraggio.

"Sono sicuro che potrei facilmente trovare un solvente adatto," disse, accarezzandolo con dolcezza. "Ma sono prodotti potenzialmente irritanti e non voglio correre il rischio di farti del male."

"Non importa, lasciamola lì. Te l'ho detto, prima o poi sparirà da sola," propose ancora Daniel sorridendo. Era bravo a nascondere quanto la prospettiva di convivere giorni, forse settimane, con quel marchio per bestiame lo riempisse di tristezza.

"Pensavo invece di portarti da Raoul, se sei d'accordo. Lui saprà cosa fare."

Il giovane chiuse gli occhi, lasciando che recenti e troppo freschi pensieri tornassero ad affollare la sua mente. Nonostante Iason fosse infine venuto a salvarlo, infatti, rispettando gli accordi pattuiti, la sensazione che gli Elite fossero tutti uguali, egoisti e pieni solo dei propri interessi era ancora lì, presente e vivida. Probabilmente, anche Raoul era della stessa pasta con la differenza che a lui, Daniel voleva bene.

***

La mattina dopo, si recarono alla clinica della Torre di Giove. Lord Am li accolse con premura e seduto di fronte alla sua scrivania, Daniel gli raccontò ogni cosa. Il Blondie fu colto da una gran voglia di prendere per il collo il suo affezionato, ma in quel momento non troppo, fratello prediletto da Giove.

Libro 3: Catarsi e redenzione - Risorgere dalle ceneri di HerbayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora