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Ero beatamente seduta sul divano a guardare stupide pubblicità, procrastinando il fatto di dover disfare le valigie, lo farò prima o poi.
Continuo a fare zapping sperando di trovare qualcosa di decente ma sembra che la TV mi stia chiedendo di essere spenta. Ecco l'ennesima pubblicità, ma fanno solo pubblicità oggi?
La ragazza felice e sorridente che fa sport con il ciclo.
Bugia gigantesca. Come si fa a sorridere con il ciclo? Ma soprattutto come si può fare sport con il ciclo?
Io divento un tutt'uno con il letto, chi ha voglia di muoversi.

«Jasmine!» sento urlare. «Vai a disfare le valige»
Io non ho sentito niente.
Continuo a cercare qualcosa di decente in tv.

«Jasmine!» la porta si apre. «Ti ho detto di disfare le valigie»

«Non ti ho sentita»

«Mi hai sentita benissimo» ribatte uscendo e sbattendo la porta.

Mi alzo a malincuore dal divano per andare ad aiutarla. Perché ha così fretta di svuotare le valigie, chiuse in camera mia tra l'altro, quindi non le danno neanche fastidio.

Miranda Davis è una donna fin troppo autoritaria, però nel complesso andiamo d'accordo, so di poterle dire qualsiasi cosa. Per quanto riguarda mio padre, è andato via di casa quando avevo sei anni. Le litigate e le urla con mia madre sono le uniche cose che ricordo di lui. Da allora non l'ho più vista stare con un uomo, una volta le ho pure chiesto se le piacessero le donne e mi ha lanciato uno sguardo assassino, non ci sarebbe stato nessun problema.

«Jasmine!» urla di nuovo.

«Sto arrivando» rispondo.
Mi affretto ad aiutarla prima che mi punta una pistola contro.

«Ma quanti cataloghi hai?» mi chiede, mentre svuota una valigia.

«Sono cataloghi di università, devo valutarle tutte una ad una per essere sicura della mia scelta» rispondo prendendo in mano tutti i cataloghi, per poi appoggiarli sul tavolo.

«Ma perché? Sai già di voler andare a Yale»

«Mi interessa pure Harvard, poi meglio aprire i propri orizzonti»

«Vuoi andare a Yale da quando hai 12 anni, cosa ti ha fatto cambiare idea?»

«Non ho cambiato idea mamma, semplicemente prima di fare la scelta più importante della mia vita voglio essere sicura al 100%, e per esserlo devo valutare tutte le università»

«Non vuoi proprio restare qua vero?» mi chiede guardandomi con uno sguardo rassegnato.

«Sai che scapperei il prima possibile da quest'isola» le rispondo cercando di chiudere il discorso, mentre svuotavo l'ennesima valigia.

«Ma qui c'è la tua mamma, c'è Sarah, ci sono i tuoi amici» ecco che inizia a fare la tragica.

«Dove vuoi arrivare?»

«Dico solo che è difficile per una mamma vedere la propria bambina andare via di casa. Ti ho già lontana ora perché studi in Spagna, se ti trasferisci nuovamente io come faccio?»

«Riusciremo a vederci lo stesso, una delle due prenderà un volo e raggiungerà l'altra»

«Si, i voli...» la vedo corrugare la fronte.

«Che problemi hai con i voli?»

«No, nessuno. Pensavo che mi può capitare accanto uno che puzza, o che si toglie le scarpe, o un bambino. Il cibo farà schifo e vomiterò. Vuoi far soffrire tua madre?»

«Ok, ho capito. Verrò io» le rispondo ridendo.


Finì dopo due ore piene, ero esausta, forse non avrei dovuto portarmi proprio tutto. Prendo il mio computer mettendomi nel divano vicino la finestra e inizio a scrivere.

«Jasmine, è pronto!» come non detto.

«Arrivo tra poco»

«Ma è pronto!» urla ancora, un giorno si ritroverà senza voce per quanto urla.

«Jasmine!» urla ancora. «Ti ho detto che è pronto»

«Smettila di urlare sono qui»

Troppo occupata a fare non so cosa per accorgersi di me, che nel mentre avevo preso posto a tavola. Quindi urla nonostante sia dietro di lei.

«Smettila ragazzina! Mi fai sembrare pazza così»

«Lo sei» le dico mentre un sorrisetto nasceva sul mio volto.

«Irrispettosa, ecco cosa sei! Ti ho tenuta dentro la pancia per nove mesi, allattata, cullata, curata e cresciuta e mi ripaghi così» ecco che inizia con il suo solito discorso, non conosco una persona più drammatica di lei.

«È molto buono» dico iniziando a mangiare, sperando di farla tacere.

«Ti piace?»

Annuisco, prendendo un altro boccone, e lei mi fa un cenno compiaciuto. Se c'è una cosa in cui è davvero brava, è cucinare. È brava anche in altre cose come... non so, a me importa solo che sia brava a cucinare.
Iniziamo a parlare un po' di tutte le cose che ci siamo perse in questo anno. Mi era mancato passare il tempo insieme a lei.

«Ti vedi con Sarah più tardi?» mi domanda mentre sparecchia.

«Si, viene qua nel pomeriggio» la informo.

«Sarà bello vedervi finalmente di nuovo insieme» mi dice sorridendo.

«Già. Mi è mancata tanto»

«A me non l'hai detto» mi dice incrociando le braccia.

«Cosa?»

«Che ti sono mancata. Non ti è mancata tua madre per caso?» ho già detto che la drammaticità è la sua migliore amica?

«Ma certo che mi sei mancata»

«Però non me l'hai detto»

«Mi sei mancata mami» le dico mentre l'abbraccio.

Dopo vado in camera con l'intenzione di leggere un libro, missione che fallisco miseramente visto che mi addormento dopo due pagine.

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